Elettori in cerca di un nuovo partito o di nuovi rappresentanti. Cop26? Un passo ancora troppo timido verso la lotta ai cambiamenti climatici e il rapporto con i social network. Ecco cosa pensano gli italiani nel nuovo radar Swg
Nuove proposte politiche, soprattutto richieste dal centrodestra. Lotta al climate change ancora in salita e le incognite sul rilancio di Facebook. Il radar targato Swg di questa settimana ha aperto una finestra su vari aspetti che coinvolgono gli italiani. Vediamo tema per tema tutti i dettagli.
IN CERCA DI UN NUOVO PARTITO
Siamo usciti da poco dalle urne delle amministrative da nord a sud Italia, e il dato inconfutabile di queste ultime elezioni è stato il largo astensionismo dei cittadini.
Una grande fetta di persone non si sente ben rappresentata dall’offerta politica presente e questo in termini di movimenti e partiti si traduce in uno spazio sempre più frastagliato di sigle politiche nuove.
In cerca del proprio elettore, come la platea di cittadini è in cerca di un nuovo riferimento politico. Ben il 41% auspica infatti la nascita di un nuovo partito, il 25% di questi è predisposto a votare un partito ma non ne è soddisfatto, mentre il 16% di questi sono indecisi o astenuti.
I potenziali elettori si sono detti contrari alla dicotomia destra-sinistra: il 23% di chi auspica un nuovo partito vorrebbe che i partiti nuovi fossero slegati dalla logica dell’asse sinistra-destra.
La richiesta di un nuovo partito arriva però tendenzialmente più dall’area di centrodestra, in particolare dalla parte moderata. Ma che tipo di connotazione dovrebbero avere queste nuove forze politiche?
Persone serie e competenti e programmi chiari e concreti sono fondamentali, ma viene richiesta anche una marcata spinta al cambiamento.
Sui temi politici tra le priorità spicca la lotta per la legalità, mentre per il centrosinistra e il centro si spinge di più sulla riduzione delle disuguaglianze, nel centrodestra si chiede uno Stato più moderno ed efficiente. I sostenitori di un nuovo partito esterno all’asse politica tradizionale puntano invece soprattutto sui diritti dei lavoratori.
COP26, UN PASSO IN AVANTI TROPPO TIMIDO
Sulla Cop26 appena conclusasi e durata due settimane a Glasgow il Radar Swg ha ascoltato gli italiani proprio per capire il loro interesse all’evento e le loro prime valutazioni.
La conoscenza del meeting era molto larga ma solo il 30% aveva ben chiari i contenuti.
La metà dei cittadini ha colto dei progressi sui temi all’ordine del giorno che sono però ancora insufficienti. Ma il tutto è considerato un passo in avanti troppo timido.
Gli obiettivi di COP26 sono stati largamente condivisi ma il livello di “pessimismo” sulla loro raggiungibilità supera il 50%.
Ma quali sono secondo gli italiani le priorità da mettere in luce sull’ambiente? In primo luogo la deforestazione, le energie rinnovabili, la collaborazione tra governi, la fuoriuscita dal carbone (che però appare relativamente poco percepito come problema).
Un terzo degli ascoltati ha segnalato però Cop26 come un’occasione sprecata e le motivazioni le imputano agli ostacoli che arrivano dalle aree sviluppate del pianeta contro una possibile vera transizione ecologica.
Secondo gli italiani determinanti per combattere i cambiamenti climatici e vincere le sfide ambientali della Terra saranno innanzitutto la grande industria, la scienza, i governi nazionali e poi i cittadini. Ormai però è consolidata l’idea nell’opinione pubblica che è fondamentale anche la responsabilità personale.
META E I SOCIAL NETWORK, UN INTERESSE CHE STA SCEMANDO
Rispetto a 5 anni fa il giudizio sui social network si è fatto più duro. Lo scetticismo sembra colpire trasversalmente l’intero settore: da Facebook a Instagram, da LinkedIn a Twitter. L’emblema di questa crisi reputazionale però è proprio Facebook.
Non hanno aiutato gli scandali Cambridge Analytica e i più recenti Facebook Papers.
Il recente annuncio di Meta da parte di Mark Zuckerberg – una notizia che ha raggiunto oltre 7 italiani su 10 – e la recente enfasi sul concetto di Metaverso sono forse un tentativo per ripristinare l’immagine del gruppo.
Gli italiani però fanno fatica a immaginare un futuro post-internet fatto di metaversi e l’80% della popolazione, molti giovani anche, sul concetto di metaverso si dice preoccupato.
Il lancio di Meta si traduce in una contenuta perdita di consensi: 1 su 5 ha peggiorato la propria opinione verso Facebook.