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Green pass nelle piccole imprese? Un lavoratore su cinque non è vaccinato. L’allarme di Granelli

Il presidente nazionale di Confartigianato Marco Granelli, a poche ore dall’entrata in vigore dell’obbligo di controllare la certificazione verde. “Sostituire un lavoratore nelle piccole imprese non è facile. Spesso si tratta di persone con professionalità specifiche e non intercambiabili. C’è il rischio di rallentare il ritmo produttivo”

“Il giudizio sul decreto che introduce il green pass sui luoghi di lavoro è complessivamente positivo. Certo, per le micro e piccole imprese rimangono delle criticità da chiarire”. Sono attimi concitati per Marco Granelli, presidente nazionale di Confartigianato imprese. Venerdì scatta infatti l’obbligo, da parte degli imprenditori, di controllare la validità della certificazione vaccinale per i dipendenti. A poche ore dall’entrata in vigore delle disposizioni governative, si addensano ancora fitte zone d’ombra.

Marco Granelli, Confartigianato

Presidente Granelli, di che tipo di problemi parla per le piccole imprese?

Ci sono dei problemi applicativi. Sui controlli  all’interno delle piccole imprese e in particolare sulla privacy. Si pensi ad esempio ai  trasfertisti delle imprese edili. Spesso dormono fuori per portare avanti cantieri che distano centinaia di chilometri dalla sede dell’azienda. E’ evidente che l’imprenditore non riesce, fisicamente, a controllare i green pass.  Allo stesso modo, grosse criticità si registrano anche nel settore degli autotrasporti. In questo senso, registriamo il fenomeno della concorrenza sleale delle grosse imprese estere che, peraltro, non sono soggette ai nostri controlli.

Per i dipendenti che non si vogliono vaccinare, il decreto prevede una sostituzione del dipendente fino a venti giorni. Che ne pensa? 

Sostituire un lavoratore nelle piccole imprese non è facile. Spesso infatti si tratta di persone con professionalità specifiche. Sostituendole, c’è il rischio di rallentare il ritmo produttivo. Non solo: spesso, non si trovano figure adeguate che abbiano le competenze delle maestranze che lavorano in azienda. A questo quadro, si aggiunge l’ulteriore complicazione dell’inquadramento contrattuale. Tema sul quale c’è ancora tanta ambiguità.

Si può sopperire alla non volontà di vaccinarsi con i tamponi. 

Certo. Ma le nostre micro e piccole imprese spesso sono collocate in zone periferiche nelle quali le strutture in cui fare i tamponi sono ben poche. Per questo auspico che la durata del tampone sia almeno di 72 ore. Se così non fosse, si rischierebbe di non dar la possibilità alla gente che si vuole sottoporre al tampone di non poterlo fare a causa di intasamenti delle farmacie o delle strutture. Di conseguenza, verrebbe a mancare un cospicuo numero di lavoratori.

Nelle imprese artigiane, quanti sono i dipendenti che non si sono vaccinati e che non hanno intenzione di farlo?

Dal nostro osservatorio emerge che, mediamente, un lavoratore su cinque non è vaccinato. Soprattutto nella fascia giovanile. Proprio per questo, attendiamo con ansia alcune chiarificazioni da parte del Governo.

Cosa ne pensa delle manifestazioni no green pass di questi ultimi giorni?

Sono una vergogna. Ho manifestato personalmente la mia solidarietà al segretario delle Cgil Maurizio Landini. Sono atti vili, che in un Paese civile devono essere condannati tout court. La nostra è una posizione di tutela e di ascolto di tutte le posizioni, purché espresse nei modi e nelle maniere giuste, nel solco del rispetto reciproco. Il resto è squadrismo.

Da parte della politica cosa si aspetta?

Una presa di distanza unanime da queste oscenità. In questo momento gli imprenditori aspettano una risposta seria da parte della politica, specie sulle scelte che si dovranno compiere per rilanciare la ripresa.

Il green pass sarà un ostacolo alla ripresa?

Quando si dissiperanno alcuni dubbi, assolutamente no. Il vero problema, in questo momento, è legato al costo esorbitante delle materie prime, una rarefazione assoluta della mano d’opera, e un boom di costi sulle forniture energetiche. Questi sono i veri ostacoli per la ripartenza.



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