Chi c’era e cosa si è detto alla conferenza stampa per la presentazione della Giornata nazionale dell’albero, con Ilaria Fontana, sottosegretario al ministero della Transizione Ecologica, Antonio Pietro Marzo, comandante del Centro unità forestali ambientali e agroalimentari e Maria Falcone, presidente della Fondazione Falcone
Il 21 novembre, in Italia, si festeggia la Giornata nazionale degli alberi. Lo stabilisce una legge del 2013 che prevede anche l’obbligo per i Comuni con più di 15 mila abitanti di piantare un albero per ogni nuovo nato, individuando un’area da destinare a foresta urbana. Una tradizione, questa, che viene da lontano se già nel 1923 la Festa dell’Albero era stata istituzionalizzata con la cosiddetta Legge forestale. Protagoniste assolute di questa ricorrenza sono sempre state le scuole, in prima linea in quella che con un termine un po’ ampolloso qualcuno ha definito appunto forestazione urbana, formulazione che troviamo già nella legge sul clima del 2019.
Dallo corso anno il ministero dell’Ambiente (si chiamava ancora così, oggi ministero della Transizione Ecologica) e il Raggruppamento Carabinieri Biodiversità (gli ex Forestali) stanno portando avanti un progetto nazionale di educazione ambientale rivolto alle scuole sull’importanza della forestazione e della conservazione della biodiversità. Il progetto Tree 4 future si propone di coinvolgere i ragazzi delle scuole primarie e secondarie in un percorso triennale finalizzato alla conoscenza degli habitat naturali presenti sul proprio territorio e delle specie animali e vegetali che li popolano; conoscere i vantaggi per l’ambiente e per la riduzione della CO2 con la presenza sempre maggiore degli alberi; condividere la conoscenza del grande bosco diffuso su tutto il territorio nazionale.
Quest’anno la Giornata degli Alberi aggiunge gemme di legalità con centro a Palermo e prevede la donazione e messa a dimora nelle scuole italiane di circa 50 mila piante nel triennio 2020-22. Lo hanno annunciato oggi in una conferenza stampa Ilaria Fontana, sottosegretario al ministero della Transizione Ecologica, Antonio Pietro Marzo, Comandante del Centro unità forestali ambientali e agroalimentari (Cufa) e Maria Falcone, presidente della Fondazione Falcone.
Ad oggi sono otre mille gli istituti scolastici che hanno aderito e intrapreso questo percorso verso la consapevolezza dell’importanza degli alberi per il contenimento dei cambiamenti climatici e la conservazione della biodiversità. E oltre 5 mila le piante messe a dimora. Queste piante vengono automaticamente geolocalizzate sul sito www.unalberoperilfuturo.it dove, con un algoritmo, viene calcolato in tempo reale il quantitativo di CO2 che ogni pianta assorbe. Nell’ambito del progetto sono state duplicate le gemme dell’Albero di Falcone (dalla pianta simbolo del riscatto civile contro le mafie, posta all’ingresso di quella che fu l’abitazione del magistrato e della moglie Francesca Morvillo, a Palermo) e i piccoli alberi verranno donati a tutte le scuole italiane per formare il grande bosco diffuso della legalità.
“Questo è il momento di invertire la rotta, possiamo cambiare le cose – ha detto Ilaria Fontana – Possiamo fronteggiare l’emergenza climatica in atto. Piantare alberi per dare letteralmente più ossigeno alle nostre città e promuovere un benessere per i cittadini che sia davvero equo e sostenibile. Grazie al Pnrr oggi possiamo spendere risorse per garantire un futuro più green per tutti”.
“Ci sarà una manifestazione a Palermo – ha aggiunto il generale Antonio Pietro Marzo – dove metteremo a dimora la pianta del Ficus di Falcone e cento di queste piantine verranno date alle scuole siciliane. Le prime delle quattro mila che produrremo nel nostro Centro per la biodiversità che distribuiremo in tutta Italia. Un messaggio di legalità che partirà dalla Sicilia, dove trova il suo humus, e si diramerà nelle altre regioni italiane”.
E dalla Sicilia è arrivato anche il messaggio di Maria Falcone che ha ricordato “il valore che l’albero di Falcone ha assunto da subito come simbolo del risveglio della città che voleva cambiare. Ed è bello quindi che ci sia questa manifestazione in cui questo albero ha dato la possibilità di crearne altri che saranno dislocati in tante parti d’Italia e del mondo, che potranno rappresentare la rinascita civile di tante città”.
Legambiente è tra le più attive associazioni nella mobilitazione dei propri simpatizzanti. In occasione di questa giornata organizzerà 500 eventi con la partecipazione di 15 mila studenti per piantare 10 mila alberi. “Un piccolo tassello per aumentare il polmone verde del Paese e un contributo al più ampio progetto europeo Life Terra che si prefigge di piantare 500 milioni di alberi in tutta Europa entro il 2025”.
L’idea di piantare alberi (tanti peraltro) La troviamo anche nella dichiarazione finale del G20 che si è svolto a Roma in ottobre. “Riconoscendo l’urgenza di combattere il degrado del suolo e creare nuove vasche di assorbimento del carbonio, si legge nel documento, condividiamo l’obiettivo ambizioso di piantare collettivamente mille miliardi di alberi, concentrandoci sugli ecosistemi più degradati del pianeta. Sollecitiamo gli altri Paesi a unire le forze con il G20 per raggiungere questo obiettivo globale entro il 2030”.
Più realistico è parso ai più l’impegno sottoscritto a Glasgow da oltre cento Paesi (che detengono l’86% delle foreste del globo), in occasione di Cop 26, di mettere fine alla deforestazione entro il 2030, mettendo sul tavolo impegni finanziari pubblici e privati per oltre 19 miliardi di euro. Significativa la dichiarazione del padrone di casa, il primo ministro britannico Boris Johnson: un accordo chiave per proteggere e ripristinare le foreste della Terra. Questi grandi ecosistemi pieni di vita, vere cattedrali della natura, sono i polmoni del nostro pianeta.