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Renzi spiazza destra e sinistra con la laicità cristiana

Gli avversari di Matteo Renzi provenienti dai Ds hanno visto nella militanza giovanile cattolico-democratica del sindaco di Firenze una zavorra sul terreno delle libertà civili. Tematiche su cui la riflessione e le proposte dell’aspirante leader del Pd, smentendo pregiudizi radicati nel “popolo progressista”, rivelano un approccio innovativo, elastico, sperimentale, secondo molti osservatori.

Nel campo dei “temi eticamente sensibili” e dei diritti individuali il primo cittadino del capoluogo toscano spazia da un orizzonte liberale alle argomentazioni “no global”. Ai suoi occhi la fede cristiana non è un ostacolo per un agire politico improntato alla modernità laica. Lo spiega nel capitolo “Si chiamerà Partito democratico” del libro “Oltre la rottamazione. Nessun giorno è sbagliato per provare a cambiare”.

Richiamandosi alla “laicità cristiana” di Alcide De Gasperi e Luigi Sturzo così come alla “sinfonia delle religioni” illuminata da Alexis de Toqueville nella “Democrazia in America”, Renzi rivendica con orgoglio il proprio essere cattolico, il tentativo di vivere per quanto possibile la fedeltà al messaggio e ai valori di Cristo e la fede davanti alla coscienza. Ma nell’esperienza di sindaco ricorda di “avere giurato sulla Costituzione, non sul Vangelo”. E tuttavia è convinto che l’ispirazione religiosa, non soltanto cattolica e cristiana, possa essere molto utile alla società: “Non si può restringere la fede al solo ambito privato. Ma non si può usare l’appartenenza religiosa come chiave d’accesso a posti di responsabilità”.

Riconoscimento giuridico delle unioni civili 

L’ex fautore della rottamazione è da tempo a favore della “civil partnership” vigente nel Regno Unito, con cui viene riconosciuta alle coppie gay e lesbiche la possibilità di vincolarsi in un’unione giuridicamente registrata molto simile al matrimonio. Che regola anche le coabitazioni non ufficiali dei partner di sesso diverso o dello stesso sesso, a cui è accordata una varietà di diritti e facoltà, dalle assicurazioni all’immigrazione, dall’assistenza sanitaria alla possibilità di subentrare nei contratti di affitto in caso di morte del compagno. Tesi già enucleate nel suo programma per le primarie 2012, in cui aveva proposto la creazione di un istituto che convalidasse legalmente il legame d’amore e il progetto di vita solo delle coppie dello stesso sesso – “Per le altre esiste il matrimonio civile che altrimenti verrebbe svilito” – garantendo con l’impegno pubblico cittadinanza, assistenza, successione, equiparazione fiscale e pensionistica. “Parlando da politico – spiega Renzi – il matrimonio non deve essere considerato un sacramento. Magari lo rimane nel mio cuore, ma nell’esercizio della libertà voglio che le persone siano in grado di assumersi diritti e doveri”. Il primo cittadino di Firenze non si spinge al punto di ritenere legittima la possibilità di adozione dei bambini da parte delle coppie gay, e dei genitori single. “Molto meglio semplificare e rendere umane la legge e le procedure per favorire le adozioni internazionali”. Grande affinità con uno dei referendum abrogativi promossi dai Radicali rivela il suo appoggio a una forte riduzione dei tempi per divorziare quando vi è il consenso fra le parti e in assenza di figli.

Cambiare la legge sulla fecondazione assistita e introdurre il testamento biologico

Una “complessiva revisione della legge che disciplina la fecondazione assistita si rende necessaria, per le criticità e le incoerenze più volte evidenziate dalla Corte europea dei diritti umani di Strasburgo”. Renzi si richiama alle reiterate sentenze della Consulta che ha smantellato intere parti della discussa normativa del 2004, dichiarando l’incostituzionalità delle sue molteplici proibizioni e la loro scarsa compatibilità con la legge sull’interruzione di gravidanza. Contraddizioni messe in luce in tema di diagnosi preliminare pre-impianto per evitare la trasmissione al bambino di malattie genetiche, di obbligo del trasferimento di tre embrioni per ogni intervento, di divieto del ricorso al seme di un donatore esterno quando non vi siano alternative per la coppia. Contro i fautori oltranzisti teo-con e teo-dem della legge in vigore, il sindaco del capoluogo toscano propone la costituzione di un’autorità ad hoc sul modello della Human Fertilisation and Embryology Authority che nel Regno Unito decide caso per caso secondo ragionevolezza e diritto. Punto cardine del suo programma e in polemica con i fautori dell’obbligo di prolungare ad ogni costo l’esistenza dei malati in stato vegetativo permanente o irreversibile è il riconoscimento giuridico del testamento biologico. Nel rispetto dell’articolo 32 della Costituzione che sancisce il diritto inviolabile alla salute e il principio della libertà di cura, l’aspirante leader del Pd propone di accordare a ogni persona “la facoltà di indicare nelle dichiarazioni anticipate di trattamento fino a che punto voglia sottoporsi a nutrizione e idratazione artificiale nel caso perda la coscienza e la capacità di esprimersi senza una ragionevole speranza di recupero”.

Cautela e diffidenza sulle biotecnologie

L’orizzonte liberale che ispira Renzi sui temi “eticamente sensibili” trova un freno nelle frontiere più avanzate della biotecnologia. A partire da quella umana, con un silenzio totale riguardo la ricerca scientifica sulle cellule staminali embrionali e sulla loro riproduzione per fronteggiare gravi patologie genetiche, degenerative, neurologiche. Ma il silenzio si trasforma in aperta ostilità nel campo delle biotecnologie “verdi”. Fortemente legato alla civiltà contadina e alimentare italiana che ha fatto dei suoi prodotti naturali un motivo di prestigio a livello mondiale, il sindaco di Firenze è contrario alla coltivazione e alla diffusione degli organismi geneticamente modificati sul nostro territorio. Per lui la priorità è puntare sulla salvaguardia delle nostre eccellenze e sulla sicurezza agroalimentare, studiando gli effetti dell’utilizzo di OGM sul terreno, nell’allevamento animale e sulla salute pubblica. Il principio di precauzione che ispira il suo ragionamento è finalizzato a evitare che “qualcuno possa seminare campi di mais transgenico in grado di contaminare con i pollini i campi vicini”.


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