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Tutti i volti di “Lady Rousseau” Enrica Sabatini. Le foto

Enrica Sabatini, Davide Casaleggio, Valerio Tacchini (2021)
Alfonso Bonafede, Davide Casaleggio, Paola Taverna, Enrica Sabatini (2018)
Alfonso Bonafede, Paola Taverna, Davide Casaleggio, Enrica Sabatini
Enrica Sabatini
Enrica Sabatini
Enrica Sabatini, Davide Casaleggio, Valerio Tacchini (2021)
Alfonso Bonafede, Davide Casaleggio, Paola Taverna, Enrica Sabatini (2018)
Alfonso Bonafede, Paola Taverna, Davide Casaleggio, Enrica Sabatini
Enrica Sabatini
Enrica Sabatini

Nella casa tra i boschi, Enrica Sabatini ha avuto molto tempo per pensare a cosa scrivere nel libro che uscirà il 22 febbraio per le Edizioni Piemme, dal titolo significativo: “Lady Rousseau”. Battezzata proprio “Lady Rousseau” dai media per il suo coinvolgimento nelle attività della piattaforma deliberativa del Movimento 5 Stelle, Sabatini si è avvicinata molto presto a Rousseau, di cui diventa ambasciatrice nel resto del mondo (in Europa) e in Italia esportandone il modello assieme a Davide Casaleggio, fino a diventare socia dell’Associazione Rousseau nel 2018.

Come ha ricordato Emanuele Buzzi sul Corriere della Sera, Sabatini “si è avvicinata al mondo di Rousseau grazie ai meet-up e al Movimento. Nella primavera del 2014 è stata candidata sindaca dei Cinque Stelle a Pescara, arrivando terza (con 11.152 voti e il 16,1% delle preferenze). Durante gli anni come consigliere comunale ha fatto il suo debutto ai grandi eventi M5S: è a Imola nel 2015 per Italia 5 Stelle”. Ha poi organizzato eventi, corsi di e-learning, diventandone rapidamente volto e voce, assieme a Davide Casaleggio (di cui è anche compagna e assieme al quale ha due figli nati di recente), presidente dell’Associazione Rousseau.

Nel libro in pubblicazione, Sabatini si toglie diverse sassolini dalla scarpa, come dimostra l’intervista rilasciata al Corriere: il 5 luglio del 2020, sostiene Sabatini, si tenne una riunione per bloccare il voto sul nuovo capo politico in modo da impedire l’elezione di Alessandro Di Battista. “E venne esplicitamente dichiarato che il reale motivo per non votare il capo politico era la possibile elezione di Alessandro in quel ruolo. Una decina di persone al secondo mandato e neanche legittimate a prendere decisioni stabilì di violare la carta fondativa del Movimento perché fare la cosa giusta non era utile ai loro interessi”.

E ancora: “Per la selezione dei candidati nelle liste proporzionali alle politiche nel 2018 venne creata una rete invisibile di referenti regionali che decisero, attraverso un potere discrezionale e illimitato, chi poteva candidarsi e chi no. Venne così creato un sistema di valutazione delle candidature arbitrario, privo di standard oggettivi, viziato da interessi personali, non legittimato dalla comunità e, soprattutto, ignoto a tutti”.

Il divorzio tra il Movimento 5 Stelle e la piattaforma Rousseau (e Davide Casaleggio) è avvenuto nell’estate del 2021, dopo mesi di tensioni.

Ecco tutte le foto di Enrica Sabatini.

(Imagoeconomica)



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