Raggiungere lo spazio partendo da Grottaglie, questo è l’obiettivo della trasformazione dell’aeroporto pugliese nel primo spazioporto italiano. La vera domanda non è più “se”, ma “quando”. La risposta arriva dal Mediterranean aerospace matching, in corso presso lo scalo tarantino, con esperti e addetti ai lavori
Tra non molti anni si potrà arrivare nello Spazio partendo da Grottaglie. Almeno questo è il progetto, ormai avviato dal 2018, che ambisce a dotare anche il nostro Paese di una infrastruttura in grado di assicurare un accesso autonomo all’ambiente extra atmosferico tramite voli suborbitali. Che lo spazio stia sempre di più diventando un luogo “contiguo” a quelli terrestri in tutti i campi dell’attività umana è ormai un dato di fatto, tanto che la Space economy ha persino perso la sua definizione di “new”, un altro segno di quanto rapidamente si sta sviluppando il settore. I passi da compiere sono ancora molti ma, nonostante il rallentamento imposto dalla pandemia, il programma continua spedito..
LA PROSPERITÀ CHE VIENE DALLO SPAZIO
Del futuro di Grottaglie come spazioporto se ne è parlato in occasione del Mediterranean aerospace matching, la tre giorni dedicata al settore aerospaziale tenutasi proprio nella città pugliese (non a caso). “Costruire il futuro non è solo un modo di dire, è un modo di guardare e concorrere al progresso”, ha spiegato Giuseppe Acierno, presidente del Distretto tecnologico aerospaziale, che organizza la rassegna. “L’Italia ha avviato un processo lineare che trova in Grottaglie un’ulteriore tappa verso l’obiettivo finale: l’infrastruttura c’è, ma servirà un sostegno continuo per assicurare le ricadute di lungo periodo”, ha suggerito il direttore regionale Regno Unito ed Europa di Lockheed Martin Space, Nik Smith, intervenuto ieri nella tavola rotonda dedicata al tema. “Lo spazio e gli spazioporti sono infrastrutture a tutti gli effetti, fondamentali per creare delle ricadute di prosperità, per fare grandi cose per il pianeta e l’umanità”, ha aggiunto il manager. Ma per far si che sopravvivano al “primo lancio”, secondo Smith, è fondamentale il supporto continuo delle istituzioni governative, soprattutto in vista delle importanti ricadute geopolitiche.
IL SUPPORTO DELLE ISTITUZIONI
La risposta è arrivata dalla nutrita partecipazione dei rappresentanti istituzionali alla rassegna. Ieri è arrivato il messaggio del ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, che ha ricordato: “La riflessione sulle prospettive future del trasporto spaziale vede l’Italia in prima linea con il progetto dello spazioporto di Grottaglie”. In apertura di evento era stato il presidente della regione Puglia, Michele Emiliano, a dettare il livello d’ambizione: “Grottaglie sarà l’unico spazioporto europeo in grado di consentire l’atterraggio e il decollo degli aerei che fanno i voli suborbitali e che possono mettere in orbita satelliti a costi molto inferiori”. Riferendosi proprio alla regolamentazione varata dall’Enac nel 2020, il presidente dell’Ente, Pierluigi Di Palma, ha sottolineato come l’Italia sia stata “il primo Paese europeo a dotarsi di un regolamento per realizzare e gestire uno spazioporto sul proprio territorio nazionale arricchendo l’offerta infrastrutturale nazionale, nell’ottica di una strategia di sviluppo dell’intero sistema dell’aviazione”.
LO SPAZIOPORTO
Chiuso ai voli civili da una quindicina d’anni, l’aeroporto “Marcello Arlotta” di Grottaglie è attualmente utilizzato come scalo cargo, gestito da Aeroporti di Puglia con Enav in qualità di gestore del traffico aereo. Individuato nel 2018 quale sito idoneo a ospitare lo spazioporto italiano dopo un processo di selezione supervisionato dal ministero dei Trasporti, l’Enac, l’Agenzia spaziale italiana e la Difesa. Con la trasformazione in spazioporto, da qui dovrebbero partire i voli suborbitali nazionali e commerciali del prossimo futuro, che stanno rivelandosi una vera chiave di volta per il raggiungimento delle orbite con costi contenuti.
LE NUOVE REGOLE
L’idea di aprire uno spazioporto ha subito un importante validazione ad ottobre dell’anno scorso, con il rilascio, da parte dell’Ente nazionale per l’aviazione civile (Enac) del “Regolamento per la costruzione e l’esercizio degli spazioporti”, un passo fondamentale per la realizzazione di una infrastruttura spaziale in Italia. Il Regolamento, inoltre, rientra nel più ampio dibattito sulla strategia nazionale da adottare per dotare il Paese di un accesso autonomo allo spazio. Il regolamento, consentendo anche la partecipazione dei privati, accoglie in pieno quelle che sono le evoluzioni del settore, confermando la vocazione spaziale italiana.
L’IMPORTANZA DEI VOLI SUBORBITALI
Nonostante il nome possa trarre in inganno, infatti, i voli suborbitali non sono “meno spaziali” degli altri: semplicemente, una volta raggiunto lo spazio, la loro traiettoria non li fa entrare in una orbita intorno al pianeta (come un satellite) né raggiungere la velocità di fuga (come le missioni verso gli altri corpi celesti). Per fare un esempio, il viaggio spaziale di Yuri Gagarin fu un volo suborbitale. L’importanza di questo tipo di voli va dal turismo spaziale, un settore in forte crescita, alla possibilità di portare nello spazio un numero elevato di payload scientifici, oltre alla opportunità di rilasciare nell’orbita un numero sempre più elevato di satelliti, fondamentali anche per la vita quotidiana sulla terra.