Nell’anno 2022 della ripresa e, si spera, della sconfitta del virus, il futuro dell’anima e del cuore vuole andare incontro alla vita riconoscendo nella fragilità del mondo il suo valore. È la speciale opportunità per non disperdere la forza straordinaria dell’interiorità e dissipare, insieme all’indifferenza e alla violenza, un malessere più profondo
Si chiude un anno difficile, il 2021. Contagi in crescita per la variante Omicron, e, tra prudenza e timori, nuove misure di contenimento del virus e controlli rafforzati alle frontiere. Per l’Italia e per il mondo, si apre un anno grigio.
Salutiamo così un calendario segnato da una crisi non solo sanitaria ma anche economico-sociale e relazionale non ancora conclusa.
“Accanto alla maggioranza ragionevole e saggia si leva un’onda di irrazionalità. È un sonno fatuo della ragione, una fuga fatale nel pensiero magico, stregonesco, sciamanico, che pretende di decifrare il senso occulto della realtà”, spiega il Rapporto Censis 2021. Per il 5,9% degli italiani (circa 3 milioni) il Covid non esiste, per il 10,9% il vaccino è inutile. Per il 5,8% la terra è piatta e per il 10% l’uomo non è mai sbarcato sulla luna.
Nell’incertezza del futuro, una nuova grande emergenza è il drammatico calo della natalità. Secondo l’Istat, nei primi nove mesi del 2021, 12 mila e 500 nascite in meno rispetto allo stesso periodo del 2020, un calo quasi doppio rispetto a quanto osservato tra gennaio e settembre dell’anno precedente.
Ma, con il nuovo anno alle porte, la vera sfida di responsabilità è guardare avanti con fiducia.
The Economist ha incoronato l’Italia “Paese dell’anno” per il 2021. Non per la maggiore felicità e benessere ma per i migliori progressi nell’efficacia del piano vaccinale e per la competenza del Presidente del Consiglio Mario Draghi, leader riconosciuto a livello internazionale.
Corsa contro il tempo per realizzare i 51 obiettivi del Pnrr, in gran parte già acquisiti, cruciali per l’esborso delle risorse ma anche cardine di un processo politico di integrazione europea.
Lotta alla pandemia e sviluppo economico sono, dunque, le priorità di un periodo decisamente complesso. In un contesto che richiede sempre maggiore cooperazione internazionale e solidarietà globale, insieme a responsabilità e buon senso individuali.
E mentre guardiamo ai dati, alle analisi e alle previsioni, qual è il dono preferito nell’oroscopo del nuovo anno? Salute, amore o lavoro? E quale cambiamento e trasformazione ci attende, per un diverso e migliore approccio alla vita?
Una silente malinconia sembra aver raffreddato un po’ tutto, in questi ultimi due anni. Progetti, desideri e relazioni.
Nello sconforto di una società spezzata, si impone, tuttavia, un futuro di speranza che parte dall’anima e dal cuore.
Il 2021 ha visto risalire in quota sentimenti e emozioni. Non più fattori di vulnerabilità e di dispersione ma bussola per il 2022, nella società travolta dal virus.
Una rotta per interrogarsi e cogliere, pur nella fragilità e nell’imperfezione, quella dimensione speciale che va oltre l’apparenza recuperando, nella profondità, la forza e l’eccezionalità del sentire.
È la prospettiva straordinaria delle donne, da sempre. Una grandezza definita da una parte interiore anche oscura che diventa energia.
Mentre si anima sempre più il dibattito politico per una successione che non esclude la speranza di vedere, nel 2022, una donna capo dello Stato, nell’anno che si conclude è maturata la consapevolezza critica per una maggiore presenza femminile quale tema strategico della ripresa nel mondo che ci attende. In una logica virtuosa di società inclusiva e di accelerazione del sistema economico e produttivo.
Secondo il Rapporto “European Institute for Gender Equality”, politiche attive a favore delle donne farebbero registrare, nel 2050, un incremento di circa 11 milioni di posti di lavoro in Europa e un aumento del Pil, a livello Ue, compreso fra il 6 e il 9%. Ma l’uguaglianza tra uomini e donne nell’Unione europea migliora molto lentamente, secondo il documento, e l’Italia è al quattordicesimo posto in Europa.
La parità di genere è l’obiettivo 5 dell’agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile Onu e principio chiave del pilastro europeo dei diritti sociali. Elemento strategico del Pnrr, si rafforza la tutela legislativa nazionale a favore di parità salariale, occupazione e imprenditorialità femminile e si registra una maggiore partecipazione delle donne ai processi decisionali della vita politica e economica.
Le donne 2021 certamente non sono passate inosservate. Sempre più in prima linea, in ogni latitudine e settore. Dalla politica all’economia e alla scienza, dal mondo del lavoro all’ambiente, dai diritti umani alla letteratura e allo sport.
Donne leader in prima persona, donne famose e non, e ogni singola donna nel proprio contesto sociale, familiare e individuale. Unite da competenza, coraggio, passione e pazienza e accomunate da una “visione” del futuro che accetta le sfide del domani.
Nel 2021, riconoscimenti e successi hanno marcato il calendario femminile per la “prima volta”.
Alla guida del dipartimento di Polizia di New York, prima volta per una donna, l’afroamericana Keechant Sewell, “una provata combattente del crimine, con l’intelligenza emotiva necessaria a offrire la sicurezza e la giustizia”, come affermato dal sindaco Eric Adams, per una città con un aumento del 100% dei crimini d’odio.
E così Michelle Wu, 36 anni, figlia di immigrati da Taiwan, è entrata nella storia come prima donna e prima asiatica a essere eletta sindaco di Boston.
Per Kamala Harris, vicepresidente degli Stati Uniti d’America, prima donna a ricoprire (seppur per soli 80 minuti), il ruolo di presidente degli Stati Uniti d’America, il 2022 sarà un banco di prova, dopo alcune difficoltà emerse negli ultimi mesi.
Alessandra Galloni, prima donna, in 170 anni, direttore responsabile di Reuters, è alla guida di un team di circa 2.450 giornalisti e 600 fotoreporter. E Maria Chiara Carrozza, esperta di bioingegneria e biorobotica, primo presidente donna nella storia del Cnr, ha spiegato: “Mi sono spinta sulla robotica per motivazioni etiche. Volevo aiutare le persone fragili, i disabili, gli anziani”.
Prima donna a capo dei Servizi segreti, in Italia. È Elisabetta Belloni, diplomatica da sempre impegnata nelle emergenze internazionali.
E, ancora, prima donna europea (e terza al mondo) comandante della Stazione spaziale internazionale, prima italiana a volare nello spazio, è l’astronauta e aviatrice dell’Aeronautica militare Samantha Cristoforetti. “Essere comandante non significa dare ordini, ma essere un facilitatore”, per coordinare al meglio il lavoro di squadra e fare in modo che “ogni problema possa essere risolto”, ha affermato.
Poche ma in crescita, nel 2021, le donne hanno rotto il “soffitto di cristallo” in ambito accademico. Una carriera tradizionalmente preclusa all’universo femminile. Dopo Antonella Polimeni, alla guida dell’Università La Sapienza di Roma, è rettrice, a Padova, Daniela Mapelli e, a Firenze, Alessandra Petrucci.
Sempre più numerosa la componente femminile di donne “per la prima volta”, nel Vaticano 2021 di papa Bergoglio.
Dopo la nomina dell’economista suor Alessandra Smerilli, sottosegretario del Dicastero per lo Sviluppo umano integrale, ultime in ordine di tempo sono suor Raffaella Petrini, segretario generale del Governatorato e suor Nathalie Becquart, sottosegretario al Sinodo dei vescovi. Segretario Generale della Pontificia Università Lateranense è Immacolata Incocciati, prima figura laica in questo ruolo. Promotore di giustizia della Corte d’Appello dello Stato della Città del Vaticano (equivalente al ruolo di pubblico ministero), per la prima volta è una donna, Catia Summaria.
Impossibile ricordare tutte le donne “speciali” del 2021.
Una medesima leadership, in tanti settori, fondata su “valori”, non sul “genere” femminile. Un cambio di paradigmi di pensare, agire e sentire per un’umanità disorientata e alla ricerca di una svolta per il domani che richiede coraggio, insieme a competenza e determinazione.
Maria Sole Ferrieri Caputi è prima donna arbitro di calcio di serie A, per dire basta ai cori sessisti e agli insulti violenti.
Ed è anche grazie a Simon Biles che si attende, per quest’anno, un’agenzia speciale contro gli abusi nello sport, secondo una proposta che ha già ottenuto l’appoggio del Consiglio europeo. Campionessa di ginnastica artistica (cinque medaglie a Rio 2016) ritiratasi alle Olimpiadi di Tokyo, Simon ha ottenuto, insieme a centinaia di altre bambine e ragazze, un risarcimento che non potrà, tuttavia, cancellare le ferite per aver subito molestie da parte del medico della nazionale.
E anche la solidarietà ha, in gran parte, il volto delle donne, nell’anno che si conclude. Nelle grandi comunità come in piccole associazioni o in forma privata, tutte animate dal desiderio di condividere e di aiutare chi ne ha bisogno.
Premio volontariato internazionale Focsiv 2021 a Hélène Augusta Ehret, 87 anni, fondatrice dell’associazione Missione Calcutta, 30 anni di amore per donne e bambine, sottratte alla solitudine al maltrattamento, e a Prisca Mwaitenele, premio “Volontario del Sud”, 46 anni, colpita da poliomielite a soli 4 anni, maestra di bambini con disabilità in Tanzania. Tenacia, altruismo e dedizione sono la luce di una vita al servizio degli altri per le donne Focsiv 2021.
Nella società civile, cresce il bisogno di solidarietà. È nata da due donne l’app “Buy Nothing” che conta 4 milioni di iscritti, in 44 Paesi. Ricetta per non sprecare nulla e per il gusto di donare, creando una “rete” di connessione di umanità.
Ma, forse, immaginando un futuro incerto e da definire, è soprattutto la forza dei limiti e della sofferenza il valore aggiunto delle donne 2021.
Provati dall’incertezza e dal disorientamento, alla disperata ricerca di riferimenti, potremo ricomporre i frammenti della vita con un nuovo sentire? E forse, abolite le immagini iconiche “vincenti” del passato, potremo percepire che il passato non era poi così “perfetto”?
Nel messaggio di Natale, il cardinale Mauro Gambetti ha ricordato: “La Chiesa non è il popolo dei perfetti ma del popolo dei credenti. Chi è che non si è allontanato da Dio per ottusità, per paura, per orgoglio, Pietro è un testimone della fede, non della perfezione”. “E’ necessario alzare gli occhi del cuore, lasciandosi afferrare dalla promessa di redenzione, aprendosi alle soprese della vita”.
Liliana Segre, 91 anni, presidente della Commissione straordinaria per il contrasto dell’istigazione all’odio e alla violenza, è simbolo, nella vita privata e istituzionale, di una cultura umana di conoscenza contro estremismo e intolleranza, odio e indifferenza. “Un nuovo protagonismo femminile non è più solo una scelta, è una necessità”, per uscire dalla pandemia “con un diverso livello di civiltà”, ha affermato la senatrice.
Emozionante l’Inno di Mameli suonato, al Quirinale, nell’anno che passa, dal pianoforte di Frida Bollani, musicista a 16 anni, figlia d’arte, ipovedente. “Lo considero un dono, anzi. Proprio per questo la natura mi ha dato tante altre cose, come la capacità di ascoltare in modo diverso rispetto agli altri e l’orecchio assoluto. La fortuna di non vedere, o vedere pochissimo, mi ha permesso insomma di sviluppare e tenere allenato l’udito”, sono le potenti parole di Frida.
E mai, come nel 2021, le donne paralimpiche hanno donato tanti messaggi per la vita. Consapevoli che, oltre le barriere architettoniche, è ancora lungo il percorso per abbattere quelle mentali. “Alle Olimpiadi si creano eroi, alle Paralimpiadi arrivano gli eroi”, ricordano.
Ambra Sabatini, 20 anni, è “perfettamente imperfetta”, come comunica con un tatuaggio sul corpo. “Imperfezione” che per l’atleta, oro paralimpico di atletica 2021, ha significato forza, in una “seconda vita” iniziata dopo il drammatico incidente del 2019.
E così Bebe Vio, oro paralimpico nel fioretto ai Giochi di Tokyo, nell’incertezza e nelle difficoltà, “mito” non solo sportivo ma con la capacità di ripartire dalla sofferenza attraverso un cambiamento vincente di mente e di cuore.
Donne testimoni del tempo, nel 2021, ognuna a modo proprio.
Eppure, in un mondo che sembra volersi liberare di pregiudizi, ingiustizie e stereotipi, non si è fermata la violenza. Solo in Italia, 109 femminicidi, nel 2021.
Molestie sul lavoro, violenze in casa, fisiche e psichiche. Abusi persino nella vita religiosa, per “opprimere o addirittura manipolare e distruggere” le consacrate, come si legge nella prefazione al libro di Salvatore Cernuzio “Il velo del silenzio” (ed. San Paolo).
Nell’anno 2022 della ripresa e, si spera, della sconfitta del virus, il futuro dell’anima e del cuore vuole andare incontro alla vita riconoscendo nella fragilità del mondo il suo valore. È la speciale opportunità per non disperdere la forza straordinaria dell’interiorità e dissipare, insieme all’indifferenza e alla violenza, un malessere più profondo.
Buon anno 2022!