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Oaktree azzanna Evergrande. Il fondo americano dà una mano a Pechino

Il fondo americano si aggiudica le prime aste per la vendita di beni e immobili di Evergrande, orchestrate da Pechino per rimborsare parte dei creditori del gruppo e frenare la valanga di cause legali. E punta persino a realizzare una plusvalenza

Quando il soccorso arriva da fuori. Una mano sta aiutando Evergrande, il colosso cinese con un piede nella fossa perché insolvente su molte delle ultime obbligazioni scadute (su 300 miliardi di dollari di debiti), che il governo della Repubblica Popolare vorrebbe fare un poco alla volta a pezzi pur di ripagare creditori e obbligazionisti rimasti col cerino in mano. E così, come raccontato da Formiche.net in più occasioni, interi complessi immobiliari, terreni e molto e persino le partecipazioni nelle controllate, stanno progressivamente finendo sul mercato, con l’obiettivo dichiarato di fare un po’ di cassa.

La mano in questione, pronta a raccogliere gli asset della moribonda Evergrande è quella di Oaktree, uno dei più grandi fondi globali, molto attivo nella sostenibilità e che proprio nelle ultime settimane avrebbe sottoscritto parte del bond emesso dal club calcistico Inter. Un esempio? Su una vasta zona umida non sviluppata nel nord di Hong Kong, Oaktree, che spesso prende di mira aziende fortemente indebitate, si è aggiudicato nei giorni scorsi un vasto appezzamento di terreno di proprietà di Evergrande. L’importo, ha scritto il Financial Times, è ignoto ma l’affare è andato egualmente a buon fine.

Su quel terreno il gruppo cinese avrebbe dovuto realizzare un vasto progetto immobiliare denominato Il Castello, una specie di reggia molto simile a quella ben più famosa di Versailles. Peccato che però nel frattempo il terreno sia stato messo in vendita, mandando a rotoli il piano. Non è finita. Nella rete del fondo californiano è finito anche un resort di lusso a pochi chilometri di Shanghai, sempre di proprietà di Evergrande, progettato e realizzato per essere la fotocopia di Venezia. L’asta sarebbe scattata dopo che la società immobiliare ha mancato il pagamento di un bond da 400 milioni di dollari, certificando ancora una volta la sua insolvenza.

In questo modo, da una parte Oaktree fa man bassa dei beni di Evergrande, dall’altra garantisce, seppur a prezzi stracciati, un po’ di ristoro ai creditori. Il cui grosso, però, probabilmente recupererà solo una minima parte dei soldi prestati negli anni a Evergrande, sotto forma di obbligazioni e bond. Oaktree, da parte sua, qualora rivendesse i beni acquistati a prezzo di mercato potrebbe incassare più di 200 milioni di dollari, realizzando una sostanziosa plusvalenza.

D’altronde, come afferma una fonte vicino alle operazioni per la liquidazione degli asset, “è una situazione molto complessa, l’azienda ha bisogno di tempo per valutare alternative e formulare un piano di ristrutturazione. Ha fissato un termine di sei mesi entro il quale punta a raggiungere questi obiettivi”. I conti prima o poi si faranno.

(Foto della Venezia by Evergrande dal sito della provincia di Nantong)

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