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La sostenibilità atterra in aeroporto. AdR riunisce i protagonisti del settore

Da aeroporto a “careport”, lo scalo di Fiumicino è il più green d’Europa, senza emissioni di CO2 dal 2030. Oggi, per ragionare sul futuro del settore e del Paese all’insegna della sostenibilità, Aeroporti di Roma ha riunito i protagonisti del comparto al Terminal 5, simbolo dell’accoglienza per gli oltre cinquemila afghani giunti in Italia da Kabul. La stessa logica di sistema servirà per la ripartenza

La sostenibilità è arrivata in aeroporto, e più precisamente al Terminal 5 di Fiumicino, dove Aeroporti di Roma ha riunito oggi i protagonisti del settore per l’evento “AdR the Careport”. Per Marco Troncone, amministratore delegato di AdR, “la lotta al cambiamento climatico non è più un vezzo, ma un fatto concreto”. Si tratta di “una riconciliazione tra trasporti e ambiente”, ha sintetizzato il presidente dell’Enac Pierluigi Di Palma. Una riconciliazione che lo scalo “Leonardo da Vinci” persegue da tempo. Con oltre 54 miliardi di ricchezza generata, negli ultimi dieci anni ha ridotto del 50% il consumo energetico per passeggero, arrivando a recuperare il 98% dei rifiuti prodotti all’interno dello scalo e a darsi come obiettivo l’azzeramento delle emissioni di CO2 entro il 2030, circa vent’anni prima del target europeo.

“La sostenibilità – ha detto l’ad Troncone – rappresenta un driver centrale di sviluppo della nostra strategia, pienamente integrata nel business del Gruppo”. E così Fiumicino è oggi tra gli scali più green al mondo, il primo in Europa a ottenere la massima certificazione ACA 4+ in materia di abbattimento di emissioni di gas serra, e primo aeroporto a livello internazionale a collocare un “Sustainability-linked bond”, strumento finanziario che consolida con la massima credibilità gli impegni assunti sul fronte della sostenibilità attraverso un collegamento diretto al costo del debito e un monitoraggio costante di certificatori indipendenti.

“Stiamo rafforzando l’impegno, riconosciuto anche a livello internazionale, per trasformare la mobilità in Italia anticipando le sfide del futuro”, ha aggiunto Troncone. In quest’ottica, “abbiamo avviato un percorso per l’azzeramento delle emissioni di CO2 entro il 2030, in anticipo di almeno 20 anni rispetto ai target prefissati dal comparto a livello europeo, con un piano principalmente rivolto a fonti rinnovabili e mobilità elettrica”.

La sfida si intreccia al tema dell’innovazione, l’altro pilastro su cui l’Europa (e l’Italia) ha scommesso per la ripartenza dopo il Covid-19. Ciò vale anche per il settore del trasporto aereo, tra i primi e più colpiti dall’onda d’urto della pandemia. “Siamo fortemente impegnati per assicurare già nei prossimi mesi carburanti ecosostenibili ai vettori, anche in questo caso in anticipo rispetto ai tempi previsti a livello internazionale”, ha detto Troncone. “Nei prossimi anni la nostra sfida sarà continuare a implementare soluzioni innovative, sostenibili e realmente efficaci, catalizzando il contributo delle migliori eccellenze italiane in una logica di sistema, a beneficio del nostro territorio e del Paese”, ha rimarcato l’ad.

A simbolizzare la logica sistema è proprio il Terminal 5 (“non è stata una scelta casuale”, ha spiegato il presidente di AdR Claudio De Vincenti). Un tempo dedicato ai voli con gli Stati Uniti, nell’ultimo mese e mezzo è diventato il centro strategico per la sicurezza, prevenzione, accoglienza e solidarietà, teatro della campagna umanitaria che ha permesso al governo italiano di accogliere circa cinquemila persone da Kabul, grazie alla task force coordinata dal ministero della Difesa e composta da rappresentanti degli Esteri, dell’Interno e della Salute, con altri enti e istituzioni coinvolti.

La stessa logica sistemica vale per la ripresa del comparto. “È un momento in cui tutti, istituzioni, imprese, amministrazioni pubbliche, devono sentire la responsabilità di un impegno comune per la rinascita del nostro Paese, per ricostruire le basi di sviluppo del nostro Paese, per farne il protagonista di una ripresa complessiva europea”, ha spiegato De Vincenti. Per questo, ha aggiunto, “bisogna saper mettere insieme certamente le risorse pubbliche del Pnrr e le altre risorse pubbliche che le amministrazioni impegnano e noi siamo pronti a fare la nostra parte con le risorse private per costruire il futuro che l’imprenditoria privata può mettere a disposizione”.



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