“Diaz è un film che racconta attraverso gli episodi della Diaz e Bolzaneto la sospensione dei diritti civili in Italia. Vorrei che gli spettatori vedendolo si domandassero che senso ha la nostra democrazia e che senso ha vivere in un Paese democratico”.
Così il regista Daniele Vicari ha spiegato il senso del suo film, “Diaz”, che sarà nelle sale dal 13 aprile. Alla presentazione della pellicola a Roma il regista ha sottolineato che tutti i fatti narrati nel film sono tratti dagli atti processuali e dalle sentenze della corte d´Appello di Genova: “Alla Diaz e a Bolzaneto centinaia di poliziotti hanno tolto dignità e diritti a centinaia di persone” ha spiegato Vicari, che ha specificato: “nel film non c´è nulla di inventato, anzi, ci sono alcuni episodi che abbiamo letto negli atti che erano irraccontabili e non ci siamo sentiti di metterli in scena”.
Nel film si incrociano le storie di alcuni partecipanti al G8 di diverse nazionalità, che la notte del 21 luglio 2001 subirono l´aggressione e i pestaggi da parte di alcuni reparti della polizia all´interno della Scuola Diaz, e poi le violenze nella caserma di Bolzaneto. Il film è una fotografia degli eventi, ma non indaga sulle responsabilità politiche e istituzionali che si nascondo dietro la vicenda: “Io non volevo fare un affresco storico, e costruire una teoria non è compito del cinema” ha specificato Vicari, che poi ha spiegato: “Se avessi dovuto raccontare il contesto politico avrei dovuto iniziare dai fatti di Napoli, e girare 10 film, ma io non volevo cercare il significato politico o storico della vicenda, ma il senso dell´avvenimento, ovvero la sparizione del principio di democrazia”.
Non ci sono dunque retroscena politici nel film “Diaz” che Daniele Vicari e Domenico Procacci hanno presentato oggi a Roma, ma sia il regista e sia il produttore hanno lanciato un atto di accusa contro istituzioni e politica, colpevoli, secondo loro, di non aver mai avuto una presa di posizione chiara di fronte alle vicende della Diaz e di Bolzaneto avvenute durante il G8 di Genova del 2001.
“Non possiamo non notare l´atteggiamento di assoluto silenzio in questi anni non solo della polizia ma di tutte le istituzioni, che avevano il dovere di dire qualcosa dopo le prime sentenze” ha affermato Vicari, che ha sottolineato: “Questa vicenda è stata totalmente rimossa: alcuni cittadini sono stati lasciati senza interlocutori, e in questo modo si perpetua l´inciviltà del comportamento che c´è stato dentro la Diaz”.
Secondo Vicari la sentenza della Corte di Cassazione prevista a giugno potrebbe essere la giusta occasione per una presa di coscienza a livello istituzionale: “Sarebbe il caso che dopo tanti anni qualcuno dicesse: -Sarebbe bene che queste cose non accadessero più-. Se nessuno si assumerà questa responsabilità nessun politico si potrà più lamentare se i cittadini non crederanno più nelle istituzioni e nella politica”.
Finora, secondo il produttore Domenico Procacci “è mancata totalmente un´assunzione di responsabilità, che sarebbe auspicabile anche prima della sentenza della Cassazione”. Il produttore ha rivelato di essere in contatto con la segreteria del Ministro dell´Interno per organizzare una proiezione: “Spero che riusciremo a mostrare il film al Ministro Cancellieri, perché a quel livello qualcuno dovrebbe spendere una parola”.
Il produttore ha sottolineato che la polizia non ha rilasciato nessun commento sul film, e ha ricordato: “Nei giorni scorsi è stato rilasciata una circolare che ricorda ai singoli poliziotti che bisogna essere autorizzati dal ministero dell´Interno prima di fare dichiarazione sui film che riguardano l´operato della polizia”.
“La polizia cerca di coordinarsi e non lascia spazio a prese di posizione autonome. Mi spiace che non abbia il desiderio di esprimersi affatto sui fatti che raccontiamo nel film”, ha ricordato il produttore, specificando poi: “In questi anni c´è stata un´ambiguità da parte della polizia che mi piacerebbe finisse, ma quel comunicato sembra andare nella direzione contraria”.
L´augurio del regista è che molti poliziotti e poliziotte vadano a vedere il film: “Sono convinto che la maggior parte di loro non condivide un certo modo di considerare la polizia e la sua funzione sociale” ha detto.
Intanto il 15 maggio “Diaz” sarà proiettato al Parlamento europeo alla presenza del regista. L´iniziativa è stata organizzata dal gruppo dei Socialisti e Democratici all´Europarlamento.
v.c.