Skip to main content

Nuovo governo in Libia. Di Maio, scongiurare stallo politico

Dall’incontro con la rappresentante Onu esce un pieno coordinamento nel percorso per completare la stabilizzazione, per evitare la criticità di un prolungato stallo politico, dice Di Maio. Il 10 febbraio un nuovo governo per sbloccare il processo politico libico

Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio ha avuto lunedì mattina un incontro con la Consigliera Speciale del Segretario Generale Onu per la Libia, Stephanie Williams. Al centro dei colloqui, che la Farnesina definisce “cordiali”, la condivisione di vedute sul quadro politico libico e il pieno sostegno da parte italiana a Unsmil e all’azione della diplomatica americana.

Riferimento particolare all’impegno a favore della sostenibilità del processo elettorale, che doveva essere completato (secondo il quadro di stabilizzazione onusiano) entro il 24 dicembre. Il voto è poi slittato al 24 gennaio e ancora di nuovo a data da destinarsi, visto che attualmente non ci sono condizioni reali per le elezioni.

Giovedì 10 febbraio la Camera dei Deputati (l’ultimo organo eletto nel paese, nel 2014) voterà un nuovo incarico di governo, dopo che il mandato affidato in sede Onu a Abdelhamid Dabaiba è scaduto il 24 dicembre, in quanto nominato ad interim per traghettare il Paese al voto. Aguila Saleh, il presidente del parlamento monocamerale libico, nell’annunciare la data del voto di fiducia al nuovo premier, ha detto che “l’obiettivo sono le elezioni presidenziali e parlamentari il prima possibile”, ed esortato “tutti a svolgere i propri compiti senza esclusioni”, su cui il parlamento ha composto una roadmap per chiudere il processo nel giro di 14 mesi al massimo. Nel corso della sessione di ieri 7 febbraio, i candidati Khaled Al-Bibas e Fathi Bashagha hanno presentato i loro programmi di governo. Il nuovo esecutivo è considerato una necessità per procedere nella stabilizzazione, in quanto l’autorità di Dabaiba è indebolita dalla scadenza del mandato.

Nel fare riferimento al diffuso consenso all’interno della Comunità internazionale per un percorso di transizione a guida libica, Di Maio nel colloquio con Williams ha richiamato l’esigenza di rispettare le aspettative di stabilità e democrazia dei cittadini libici. Il ministro ha quindi espresso l’auspicio che, anche grazie alla mediazione onusiana, i principali attori politici possano presto convergere verso una credibile agenda politica ed elettorale, che scongiuri divisioni e renda possibile svolgere in tempi brevi il voto su basi solide e condivise. La priorità, ha sottolineato il ministro italiano, è evitare il pericolo di un prolungato stallo politico che allontanerebbe ulteriormente le prospettive di una stabilizzazione durevole del Paese.

I contatti attorno alla Libia continuano, anche se più lontani dai riflettori mainstream attirati da fascicoli come la crisi ai confini ucraini. In questi giorni, l’inviato americano per il dossier, l’ambasciatore Richard Norland, ha avuto un meeting con i rappresentanti delle tribù Tebu e Ahaali, nella città di Murzuq. La stabilità nella regione del Fezzan dove quelle tribù hanno un’impronta territoriale molto forte è cruciale per la riconciliazione nazionale.

Le tribù hanno lanciato la Rete nazionale dei mediatori, un’iniziativa di dialogo che vorrebbe avviare un processo di pacificazione. “Dopo oltre dieci anni di conflitto, tali iniziative di mediazione locale sono necessarie per sostenere una pace duratura in Libia”, ha detto Norland, aggiungendo che l’accordo dei Tebu e degli Ahaali su questa è un esempio da seguire per far sì che il dialogo e la riconciliazione abbiano successo”.



×

Iscriviti alla newsletter