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Così Merkel lascia la spina Bri nelle mani di Scholz

In occasione del 35° anniversario dell’instaurazione di relazioni amichevoli tra Shanghai e Amburgo, è giunto nella città tedesca il primo treno merci Cina-Europa a pieno carico. Nel frattempo spuntano le prime proteste anti Xi in Grecia

La spina cinese nelle mani di Scholz. La cancelliera uscente, di fatto, consegna nelle mani del socialista, vincitore delle elezioni, lo scottante dossier relativo alla Bri. Infatti in occasione del 35° anniversario dell’instaurazione di relazioni amichevoli tra Shanghai e Amburgo, è giunto nella città tedesca il primo treno merci Cina-Europa a pieno carico: lo “Shanghai Express” rappresenta una pietra miliare nella cooperazione tra Amburgo e Shanghai, nonché tra Germania e Cina. Nei fatti, se da un lato aumenta esponenzialmente i servizi ferroviari tra l’Europa e l’Asia nel mezzo della crisi logistica globale, dall’altro rafforza la penetrazione della BRI, nonostante gli appelli Usa e le prime proteste anti Xi segnalate in Grecia.

SHANGHAI EXPRESS

Lo Shanghai Express ha portato in Germania 50 container di merci tra cui abbigliamento, ricambi auto e pannelli solari. Ha percorso più di 10.000 km in due settimane prima di arrivare ad Amburgo, attraversando la regione autonoma nordoccidentale dello Xinjiang Uygur, il Kazakistan, la Russia, la Bielorussia e la Polonia. È di tutta evidenza che il vettore ferroviario è un’alternativa concreta al trasporto marittimo e aereo. Lo dimostrano i numeri del 2020, quando ci sono stati oltre 230 viaggi commerciali settimanali tra Amburgo e ben 20 destinazioni nella Repubblica popolare cinese.

Nel corso del 2021 alle rotte iniziali si sono aggiunti collegamenti da Shijiazhuang (nella provincia di Hebei) e Wuhei (nel Gansu). Suggellano una relazione che ha raggiunto il suo apice nel volume dei containers, circa 107.000 TEU trasportati su rotaia, senza dimenticare che i porti delle città di Amburgo e Shanghai sono in solida partnership sin al 2004. Per ora la tratta dello Shanghai Express sarà coperta una volta a settimana, ma in futuro è previsto un ampliamento del servizio.

BRI

Sin dalla loro inaugurazione nel 2011, i treni merci Cina-Europa complessivamente hanno viaggiato su 73 rotte, raggiungendo più di 170 città in 23 paesi europei. Ma la crescita maggiore si è registrata dall’inizio del 2021, con un aumento del 32% dei treni merci che hanno toccato lo scorso agosto il numero record di 10.030, migliorando di due mesi il target raggiunto l’anno scorso. Un trend che, se osservato con tale costanza anche nei prossimi anni, porterà ad una complessiva ridefinizione delle relazioni commerciali (ma anche geopolitiche) tra il Vecchio Continente e il paese guidato da Xi.

Non a caso il ministro degli Esteri cinese Wang Yi è in questi giorni in Europa, non solo per il G20 di Roma, ma anche per consolidare le partnership già in piedi con players regionali strategici come Grecia, Serbia, Albania (dopo aver visitato il Qatar lo scorso 25 ottobre dove ha incontrato una delegazione del governo ad interim dei talebani).

BUSINESS & DIRITTI

L’interesse cinese nel costone balcanico non è di oggi, ma figlio di un lungo pensiero che è stato alla base della Via della Seta, come dimostra la privatizzazione del porto greco del Pireo da parte di Cosco. Grecia, Serbia, Albania rientrano inoltre all’interno del meccanismo 17+1, che unisce Cina e 17 Paesi dell’Europa centrale e orientale (PECO). Rappresentano per Pechino la naturale esecuzione della BRI per entrare in Europa. Ma non mancano gli inciampi, come il caso Taiwan e quello più ampio relativo ai diritti.

Un episodio accaduto in Grecia rappresenta questa fase meglio di analisi e previsioni: la recente accensione della fiamma olimpica a Olimpia, per dare il via alla staffetta della torcia a Pechino per i Giochi invernali del 2022, è stata interrotta dai manifestanti che hanno cercato di richiamare l’attenzione sulle violazioni dei diritti umani in Cina. Hanno mostrato striscioni con su scritto “No Genocide Games” e slogan a difesa del genocidio contro gli uiguri.

Pochi giorni fa inoltre un incidente al Pireo era costato la vita ad un operaio greco 45enne, riaprendo così il tema della sicurezza e delle condizioni di lavoro nell’immenso porto acquisito da Cosco per il 67%.

Intanto si sono svolte le prime visite di alti funzionari Usa nei Paesi in via di sviluppo per discutere della Build Back Better World, ovvero il controcanto americano alla Bri. Si tratta di potenziali investimenti in progetti infrastrutturali coinvolgendo i membri del G-7.

@FDepalo

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