Se il film “Romanzo di una strage” avesse avuto tra il pubblico la stessa risonanza delle polemiche, le cose al botteghino sarebbero andate diversamente.
Ma a dispetto delle attese, il film di Marco Tullio Giordana, in 3 giorni di programmazione, distribuito in 251 copie, raccoglie 533.428 euro, con una media per sala di 2.125.
Certo non si può negare la flessione degli incassi verificatasi nel week end (-12%), ma sono i Titani in 3d (La Furia dei Titani) a strappare la vetta del botteghino italiano, seguiti dalla nuova commedia dei Vanzina (Buona Giornata) e poi da Quasi amici, ormai campione di incassi, da 6 settimane. Per ´Romanzo di una strage´ di Marco Tullio Giordana, solo un misero quinto posto.
Tutto è partito dall’istant book di Adriano Sofri, che contesta la tesi su Piazza Fontana portata sul grande schermo da Marco Tullio Giordana, una pellicola ispirata al testo di Paolo Cucchiarelli “Il segreto di Piazza Fontana”.
Ad esser contestate, nel testo online sul sito www.43anni.it, le tesi della doppia bomba, una preparata dagli anarchici e l´altra dai neofascisti per l´attentato del 12 dicembre 1969 che provocò la morte di 17 persone e che rimane una delle pagine più oscure della storia italiana.
Una “tesi insensata – scrive Sofri nell´istant book di 143 pagine -. Il film, avendo conservato questa tesi e avendola spogliata dell´attribuzione agli anarchici delle bombe ´innocue´, l´ha resa gratuita, dunque ancora più assurda: bombe d´ordine o parafasciste che raddoppiano bombe fasciste”.
“Ma un film non è la verità, nè ambisce ad esserlo”, scrive Benedetta Tobagi su Repubblica. “Dobbiamo a chi ha avuto il coraggio di fare questo film un dibattito vivace come non lo si vedeva da anni”.
D´altra parte, “appare abbastanza singolare l´esortazione a non pubblicare un libro, a non scrivere ciò che si pensa”, scrive sul Corriere della Sera Pierluigi Battista. E il riferimento è a due “intimidazioni” a “posteriori, a non divulgare ciò che Sofri pensa”, giunte dalle pagine del Giornale, da parte di “una delle firme più autorevoli del giornalismo italiano, Mario Cervi”, e da Miguel Gotor su Repubblica.
Per Battista, Sofri altro non avrebbe fatto che contribuire alla diffusione del libro e del suo rifacimento cinematografico: “Una confutazione che inevitabilmente renderà l´opera di Cucchiarelli più diffusa oggi e maggiormente studiata dagli storici di domani”.
Purchè se ne parli?