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Le violenze di Roma tra sottovalutazione e responsabilità politica

Da anni che le forze dell’ordine non erano costrette a blindare il quadrato nel cuore della Capitale con Palazzo Chigi e la Camera dei deputati e non c’è memoria recente di un assalto violento alla sede di un sindacato com’è avvenuto ieri a quella della Cgil in Corso d’Italia. Dunque, è chiaro che la prevenzione e la reazione non sono state all’altezza della situazione. L’analisi di Stefano Vespa

Un dettaglio era emerso dopo l’operazione della Polizia del 30 settembre contro un gruppo di no vax, indagati per minacce al Presidente della Repubblica e a quello del Consiglio: gli investigatori non li conoscevano, quei quattro non avevano precedenti, fino a quel momento erano comuni cittadini. Un dettaglio preoccupante con il senno di poi perché le migliaia di persone che hanno inscenato una manifestazione di protesta a Roma contro la certificazione verde obbligatoria dal 15 ottobre erano quasi tutti comuni cittadini e la maggior parte di loro non ha scatenato gli incidenti né aggredito i blindati delle forze dell’ordine, ma è stata infiltrata da noti esponenti di Forza Nuova e da altri agitatori di professione che sono riusciti a mettere in difficoltà l’apparato di sicurezza.

I PRIMI ARRESTI

Non sorprendono quindi i 12 arresti effettuati nella notte dalla Polizia, compresi quelli dei leader di Forza Nuova Roberto Fiore e Giuliano Castellino, rispettivamente leader nazionale e leader romano dell’organizzazione. Castellino inoltre era da tempo soggetto a obbligo di soggiorno e divieto di partecipare a manifestazioni. Erano anni che le forze dell’ordine non erano costrette a blindare il quadrato nel cuore della Capitale con Palazzo Chigi e la Camera dei deputati e non c’è memoria recente di un assalto violento alla sede di un sindacato com’è avvenuto ieri a quella della Cgil in Corso d’Italia. Dunque, è chiaro che la prevenzione e la reazione non sono state all’altezza della situazione se molte decine di persone sono arrivate indisturbate in una strada lontana da Piazza del Popolo dove dovevano restare i manifestanti. È impossibile proteggere adeguatamente tutti gli obiettivi sensibili, nello stesso tempo forse nella pianificazione dell’ordine pubblico si pensava a una gestione più tranquilla dopo la minaccia di bloccare le stazioni ferroviarie il 1° settembre con il risultato che si ritrovarono solo poliziotti e giornalisti.

INDAGINI E ORDINE PUBBLICO

Dopo quanto è accaduto sabato 9 ottobre i temi da discutere nelle prossime settimane sono tre: un’accelerazione nelle indagini e nella prevenzione, come dimostrano i primi arresti e come quotidianamente si fa soprattutto monitorando il web; una più puntuale pianificazione dell’ordine pubblico; la responsabilità della politica tutta per evitare guai peggiori. Sul primo punto è probabile che polizia e magistratura intendano lanciare altri segnali pur nella difficoltà di individuare soggetti forse senza precedenti penali: moltissimi a Roma erano a visto scoperto. Riguardo all’ordine pubblico, è inaccettabile che si possa entrare in una sede sindacale come nella sede di un partito o in qualunque altra sede di organizzazioni o istituzioni e di conseguenza la prossima pianificazione dell’ordine pubblico dovrà essere molto più precisa di quanto visto a Roma.

LA POLITICA

Se volessimo ragionare in termini statistici, le migliaia di persone in piazza a Roma e a Milano sono una parte minuscola degli italiani che, pur con mille problemi economici o pandemici, stanno reagendo benissimo alle decisioni del governo e del Parlamento. Sarebbe invece un errore perché sono programmate altre manifestazioni e potrebbero capitare altri incidenti. Solo sabato sera, dopo parecchie ore, sono arrivate le dichiarazioni di Giorgia Meloni e di Matteo Salvini, leader dei partiti più vicini a coloro che hanno dubbi sull’uso estensivo del green pass e su alcuni obblighi. Erano passate le 20 quando la Meloni ha detto che “quelle delle violenze viste oggi a Roma sono immagini vergognose. Esprimo la mia totale vicinanza alle forze dell’ordine e la piena solidarietà al segretario dalla Cgil, Maurizio Landini. Solidarietà anche a migliaia di manifestanti scesi in piazza per protestare legittimamente contro i provvedimenti del governo e di cui nessuno parlerà per colpa di delinquenti che usano ogni pretesto per mettere in atto violenze gravi e inaccettabili”. Dopo Fratelli d’Italia, solo alle 21.30 in un tweet il leader della Lega ha scritto “Solidarietà alla Cgil per l’attacco subìto, sono vicino a lavoratrici e lavoratori che difendono, pacificamente, i loro diritti e le loro libertà”. Da entrambi un attacco al ministro Luciana Lamorgese, inadeguata e invitata alle dimissioni.

LA RESPONSABILITÀ

Dichiarazioni pesate, forse tardive, molto sintetica quella di Salvini, nessun riferimento a Forza Nuova né alle bandiere tricolori che sventolavano come se si trattasse di cacciare gli invasori e si volesse ristabilire la democrazia. La cronaca riporta la proposta di Emanuele Fiano, deputato del Pd, che annuncia una mozione urgente alla Camera per chiedere “lo scioglimento di Forza Nuova e degli altri movimenti dichiaratamente fascisti”. Deciderà il Parlamento, nel frattempo tra una settimana ci saranno i ballottaggi per il sindaco di importanti città a cominciare da Roma e si annunciano altri giorni di polemiche. Da tutti i partiti devono arrivare concreti segnali di responsabilità perché di fronte a certi fatti è impossibile restare in mezzo al guado.



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