Luca Frusone, Nik Smith, Luigi De Leverano, e Pierluigi Di Palma si sono confrontati sul futuro della dimensione spaziale quale dominio militare. Il dibattito organizzato oggi dal Centro studi americani
“Di chi è lo spazio?” Con questa provocazione il direttore del Centro studi americani (Csa), Roberto Sgalla, ha aperto oggi il dibattito “Lo spazio come warfighting domain: tra nuove sfide e antiche rivalità”. Al centro dell’evento, la riflessione sulla natura dello spazio quale nuovo luogo delle attività umane che, come tale, dev’essere difeso e protetto. Sulla dimensione, appunto, militare e securitaria dell’ambiente extra atmosferico sono intervenuti il presidente della delegazione italiana all’Assemblea parlamentare della Nato, Luca Frusone, lo Space director Europe di Lockheed Martin, Nik Smith, il consigliere militare del presidente del Consiglio, generale Luigi De Leverano, e il presidente dell’Enac, Pierluigi Di Palma.
LA SFIDA ITALIANA
“Lo spazio è qualcosa di imminente” ha detto l’onorevole Frusone, sottolineando come: “lo spazio, a livello internazionale, rappresenta un settore cruciale in termini sia di concorrenza che di cooperazione, un baluardo importante dell’economia e dello sviluppo tecnologico nonché un settore scientifico di importanza vitale di un Paese”. Il presidente della delegazione italiana all’Assemblea parlamentare della Nato ha poi ricordato la recente inclusione, da parte dell’Alleanza Atlantica, della dimensione spaziale tra i suoi domini operativi che, secondo Frusone, porterà a un incremento nello sviluppo di capacità alleate afferenti allo spazio, puntando ad una maggiore sinergia sugli argomenti chiave dei detriti e delle armi anti-satellite (Asat). Per Frusone: “L’Italia deve accettare la sfida; con la proiezione dell’Alleanza verso lo spazio si costituirà un volano per la crescita interna e una finestra di opportunità per un posizionamento maggiormente proattivo nella gestione degli affari internazionali”.
LA POSIZIONE DELL’INDUSTRIA
Grazie alla posizione privilegiata della Lockheed Martin, una delle più grandi industrie aerospaziali a livello globale coinvolta in tutta la gamma delle iniziative spaziali dalle missioni Nasa verso Marte ai sistemi satellitari militari, è in grado di poter osservare le esigenze dei vari attori spaziali sia dal punto di vista commerciale che quello della sicurezza. Per Nik Smith, la sicurezza non è solo un aspetto tecnologico: “ma permette ai governi di garantire un ambiente spaziale sicuro che consenta all’industria di operare e svilupparsi”. Grazie al posizionamento internazionale di Lockheed Martin, Smith ha anche voluto sottolineare la principale differenza nell’approccio allo spazio di Europa e America: “Gli Usa hanno sempre visto lo spazio come qualcosa di conteso, e fin dall’inizio hanno sviluppato una serie di capacità per poterlo difendere.” Fondamentale, per Smith, sarà l’aspetto normativo: “Quali regole consentiranno alle aziende di operare in maniera sicura; credo di parlare a nome di tutte le industrie di ogni Paese, quando dico che l’unica cosa di cui abbiamo bisogno sono indicazioni e direttive chiare par sapere dove muoverci”.
LO SPAZIO MILITARE
“I servizi offerti dai sistemi spaziali stanno assumendo un’eccezionale rilevanza per lo strumento militare e lo sazio è diventato una dimensione indispensabile per la condotta delle operazioni in tutti i domini, classici e recenti” Spiega così, il generale De Leverano, l’ambiente nel quale le Forze armate sono chiamate a operare. Inoltre: “il deterioramento del contesto operativo, che vede oggi la presenza di una pluralità di attori pubblici e privati” non fa che aumentare il rischio di atti ostili nello spazio, che non è più solo un “dominio operativo”, ma un vero e proprio “dominio di combattimento”. Il generale ha quindi ricordato l’importanza dell’ulteriore evoluzione dottrinale dell’approccio multi-dominio in uno “joint all domain”, che consente a tutte le forze di agire contemporaneamente in tutti i domini, quasi fossero un tutt’uno unico. Per De Leverano, inoltre, è improcrastinabile l’aggiornamento delle normative internazionali legate allo spazio, ferme ai trattati Onu degli anni Sessanta.
SINERGIE AEROSPAZIALI
Il presidente dell’Enac, Pierluigi Di Palma, ha ricordato come: “il primo volo umano accadeva oltre cento anni fa, e settant’anni fa Yuri Gagarin era il primo uomo nello spazio, oggi l’evoluzione tecnologica avanza a ritmi serrati, e accelererà nel futuro”. Con l’evoluzione della tecnologia spaziale e dei voli suborbitali, infatti, anche il settore aeronautico dovrà evolversi, in direzione di una maggiore sinergia con tutti gli altri attori del comparto e diventando compiutamente aerospaziale. “Enac – ha detto Di Palma – ha già avviato un percorso importante e individuato ventuno punti strategici da sviluppare nell’ambito dell’idea dal ‘trasporto aereo al comparto aerospaziale, in cui l’elemento che lega tutto è la tecnologia satellitare”.