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Gli Usa non hanno ancora un centro contro le interferenze maligne

Gli Stati Uniti stanno pensando da tempo a un centro di coordinamento contro le interferenze maligne straniere come quelle russe in Usa2016. Ma al Congresso non tutti sono d’accordo nel creare un nuovo soggetto tra le agenzie di sicurezza e intelligence

Mentre la Russia stava lavorando per influenzare le elezioni e seminare discordia tra gli americani, il Congresso ha diretto la creazione di un centro di intelligence per fermare le interferenze degli avversari stranieri. Ma due anni dopo, quel centro non è ancora prossimo all’apertura. L’Associated Press ha informazioni su una crepa statunitense che ricade sulle spalle del presidente Joe Biden.

Il Foreign Malign Influence Center dovrebbe servire per colmare il buco di preparazione dimostrato dagli Stati Uniti quando è mancata una strategia coesa per combattere le operazioni di influenza straniera — nel caso le infowar russe — con uno scarso coordinamento tra le agenzie di sicurezza nazionale.

Gli avversari che hanno cercato di interferire nelle ultime due elezioni presidenziali continuano a bombardare gli americani con campagne di disinformazione e alterazione dei fatti che hanno spinto tra le varie cose teorie cospirazioniste in momenti molto delicati per la democrazia negli Stati Uniti e nel mondo.

Ma la comunità dell’intelligence e il Congresso rimangono divisi sulla missione, il budget e le dimensioni del centro. Una persona identificata quest’anno come un potenziale direttore è stata assegnata altrove e probabilmente non sarà designato presto, secondo funzionari attuali ed ex sentiti dall’AP. Tutto mentre gli sforzi per contrastare queste interferenze continuano e con ogni probabilità nuove e più insistenti e sofisticate campagne potrebbero arrivare in occasione delle MidTerm del 2022.

“È davvero un regalo alla Russia, alla Cina e ad altri che hanno chiaramente le loro mire non solo sulle elezioni di metà mandato, ma sulle campagne in corso per destabilizzare la società americana”, ha detto all’agenzia David Salvo, vice direttore dell’Alliance for Securing Democracy e senior fellow del German Marshall Fund.

Tra le sostenitrici del centro c’è la Direttrice della National Intelligence (Dni), Avril Haines (l’anno scorso ha co-presieduto una task force del German Marshall Fund che lo sosteneva). In una dichiarazione, la portavoce ha detto che la Dni “è concentrata sulla creazione di un centro per facilitare e integrare gli sforzi della comunità di intelligence per affrontare l’influenza maligna straniera”. Ma alcuni legislatori sono preoccupati di espandere ulteriormente gli incarichi dell’ufficio che ha il compito di coordinare tutte le diciassette agenzie dell’intelligence statunitense. Il Dni è stato originariamente concepito come un (piccolo) organismo di coordinamento per affrontare i fallimenti di condivisione dell’intelligence che hanno preceduto gli attacchi dell’11 settembre.

“Vogliamo essere sicuri che questo centro migliori questi sforzi piuttosto che duplicarli o impantanarli in una burocrazia inutile”, ha detto il democratico della Virginia Mark Warner, presidente della Commissione Intelligence del Senato: “Non ho alcun dubbio reale che alla fine il centro si farà, in un futuro relativamente prossimo, ma dobbiamo essere sicuri di farlo bene”.

Davanti a una campagna di infowar pervasiva, complessa e articolata com’è stata per esempio quella durante Usa2016, per cui le intelligence statunitensi hanno accusato e sanzionato la Russia, il coordinamento tra le varie agenzie è cruciale. In quel caso si era visto come certe operazioni si spostassero dal cyberwarfare (con gli hacking e l’uso offensivo dei bot nei social network), per però passare anche a più classiche attività di influenza e contatti umani.

Tecnicamente le intelligence definiscono queste attività “influenza maligna”, e le considerano una minaccia alla sicurezza nazionale. I social media hanno contribuito a rendere la disinformazione una tattica economica e potente per gli avversari degli Usa. che possono spingere storie, video e immagini false o alterate, e amplificare le falsità che già circolano tra gli americani per promuovere i propri interessi e creare caos.

Gli Stati Uniti e altre autorità occidentali hanno recentemente accusato la Russia di diffondere disinformazione sul coronavirus e sui vaccini, di rubare dati dai server elettorali locali e statali, e di spingere storie false destinate a sfruttare le divisioni sulla razza e i diritti civili.

Gli Stati Uniti hanno valutato anche che la Cina alla fine non ha interferito nelle elezioni del 2020, ma Pechino è stata accusata di promuovere false teorie sulla pandemia e di cercare di influenzare le imprese e tutti i livelli di governo. L’Iran invece è stato accusato di sponsorizzare e-mail destinate a intimidire gli elettori di orientamento democratico a sostenere Trump.

Gli esperti dicono che il nuovo centro può avvertire gli americani sulle interferenze e produrre migliori informazioni per i politici. Ma ci sono anche freni di carattere etico tra i legislatori, che pensano a come la collettività recepirà una comunità di intelligence che aumenta il suo monitoraggio su ciò che gli americani vedono e leggono. Su tutto il peso delle campagne con cui FBI e NSA sono state accusate di spiare illegalmente gli americani. Vicenda che contribuisce alla sfiducia di molti americani nella comunità dell’intelligence, così come facevano gli attacchi di Donald Trump ai professionisti dell’intelligence e a quello che ha deriso come lo “stato profondo”.

Intanto i rivali degli Stati Uniti non stanno fermi, sollevando analisi sulla storia di interferenze segrete in altri paesi e sulle attività svolte per rovesciare governi visti come anti-americani. RT, uno dei principali media sostentato dal Cremlino, ha scritto per esempio che il centro proposto “è solo una copertura ufficiale per l’interferenza dell’intelligence americana nella politica interna”.

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