Sono certamente loro i veterani del Festival di Sanremo 2022: Massimo Ranieri, Gianni Morandi e Iva Zanicchi. Per Ranieri, questo è il settimo festival, e proprio uno dei suoi più grandi successi, “Perdere l’amore”, ha vinto l’edizione del 1988.
“L’emozione è forte”, ha detto Ranieri prima della sua esibizione all’Ariston con la canzone “Lettera al di là del mare”, ma non si può certo dire che non abbia calcato i palcoscenici di tutta Italia (e all’estero) non solo in qualità di cantante, ma anche di attore.
Cantante e attore, napoletano, inizia a cantare da piccolissimo. Padre operaio all’Italsider, madre casalinga, otto figli: quattro maschi e quattro femmine. Per guadagnare qualche moneta, già da ragazzino lavora come garzone di panettiere, fattorino, ragazzo di bottega, commesso, barista e intrattenitore nelle cerimonie. “È stata dura, ma ce l’abbiamo fatta perché siamo sempre stati molto uniti”, ha detto in un’intervista. “Tutti abbiamo sempre lavorato. C’era chi portava a casa un pezzo di pane, chi un po’ di caffè, chi il sale, chi il pepe, chi lo zucchero, chi la pasta. E la sera si riusciva a mangiare”.
“A 12 anni feci una tournée di un mese con Murolo in America”, ha raccontato Ranieri. “Aprivo lo show con due o tre canzoni. Poi continuava lui e io gli portavo la giacca in scena: un grande onore per me. In quel periodo avevo già una voce potente, ma ancora da bambino. Poi, in breve tempo, è cambiato tutto”.
Una vita a calcare il palcoscenico, anche a teatro: “L’anima buona di Sezuan” diretto da Giorgio Strehler, “Pulcinella” e “Liolà” per la regia di Maurizio Scaparro e al Sistina con la commedia musicale “Rinaldo in campo” targata Garinei & Giovannini nel ruolo che fu di Domenico Modugno. Sulla Rai ripropone le commedie di Eduardo De Filippo: “Filumena Marturano”, “Napoli milionaria”, “Questi fantasmi”, “Sabato domenica e lunedì”.
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