Skip to main content

Ma quale Quirinale, la Lega pensi a non far cadere il governo. Parla D’Uva (M5S)

L’inchiesta per spaccio di stupefacenti aperta nei confronti dello spin-doctor social di Matteo Salvini ha scatenato un polverone. “La Lega deve decidere da che parte stare. Non può continuare a esserci un Carroccio che in aula vota il decreto Green pass e in piazza strizza l’occhio ai no vax”. Conversazione con il parlamentare M5S Francesco D’Uva

C’è una bestia che si aggira per la Lega. Una slavina che si è abbattuta sul Carroccio e che rischia di costare caro. Specie alle imminenti elezioni amministrative sui territori. Luca Morisi, l’ex responsabile social del “capitano” Matteo Salvini è indagato per spaccio di stupefacenti. Se dal punto di vista giudiziario, spetterà alla procura di Verona fare luce sulle accuse mosse allo spin-doctor del Carroccio, sul piano politico le sentenze sono già definitive. “D’altra parte, dopo anni nei quali fai campagne contro la droga poi ti trovi invischiato in queste faccende, la tua credibilità inevitabilmente crolla”. Prima di salire sul motorino, Francesco D’Uva (già capogruppo grillino alla Camera) risponde a Formiche.net riprendendo in un certo senso anche le parole del presidente del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte nell’intervista che ha rilasciato a La Stampa.

D’Uva, al netto della credibilità, la Lega rimarrà al governo con Mario Draghi o no?

Il Carroccio ha sempre un atteggiamento molto ondivago. Queste vicende certo non contribuiscono alla stabilità del governo. Seppure siano dinamiche interne, è naturale che si riflettano anche oltre i confini del partito. Di certo, se la Lega vuole rimanere al Governo, si deve dare una regolata.

Che cosa significa?

O la smette di fare attacchi al governo, oppure occorre ragionare in maniera diversa. In questo modo l’esecutivo non può proseguire.

Rischia di cadere prima del 2023?

Il rischio è concreto. D’altra parte, anche senza il contributo del Carroccio l’esecutivo guidato da Mario Draghi ha i numeri per governare. L’unico vulnus sarebbe l’effetto a cascata che potrebbe produrre la defezione della Lega. Ravvedo infatti la possibilità che, qualora la Lega uscisse dall’esecutivo, gli enti locali possano ingaggiare una battaglia autonoma in contrasto con le linee del Governo. E questo produrrebbe un effetto micidiale, specie in questo momento storico nel quale occorre compattezza e capacità decisionale.

Pensa che la leadership del Carroccio dovrebbe ricadere in capo al Ministro Giancarlo Giorgetti?

Non guardo in casa degli altri. Ma le esternazioni sul candidato a sindaco di Roma denunciano uno stato piuttosto confusionario del centrodestra. Ciò che auspicherei è che la Lega assumesse un’unica linea. Non può continuare ad esserci una Lega che in aula vota il decreto Green Pass e una Lega che in piazza strizza l’occhio ai no vax.

Meglio Draghi premier o Draghi al Colle?

Sulla partita quirinalizia si fanno sempre i conti senza l’oste. Esplicitamente non si sa ancora quali siano le reali intenzioni del premier. Potrebbe essere interessato a diventare presidente della Repubblica come no. Magari – ipotizzo – potrebbe ambire a un ruolo diverso. Oppure, mantenendo la leadership, all’indomani del tramonto dell’era di Merkel, potrebbe aprirsi la strada e sedere da protagonista ai tavoli decisionali europei.

Come sono i rapporti fra premier ed ex premier Conte?

Il presidente del Movimento ha l’intelligenza per ragionare non da ex premier ma da capo di un movimento che detiene la maggioranza relativa. La nostra linea è quella di dare sostegno al Paese, nel solco di quella presa d’atto della responsabilità che in questo momento le forze politiche dovrebbero avere.

Altra stoccata al Carroccio.

Chi deciderà di far mancare il suo appoggio al governo (di unità nazionale, lo ricordo), se ne assumerà la responsabilità davanti agli elettori.

E il Pd?

In alcune città non ci sono le condizioni per correre assieme ai dem. Però, li riteniamo un alleato irrinunciabile.

×

Iscriviti alla newsletter