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ABC e “l’errore drammatico” sul finanziamento ai partiti

La Camera prova ad accelerare l´iter della proposta di legge firmata dai leader di maggioranza Angelino Alfano, Pierluigi Bersani e Pier Ferdinando Casini per inasprire controlli e sanzioni sui bilanci dei partiti. Ma è polemica sulle parole con cui i cosiddetti ´Abc´ hanno accompagnato il testo di un solo articolo che porta la loro firma e quella dei capigruppo dei partiti che sostengono il governo: “Cancellare del tutto i finanziamenti pubblici, destinati ai partiti, già drasticamente tagliati dalle manovre finanziarie del 2010-2011, sarebbe un errore drammatico”, si legge nella relazione illustrativa.
 
Insorgono l´Idv, i radicali e la Lega che promette di opporsi all´esame rapido, senza passaggio in Assemblea, del provvedimento. Proteste oggi anche su numerosi quotidiani, dall´editoriale di Marco Travaglio sul Fatto (“L´antipolitica sono loro”) al “Buongiorno” di Massimo Gramellini sulla Stampa (intitolato appunto “Errore drammatico”: “Il vero errore drammatico agli occhi dei cittadini è che al culmine di una crisi che sta atterrando l´Italia l´unico documento congiunto che ABC abbiano sentito l´esigenza di firmare sia quello a tutela dei loro interessi”). Ma anche Filippo Facci su Libero scrive “ABC si aggrappano ai soldi. I partiti non han capito nulla. Questi partiti sono finiti – tutti – e non lo capiscono”.
 
Anche il web ironizza sulle parole dei tre leader e conia un nuova hashtag su twitter “#erroredrammatico”.
 
Il testo
Il testo, sostanzialmente identico all´emendamento al decreto in materia di semplificazione tributaria dichiarato inammissibile da Fini, porta la data 12 aprile scorso, lo stesso giorno in cui è arrivato lo stop alla proposta di modifica presentata in commissione Finanze alla Camera. Nessun taglio ai finanziamenti pubblici ai partiti, né slittamenti della prevista rata di luglio. “La strada maestra” per altri provvedimenti, scrivono i firmatari, sono le proposte di legge all´esame della commissione Affari Costituzionali della Camera di attuazione dell´articolo 49 della Costituzione, attese in Aula a maggio. Con la proposta targata Abc invece “intendiamo approvare anticipatamente, nei tempi più rapidi possibili, una nuova normativa sulla trasparenza e sui controllo”. La via più rapida è l´assegnazione in sede legislativa alla commissione Affari Costituzionali del testo. Fini l´ha chiesta ma l´iter rapido potrebbe essere messo a rischio dall´opposizione di Lega e Radicali.
 
La proposta infatti è iscritta all´ordine del giorno della seduta di oggi pomeriggio e dalla maggioranza si dà per scontato che passi. Ma per il regolamento della Camera basta l´opposizione di un decimo dei componenti dell´Assemblea, cioè 63 deputati, a farla sfumare. Pierguido Vanalli della Lega ha già annunciato che il suo gruppo si opporrà ma, ammesso che sia presente in forze nell´Emiciclo, non sarebbe sufficiente. I deputati del Carroccio sono 59, servirebbe quindi un aiutino. Che potrebbe arrivare dai sei deputati radicali del Pd che tuttavia con Maurizio Turco fanno sapere che non si opporranno alla legislativa se verrà assicurata la diretta televisiva delle dichiarazioni di voto finali dalla Commissione.
Per il leader Idv, Antonio Di Pietro, va fatto di più: “La politica deve dare il buon esempio cominciando a tagliare gli sprechi e le vagonate di soldi pubblici incassati. La politica non può far finta di niente e ignorare le condizioni del Paese.
Il provvedimento all`acqua di rose proposto da Alfano, Bersani e Casini è una presa in giro per i cittadini e per la dignità delle istituzioni. Se si continua così i cittadini arriveranno con i forconi davanti Montecitorio”.
 
Fini: “La politica balla sul Titanic”
“Occorrono segnali immediati”, “tangibili” perché “per i partiti, per tutti noi è suonata la campana dell´ultimo giro”. Il presidente della Camera Gianfranco Fini spiega, in una intervista a ´Repubblica´, che “riformare i rimborsi elettorali non basta, bisognerebbe dimezzarli”. Il tempo è finito, la politica è in crisi e il malcontento della gente aumenta.
“Qui – dice Fini – si balla sul Titanic, se vogliamo restare in clima da centenario del naufragio. Serve uno scatto di reni, oppure dopo l´implosione si prospettano tre vie d´uscita, una peggiore dell´altra: astensionismo senza precedenti, frammentazione della rappresentanza, un populismo all´ennesima potenza che mette nel mirino i partiti in quanto tali e l´Europa.
Un mix esplosivo”. Tra le cose da fare subito, rilancia Fini, c´è “almeno” l´approvazione della “riduzione del numero dei parlamentari. Subito, senza perdere altro tempo. E non con validità 2018 come si dice nei corridoi, ma dalla prossima legislatura. E ancora: gli italiani pretendono a gran voce che i parlamentari siano eletti e non nominati”.
 
Fini è convinto che se la politica non correrà subito ai ripari “rischiamo di assistere a qualcosa che non ha precedenti: l´implosione dell´intero sistema politico” perché “questa crisi è ben più grave rispetto a quella che ha portato alla fine della Prima Repubblica”. Peraltro, sottolinea Fini nell´intervista a ´Repubblica´ “riformare la legge elettorale non basta se non si riduce il numero dei parlamentari”.
Il clima attorno al governo, secondo quanto osserva Fini, non aiuta le riforme dato che “Monti sembra sempre più sopportato che supportato” ma dopo le amministrative “tutto lo scenario politico è destinato a cambiare”. “Le situazioni eccezionali come quelle che hanno portato al governo Monti non possono essere assunte come la regola – ragiona Fini -. Le prossime elezioni restituiranno agli elettori la scelta su chi dovrà governare. Ma i partiti non potranno comportarsi come se quella di Monti fosse stata una parentesi”.


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