La nuova formazione politica che si rifà alla cultura liberale, socialista e popolare sturziana, fa riapparire tutti i segni fecondi tracciati dai Costituenti riguardo alla necessità vitale della Repubblica di contare su associazioni politiche che attraverso la partecipazione dei cittadini possano rendere salda la democrazia e realizzabile il governo responsabile delle comunità
Qualche giorno fa al Palazzo dei congressi dell’Eur, il tempio della politica che ha ospitato i più solenni ed importanti eventi della vita dei partiti politici italiani e delle organizzazioni sociali importanti, ecco che con la sua prima assise congressuale, Azione, la nuova formazione politica che si rifà alla cultura liberale, socialista e popolare sturziana, fa riapparire tutti i segni fecondi tracciati dai Costituenti, riguardo alla necessità vitale della Repubblica di contare su associazioni politiche che attraverso la partecipazione dei cittadini possano rendere salda la democrazia e realizzabile il governo responsabile delle comunità (guarda qui le foto).
A ben vedere nulla è stato tralasciato per dimostrare la siderale distanza dai partiti personali o sostanzialmente tali, che affollano la scena nazionale da lungo tempo, e lo si è fatto attraverso una costituente durata i due anni della pandemia, necessari a raccogliere adesioni (al momento 30.000) con quote di sostegno rigorosamente personali con bonifici bancari, con congressi in ogni provincia, scegliendo con il voto la dirigenza locale e i delegati al congresso nazionale che a loro volta avrebbero scelto la dirigenza nazionale.
Insomma si è voluto sottolineare la demarcazione netta che indica ai democratici la ricerca delle virtù attraverso la cooperazione tra i cittadini come requisito preliminare per acquisire la sicura e produttiva convivenza comunitaria, in alternativa al leaderismo quale surrogato per aggirare la fatica della partecipazione diffusa, nutrimento primario per la democrazia. Cosicché, alla fine del processo congressuale, sono stati eletti gli organi di garanzia di Azione, il direttivo, il presidente, il segretario.
Uno degli elementi emblematici che segnalano già in modo evidente la natura diversa di questo nuovo partito, è l’approccio totalmente privo di quella furbizia corsara a cui siamo abituati in Italia, quella di non affrontare mai i temi spinosi, assecondando per ragioni elettorali, ogni pregiudizio ed ogni corporativismo. Sappiamo cosa è accaduto in questo ultimo quarto di secolo: massimo movimento, tanto rumore, senza ottenere anche il minimo spostamento in avanti utile agli interessi vitali nazionali. Ed intanto il Paese è in grave ritardo per la sua modernizzazione, in disgrazia proprio di grave rifiuto della responsabilità. Ad esempio la sindrome “nimby” è stata irresponsabilmente tollerata quando non sollecitata; perché non dirlo, anche stimolati da interessi nascosti ma fortemente ancorati alla esigenza di mantenere in vita rendite di posizione.
Nei documenti e nel dibattito congressuale, corale è stata l’esigenza del ripristino della responsabilità nell’affrontare la drammatica emergenza energetica accelerando tutte le produzioni rinnovabili della transizione energetica, compreso il ricorso alle nuove e sicure tecnologie nucleari, pulite e sensibilmente costose rispetto alle altre. Forte è stato il richiamo a come sfruttare i nostri giacimenti di gas e petrolio, e recuperare l’ingiustificabile tempo perso sui termovalorizzatori e sui rigassificatori, operazioni ancor più necessari per opporci ai vertiginosi aumenti delle energie fossili e fronteggiare il ricatto russo.
Questi aspetti come quegli relativi all’istruzione, alle tasse, alla concorrenza, sono i punti cardine politici che Carlo Calenda ha fortemente indicato come fattori dello sviluppo da liberare dall’incantesimo orchestrato da chi li preferisce inefficienti e costosi, pur di conservare lo status quo.
Da queste premesse, si fa strada un nuovo ed antico modo di far politica, che avrà conseguenze positive nella pubblica opinione, come quello riferito al superamento del bipolarismo egemonizzato dal populismo e sovranismo, opponendo loro filosofie politiche feconde ed alleanze coerenti, compresa la fedeltà alla idea di definitiva costruzione dell’Europa Federale. Su questi temi, le aggregazioni ed alleanze future sono importanti, ma è stato insistentemente precisato che più che accocchi precari e di convenienza momentanea, servono realtà stabili con idee e propositi chiari per affrontare le enormi urgenze italiane.
Insomma la scommessa è interessante e già lo si nota da alcuni primi attacchi scomposti. Vuol dire, come capita in tali circostanze, che chi doveva capire ha già capito che c’è in circolo una situazione nuova che contribuirà progressivamente a schiarire l’agone politico con spirito nuovo, utile alla modernizzazione dell’Italia.