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Abbandono scolastico e bullismo, alla Sicilia il triste primato

Il 26% dei giovani siciliani tra i 18 e i 24 non ha conseguito il diploma e può considerarsi fuori da qualunque circuito educativo, in quanto non frequenta né un percorso scolastico, né un percorso di formazione professionale.
Si tratta del dato più alto registrato a livello nazionale, dove la media dei giovani drop out è pari al 18,8%.
 
Il bilancio è stato tracciato dal Censis nell´ambito di Di.Sco.Bull: un progetto promosso dal Ministero dell´Interno, in accordo con il Ministero dell´Istruzione, con i fondi europei del Pon Sicurezza per lo Sviluppo nelle quattro regioni dell´Obiettivo convergenza (Puglia, Campania, Calabria e Sicilia).
Gli interventi realizzati nella regione sono riusciti a contenere il fenomeno, ma non a ridurlo in modo drastico. Dal 2004 al 2009 il tasso di dropping out è sceso di 4 punti percentuali, tuttavia, oggi ancora un giovane siciliano su quattro si ferma a livelli di scolarità medio-bassi.
 
La Sicilia condivide con la Campania il triste primato della presenza di giovani Neet (not in education, employment or training), cioè di giovani che non studiano e non lavorano. Si tratta del 35,7% dei giovani di età compresa tra i 15 e i 29 anni (in Campania si arriva al 35,2%). E il dato supera il 36% se si considera la sola componente femminile.
 
Oltre al problema dell´abbandono scolastico e delle basse competenze, c´è anche il bullismo. Secondo gli operatori scolastici si tratta di un fenomeno che coinvolge trasversalmente i ragazzi provenienti da classi sociali diverse e che in determinati contesti diventa terreno fertile per la subcultura di stampo mafioso. Una recente ricerca sugli studenti delle scuole superiori della provincia di Palermo evidenzia che quasi il 25% dei ragazzi è stato coinvolto in uno scontro fisico e che nel 35,4% dei casi lo scontro è avvenuto a scuola, mentre un altro 15,5% degli studenti ha subito danneggiamenti e furti di oggetti dentro la scuola.


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