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L’Italia dice no a Maduro. L’estradizione di Ramirez e i diritti umani in Venezuela

Respinta la richiesta di estradizione dell’ex ministro, diventato critico del regime, presentata dal regime venezuelano. I reati contestati e i prossimi passi

Un altro caso lega il Venezuela con l’Italia. Dopo la vicenda del presunto prestanome di Nicolás Maduro, Alex Saab, estradato negli Stati Uniti, questa volta il futuro del caso dell’ex ministro dell’Energia, e presidente della petrolifera statale venezuelana Pdvsa, Rafael Ramírez, sembra essere deciso dalla giustizia italiana.

La Corte d’Appello di Roma ha respinto la richiesta di estradizione dell’ex funzionario chavista, diventato una delle voci più critiche contro il governo, presentata dal regime di Maduro. La giustificazione, secondo una breve dichiarazione dell’avvocato della difesa, riguarda le precedenti violazioni di diritti umani compiute dal governo di Maduro.

“La Corte Suprema di Italia ha dichiarato definitivamente inammissibile la richiesta di estradizione”, ha spiegato all’agenzia Reuters l’avvocato italiano di Ramírez, Roberto De Vita. Il legale ha aggiunto che il tribunale ha sottolineato che l’ex ministro non può tornare in Venezuela a causa delle precedenti violazioni di diritti umani nel Paese sudamericano. La sentenza non è stata ancora caricata sul sito della Corte.

Nel 2017, Ramírez – che è stato uno dei personaggi più forti in circa 20 anni del governo di Hugo Chávez – è stato destituito dall’incarico di inviato del Venezuela alle Nazioni Unite, in seguito ad alcune critiche pubbliche al regime di Maduro e lo stato dell’industria petrolifera venezuelana.

Un anno dopo, Maduro ha chiesto all’Interpol di localizzare ed arrestare Ramírez. La richiesta di estradizione è stata presentata all’Italia nel 2020 con l’accusa di malversazione di fondi e manipolazione illecita di appalti petroliferi.

Come ricorda il sito Infobae, a dicembre Ramírez ha chiesto un referendum revocatorio contro Maduro: “Sono anni che distrugge il Paese e la sua economia, lasciando il popolo nella povertà […] distruggendo conquiste politiche, economiche e sociali, e facendo il Venezuela più ingiusto e disuguale […] Questo è il peggior governo nella storia del Venezuela […] Ha smantellato le istituzioni dello Stato, trasformandole in una trama mafiosa e violenta al servizio dei gruppi che sostengono il potere, al margine della Costituzione e le leggi”.



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