Da oggi al 29 ottobre a Rimini si aprono le porte di Ecomondo. Questa mattina, durante la 10° edizione degli Stati Generali della Green Economy, è stata presentata da Edo Ronchi, presidente della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, la Relazione 2021 sullo stato della Green economy in Italia, i risultati raggiunti in questi dieci anni e il ruolo strategico dell’economia verde al 2030, con un focus sulla digitalizzazione per la transizione ecologica
Un percorso con precisi obiettivi al 2030 e, soprattutto, una legge sul clima. Così, nel prossimo decennio, l’Italia può fare un grosso passo verso la transizione ecologica grazie alla decarbonizzazione e all’economia circolare; al Green Deal europeo e alle risorse del Pnrr; alle nuove opportunità di innovazione e investimento, rafforzando e rilanciando importanti settori produttivi di beni e servizi. È questo il messaggio che parte oggi da Rimini, nell’ambito della manifestazione Ecomondo-Key Energy, in programma dal 26 al 29 ottobre, dove il mondo della green economy torna a riunirsi in presenza nei saloni di Italian Exhibition Group dedicati all’economia circolare e alle energie rinnovabili.
Al taglio del nastro, oltre al presidente di Italian Exhibition Group Lorenzo Cagnoni, erano presenti, per il governo, Ilaria Fontana, sottosegretario al ministero della Transizione Ecologica e Barbara Floridia, sottosegretaria all’Istruzione. A seguire la 10° edizione degli Stati Generali della Green Economy, durante i quali è stata presentata da Edo Ronchi, presidente della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, la Relazione 2021 sullo stato della green economy in Italia, i risultati raggiunti in questi dieci anni e il ruolo strategico dell’economia verde al 2030, con un focus sulla digitalizzazione per la transizione ecologica.
Queste alcune proposte uscite dagli Stati Generali per un percorso di avvicinamento al 2030. Approvare una legge per la protezione del clima con misure più rigide per la neutralità climatica, raddoppiare le rinnovabili dal 20 al 40% e tagliare il consumo dei combustibili fossili del 40% al 2030, coinvolgere fattivamente le città nel raggiungimento dei target climatici. Valorizzare e sviluppare le potenzialità dell’Italia per l’economia circolare e il riciclo vincolando almeno il 50% delle risorse del Pnrr per sostenere progettazione e innovazione di processi produttivi e di prodotti, semplificare le procedure End of Waste e promuovere l’impiego di materiali riciclati.
Accelerare la decarbonizzazione dei trasporti aumentando gli investimenti per il trasporto pubblico locale, disincentivando l’uso dell’auto privata in città e approvando una legge quadro per la mobilità condivisa. Sostenere la transizione ecologica in agricoltura. Approvare la legge per la difesa del suolo. Migliorare la tutela e la valorizzazione del capitale naturale e recuperare i ritardi dell’Italia nella digitalizzazione per sostenere la transizione ecologica. Il tutto guardando alla COP 26 sui cambiamenti climatici che si aprirà tra qualche giorno a Glasgow, in Scozia. A proposito della quale Ronchi sollecita la Cina, “che è una superpotenza economica, affinchè alla COP 26 prenda maggiori impegni per l’attuazione dell’Accordo di Parigi”. “L’Italia non deve perdere questa occasione – ha proseguito Ronchi – Deve puntare, con più decisione a far parte delle locomotive europee della green economy, vincendo la sfida della neutralità climatica con un’economia de carbonizzata e competitiva, capace di generare maggiore occupazione e un miglior benessere. Il successo di Glasgow dipende dal consolidamento dell’alleanza dei Paesi che si stanno impegnando per la neutralità climatica, guidati dall’Europa e dagli Stati Uniti”.
Come ogni anno la Relazione sullo stato della Green economy ci presenta una fotografia dell’Italia verde. Nel 2020 calano, a causa della pandemia, le emissioni di gas serra di quasi il 10%, ma hanno ripreso a crescere nel 2021 ( si stima del 6%). Se l’Italia recepisse il nuovo target europeo di riduzione del 55% al 2030, dovrebbe tagliare le proprie emissioni entro i prossimi dieci anni del 26,2%. Intanto anche gli eventi estremi continuano a crescere: lo scorso anno quelli legati ai cambiamenti climatici sono stati 1300; nel 2011 non raggiungevano i 400.
Per quanto riguarda energia e rinnovabili, nell’ultimo anno il consumo da fonti rinnovabili è stato di 21,5 Mtep e sono stati installati solo 800 MW di nuovi impianti. Per raggiungere il target europeo si dovrebbero installare almeno 6000 MW l’anno per i prossimi dieci anni. Intanto i consumi di energia si sono ridotti di oltre il 9%; u n calo in linea con quello del Pil, a conferma che la contrazione dei consumi di energia è stata causata dalla crisi della pandemia.
Si stima che nelle città si producano due terzi delle emissioni globali di gas serra. La sfida della neutralità climatica è un impegno decisivo per il futuro delle città. E proprio in vista di Glasgow, lo scorso luglio è stata presentata dal Green City Network la “Carta delle città verso la neutralità climatica”, alla quale hanno già aderito oltre 45 città italiane, per promuovere un nuovo impegno delle città o sostenere un rinnovamento del Patto dei Sindaci aggiornato ai target al 2030 e al 2050.
Continuano intanto le buone performance dell’Italia nell’economia circolare. Nel 2020 si è classificato al primo posto tra i cinque principali Paesi europei per produttività delle risorse, davanti a Francia, Germania, Spagna e Polonia. Nel 2019 sono stati avviati a riciclo 14 milioni di tonnellate di rifiuti urbani, pari al 51% dei rifiuti prodotti, seconda solo alla Germania. Si colloca poi al secondo posto, dietro la Francia, per il tasso di utilizzo circolare di materiali, che misura il grado di impiego dei materiali riciclati all’interno dell’economia in relazione all’uso complessivo di materie prime.
Costante il calo delle vendite delle auto sia diesel che a benzina. Se ne avvantaggiano le alimentazioni alternative (Gpl/metano, ibrido, elettrico) che nel 2020 rappresentano quasi il 30% del nuovo immatricolato. Le auto elettriche sono triplicate, passando dalle 17 mila unità del 2019 alle 60 mila del 2020. Ma siamo ancora molto lontani dal target di 6 milioni di auto elettriche al 2030.
Continuano gli allarmi per il capitale naturale. Il nostro è il Paese europeo che preleva la maggior quantità di acqua dolce per uso potabile e si colloca al secondo posto per consumo pro capite. Il consumo del suolo continua senza sosta: nel 2020 le nuove “coperture artificiali” hanno riguardato oltre 56 kmq, una media di oltre 15 ettari al giorno, due metri quadrati ogni secondo. Non è stato raggiunto l’obiettivo di un soddisfacente stato di conservazione dell’habitat e delle specie.
Quest’anno la Relazione contiene anche un focus sul rapporto tra trasformazione digitale e transizione ecologica. L’Italia, purtroppo, non primeggia per performance in tecnologie digitali. Secondo un’indagine della Commissione europea risulta, infatti, sotto la media, davanti solo a Romania, Grecia e Bulgaria. Il ritardo nella digitalizzazione rispetto agli altri grandi Paesi europei è un gap da superare per realizzare la transizione ecologica, per gli alti potenziali dell’impiego della digitalizzazione nella transizione energetica climaticamente neutrale, nello sviluppo dell’economia circolare, nella mobilità urbana sostenibile, nelle green city e nell’agricoltura di qualità ecologica.
Il ministro della Transizione Ecologica Roberto Cingolani, impegnato in Lussemburgo per una ministeriale straordinaria sull’emergenza costi energetici, ha voluto essere vicino a tutti gli operatori presenti a Rimini, ricordando come “questa Fiera sia diventata il punto di riferimento per l’intero comparto verde, italiano e sempre più europeo e mediterraneo”. “In sede europea, ha proseguito Cingolani, si delineano in sede europea le strategie per assicurare un futuro migliore alle prossime generazioni (ricordiamo il Green Deal, la proposta Fit for 55) e il PNRR e le altre risorse quali il fondo complementare rappresentano una significativa dotazione finanziaria per far partire la transizione ecologica”.