Putin supervisionerà in prima persona le nuove esercitazioni militari delle forze strategiche russe. Nel corso delle operazioni, è anche prevista la simulazione di un attacco nucleare, mentre l’intera triade atomica di Mosca verrà messa alla prova per verificarne “la prontezza operativa”. Intanto si riunisce la Conferenza di Monaco sulla sicurezza a cui, per la prima volta, il Cremlino non invierà delegati
Le forze di deterrenza strategica di Mosca si preparano a lanciare una serie di esercitazioni che vedranno la supervisione dello stesso presidente russo, Vladimir Putin. Nel corso delle esercitazioni, che prevedranno anche il lancio di missili balistici e da crociera, sarà anche simulato un attacco nucleare. L’avvio delle nuove manovre coincide con l’ultimo giorno delle operazioni russe in Bielorussia, contribuendo a mantenere alta la tensione in tutta la regione. Nonostante queste esercitazioni siano un appuntamento pianificato, il Cremlino ha annunciato il loro avvio solo adesso, un giorno prima del loro effettivo inizio e anticipandole rispetto alla data tradizionale di fine estate.
Le forze schierate
Nelle esercitazioni saranno coinvolte le forze aerospaziali russe, il distretto militare meridionale, le forze missilistiche strategiche e le flotte del Mar Nero e del Mar del Nord. Secondo il ministero della Difesa di Mosca, le esercitazioni serviranno a “verificare la preparazione dei comandi militari, degli equipaggi dei sistemi missilistici, delle navi da guerra e dei bombardieri strategici a svolgere le loro missioni, oltre a verificare l’affidabilità delle armi in dotazione alle forze strategiche nucleari e convenzionali”.
La triade nucleare russa
A preoccupare è soprattutto il dispiegamento della triade nucleare russa, con la previsione di lanci di missili dalle forze di terra, di mare e dell’aria preposte alla deterrenza atomica. Il tutto si svolgerà sotto il comando diretto del presidente Putin, in qualità di capo delle Forze armate. Secondo quanto dichiarato dal Cremlino “I lanci missilistici sono impossibili senza la presenza del capo dello Stato”.
Il dialogo tra Washington e Mosca
Il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, è tornato più volte ad accusare la Russia di progettare un’imminente invasione dell’Ucraina. Accuse respinte dal Cremlino secondo il quale “è l’Occidente ad alimentare le tensioni minacciando non ben specificate misure tecnico-militari”. Nonostante la decisione russa di non parlare alla conferenza di Monaco, è prevista una telefonata tra il ministro della Difesa russo, Serghiei Shoigu, e il segretario della Difesa, Lloyd Austin, alla vigilia delle esercitazioni nucleari russe.
Al via la Conferenza di Monaco, senza la Russia
Le nuove esercitazioni russe seguiranno l’avvio della 58esima edizione della Conferenza di Monaco sulla sicurezza, dove sono attesi (in formato digitale) capi di Stato, di governo, ministri, ambasciatori, militari e membri delle forze di sicurezza e d’Intelligence di diversi Paesi. A margine del vertice di Monaco, si terrà anche la riunione dei ministri degli Esteri dei Paesi del G7. Al centro della conferenza, le tensioni con la Russia intorno ai confini dell’Ucraina. Presenti alla conferenza anche la vice presidente degli Stati Uniti, Kamala Harris, il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, e i vertici Ue, dalla presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, al presidente del Consiglio Ue, Charles Michel. Per l’Italia parteciperanno i ministri degli Esteri, Luigi Di Maio, e della Difesa, Lorenzo Guerini. Anche il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, sarà presente alla conferenza.
Per la prima volta dalla sua istituzione, Mosca non manderà nessun rappresentante nel capoluogo bavarese, un segnale di ulteriore distacco dalla volontà di mediazione con l’Occidente. Persino poco prima dell’annessione della Crimea, nel 2014, il ministro degli Esteri russo, Serghei Lavrov, aveva partecipato all’incontro. Secondo la diplomazia russa, la Conferenza avrebbe perso “la sua inclusività e obiettività”.
Il rafforzamento di Kiev
Di fronte alle nuove provocazioni russe, l’Ucraina ha siglato un nuovo patto di sicurezza con il Regno Unito e la Polonia, firmato il 17 febbraio. L’accordo mira a rafforzare le difese di Kiev contro gli attacchi informatici alle proprie reti, alle infrastrutture energetiche e contro la disinformazione, tutte “armi ibride” da tempo messe in campo da Mosca per destabilizzare l’Ucraina. Il governo britannico, tra l’altro, ha anche fornito a Kiev sistemi anticarro nel tentativo di scoraggiare un’offensiva corazzata russa.