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L’ok di Ema a Novavax pensando agli indecisi e ai Paesi in via di sviluppo

Spingere la campagna vaccinale in corso, aumentare l’assistenza ai paesi in via di sviluppo, diversificare gli approvvigionamenti. Novavax ottiene luce verde dalla Ema per il vaccino contro il Covid

Il Nuvaxovid prodotto dalla public company statunitense Novavax sarà presto il quinto vaccino anti Covid approvato dall’Unione europea. Lo ha comunicato oggi la società, lunedì 20 dicembre, spiegando che l’ente regolatore europeo per i medicinali, la Ema, ne ha raccomandato l’uso. Scelta legata al facilitare la campagna vaccinale nell’Unione e aiutare quella di Paesi meno solidi, nonché a garantire differenziazione negli approvvigionamenti.

Quello della società del Maryland potrebbe essere un aiuto in una fase in cui la variante Omicron sta facendo tornare l’incubo di possibili misure restrittive — come sta già succedendo nei Paesi Bassi o come è successo per il Forum di Davos, rinviato con una decisone diffusa in mattinata per via della nuova fase epidemiologica.

NVX-CoV2373, sigla del farmaco Novavax, è indicato dai 18 anni in su. Attualmente è autorizzato in via emergenziale in alcuni Paesi asiatici (com’è Indonesia e Filippine), e secondo il trial clinico di Fase 3 ha un’efficacia molto buona contro i casi severi di malattia. Lo studio conclusivo, pubblicato sul New England Journal of Medicine, rivista di riferimento globale per il mondo scientifico-sanitario, ha confermato un’efficacia del 96,4 per cento contro il ceppo originario del virus, dell’86,3 contro la variante Alfa e dell’89,7 in generale. Lo studio è stato condotto su 30mila persone tra Messico e Stati Uniti, producendo generalmente lievi o moderati effetti indesiderati che sono stati eliminati entro un paio di giorni dopo la vaccinazione.

L’incognita resta la variante Omicron: per ragioni di tempo non è stato ancora possibile procedere con studi clinici diretti, sebbene la Novavax ha già annunciato di essere al lavoro su un vaccino specifico che dovrebbe essere pronto per gennaio. Questo potrebbe permettere alla società americana di far usare il proprio prodotto nei Paesi in via di sviluppo, dove i vaccini utilizzati non sono efficaci contro Omicron.

Un altro elemento di forza commerciale per Novavax è che il Nuvaxovid si basa sulla tecnologia delle proteine ricombinanti, che possono, cioè, assemblarsi per formare particelle simil-virali che inducono il sistema immunitario a produrre anticorpi. Questa biotecnologia è in uso da molti anni e potrebbe essere usata per superare la vulgata secondo cui i vaccini a mRNA (come quelli prodotti da Moderna e Pfizer) non sono affidabili in quanto “sperimentali” – non è così, i vaccini contro il Covid hanno avuto una sperimentazione rapida che non ha bruciato le tappe ma che è stata più efficace perché ha goduto di più risorse e più organizzazioni visto la dimensione dell’emergenza, ma la fase di sperimentazione si è conclusa da molto tempo e tutti i vaccini contro il Covid sono approvati o autorizzati e soprattutto sono stati somministrati su miliardi di persone con effetti collaterali infinitesimali.

“NVX-CoV2373 introduce nell’organismo la proteina Spike messa a punto in laboratorio e mixata con un adiuvante a base di saponina che serve per stimolare il sistema immunitario innato. Quest’ultimo aiuta a sua volta l’innesco della risposta adattativa, ovvero i linfociti T e B, e di conseguenza la produzione di anticorpi diretti contro il coronavirus», ha spiegato al CorSera Sergio Abrignani, membro del Comitato Tecnico Scientifico (Cts) e Ordinario di Patologia generale all’Università Statale di Milano.

“È una tecnica utilizzata da più di trent’anni: ha permesso di produrre vaccini oggi usati anche per proteggere i neonati, senza il rischio di effetti collaterali di rilievo: sono quelli contro l’epatite B, il meningococco B, l’herpes zoster e l’Hpv. Può rappresentare un’arma importante verso indecisi e timorosi”, ha sottolineato Abrignani. Secondo Emer Cooke, direttore della Ema, mantenere un portafoglio diversificato di vaccini che utilizzano tecnologie diverse è il modo migliore per proteggersi dalle nuove varianti del coronavirus e dagli sviluppi imprevisti della pandemia.

La Novavax inizierà le spedizioni dei 200 milioni di dosi ordinate in agosto dall’Ue durante il primo trimestre del 2022. Saranno prodotti in partnership con il Serum Institute of India (SII), gigante della produzione di vaccini, e in parte potrebbero essere utilizzate subito per finanziare le campagne vaccinali di Paesi in via di sviluppo anche attraverso il programma Covax.



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