Skip to main content

Così gli Usa possono battere la Cina. Report Cnas

Per contrastare l’aggressività cinese gli Stati Uniti devono usare meno muscoli e più testa. E provare a neutralizzare lo strapotere del Dragone agendo di concerto, insieme agli alleati di sempre. Solo così si mette alle corde il Dragone

La Cina è pronta a sfoderare le sue armi migliori per difendere la propria economia e affermare la propria supremazia globale. E pazienza se a rimetterci sarà la crescita, sua e degli altri. D’altronde, come visto con il fintech, a Pechino quello che conta è affermare i principi, a prescindere dal costo. Una logica un po’ miope, muscolare, che non è appannaggio di molti. Di questo sono più che convinti gli esperti del Center for a new american security (Cnas) che in un report hanno messo a fuoco l’attuale congiuntura tra la seconda economia globale e la prima, ovvero gli Stati Uniti.

“La Cina potrebbe essere disposta a schierare una ampia gamma di strumenti economici, in risposta a un possibile conflitto geopolitico. Sebbene sia la Cina sia gli Stati Uniti possano essere disposti ad accettare impatti economici negativi per perseguire i rispettivi obiettivi geopolitici, entrambi dimostrano anche una preferenza per mantenere ampiamente l’accesso al mercato dell’altro, il che potrebbe limitare l’uso delle forme più estreme di coercizione economica”. Insomma, guerra sì, ma fino a un certo punto. Almeno per gli Usa.

D’altronde, “le tattiche persuasive piuttosto che coercitive possono migliorare la posizione negoziale degli Stati Uniti quando cercano di gestire le tensioni geopolitiche. Sulla base di queste intuizioni, si raccomanda agli Stati Uniti, coordinandosi con Paesi che la pensano allo stesso modo, di esercitare una pressione congiunta sulla Cina quando utilizza strumenti economici per rispondere all’escalation geopolitica. Piuttosto che agire da soli, insomma, gli Stati Uniti dovrebbero coordinare e condividere le proprie risposte con i Paesi partner per massimizzare la pressione sulla Cina, rafforzando la loro capacità di imporre sanzioni e ridurre al minimo la capacità di ritorsione della Cina. E sebbene alcune circostanze possano richiedere agli Stati Uniti di agire unilateralmente o come first mover, questa dovrebbe essere una rara eccezione alla postura generale della pressione articolare”.

La conclusione degli esperti è questa: “Gli Stati Uniti dovrebbero avere una strategia di impegno verso la Cina ma vincolata, con la quale si impegnano in una escalation economica ma secondo le norme nazionali e internazionali. Ciò può includere un quadro giuridico nazionale per l’uso di strumenti economici, regole vincolanti per il commercio e gli investimenti internazionali o norme come il concetto di risposta proporzionata a una provocazione. Ma sempre con i partner strategici, di cui la Cina non è parte”.

×

Iscriviti alla newsletter