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Lavori gravosi, il duro botta e risposta tra Damiano e Boeri

Dopo l’intervista di Formiche.net a Cesare Damiano, che chiamava in causa Tito Boeri, l’ex presidente dell’Inps ci scrive: “Mi accusa di dire il falso sulla Commissione sui lavori gravosi da lui presieduta. Allora renda pubblici gli elenchi”. Replica Damiano: “Inaccettabile disinformazione”

In merito al passaggio qui di seguito dell’intervista rilasciata a Formiche.net da Cesare Damiano il 18 ottobre scorso, riceviamo e pubblichiamo le osservazioni di Tito Boeri e la contro-replica di Damiano.

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A proposito di lavori gravosi, in un’intervista alla Stampa l’ex presidente dell’Inps, Tito Boeri, ha criticato l’assenza di stime sulla platea di lavoratori e di costi per consentire la flessibilità a queste categorie…

I conti sono stati fatti, i costi e la platea dei lavoratori individuati. La Commissione da me presieduta si è insediata a maggio di questo anno, non due anni fa. Questa è la verità, il resto è disinformazione. Boeri deve documentarsi di più prima di parlare.

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Scrive Tito Boeri:

Noto che Cesare Damiano ha concesso un’intervista alla vostra testata in cui mi accusa di dire il falso sulla Commissione sui lavori gravosi da lui presieduta. La Commissione è stata istituita nel dicembre 2016 e ha iniziato i lavori prima della fine della passata legislatura. Quindi quasi 5 anni fa, in perfetta applicazione del principio secondo cui le commissioni servono solo a prendere tempo.

L’elenco di mansioni cui fa riferimento Damiano non ha corrispettivo nelle banche dati Inps (Uniemens). Chi vuole fare valere il proprio stato di addetto a mansioni gravose deve perciò esibire certificazioni effettivamente gravose da ottenere, tant’è che solo il 5% di chi avrebbe i requisiti fa domanda di Ape Sociale in questo modo. Gli altri ottengono l’Ape Sociale in quanto disoccupati. Damiano ci informa che la sua Commissione ha prodotto stime delle platee di lavoratori addetti a mansioni gravose. Ce ne rallegriamo. Lo faremo ancora di più quando le renderà pubbliche, possibilmente con lo stesso dettaglio dell’elenco prodotto dalla sua Commissione.

Replica Cesare Damiano:

In merito alle affermazioni di Boeri che contribuiscono, purtroppo, a creare una inaccettabile disinformazione sui lavori svolti dalla Commissione lavori gravosi, vorrei precisare alcune cose. Primo punto: la Commissione, prevista dalla Legge di Bilancio del 2020, è stata istituita nel novembre di quello stesso anno e, nella formazione da me presieduta, si è insediata nel mese di maggio del 2021 e ha concluso a settembre, con un consenso unanime dei suoi componenti, un primo fondamentale capitolo dell’attività prevista (la graduatoria dei lavori gravosi). Dunque, in tempi record: cinque mesi, agosto compreso. La Commissione del 2016 non c’entra nulla.

La graduatoria di 92 categorie professionali che abbiamo stilato, che vanno dalla mansione più gravosa (conduttori di impianti e macchinari per l’estrazione e il primo trattamento dei minerali) a quella a rischio zero, che ovviamente non entreranno mai nell’Ape, (membri di organismi di governo e di assemblee con potestà legislativa e regolamentare), è stata costruita su dati Istat, Inps e Inail e utilizzando alcune ricerche delle università di Torino e Milano. La graduatoria unica tiene conto di frequenza e gravità di malattie professionali e infortuni.

Ogni categoria ha le platee di riferimento fornite da Istat e Inail, mentre i costi sono stati calcolati da Inps: vedi audizione di Tridico alla Commissione Lavoro della Camera del 12 ottobre scorso (dati riportati oggi in dettaglio da Valentina Conte su un articolo di Repubblica). La graduatoria, così come l’intero documento conclusivo, è nelle mani del Ministro del Lavoro che ha la responsabilità politica dell’utilizzo di quanto prodotto dalla Commissione. Mi spiace che si continui a fare, da parte di Boeri, opinione sul nulla con affermazioni non supportate da fatti oggettivi contribuendo in questo modo a creare confusione e disinformazione su un tema così delicato che investe i destini delle persone.

 

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