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Così i Servizi russi hanno “ingannato” Putin

Un report del think tank inglese Rusi spiega che cosa è successo basandosi su documenti originali dell’intelligence russa messi a disposizione dalle autorità ucraine. La decisione di invadere l’Ucraina è stata presa sulla base di un’indagine effettuata nelle scorse settimane, ma che fotografa una realtà in tempo di pace senza analizzare se quella realtà si sarebbe modificata o meno sotto le bombe

Può sembrare incredibile, ma il motivo per il quale Vladimir Putin era convinto di vincere in un paio di giorni la guerra di Ucraina e tornarsene a casa dopo aver insediato un governo fantoccio a Kiev è un rapporto del servizio segreto interno, Fsb, che fotografava una realtà sociale e politica molto diversa. Una realtà in tempo di pace senza analizzare se quella realtà si sarebbe modificata o meno sotto le bombe.

Un report del think tank inglese Rusi (The Royal United Services Institute) spiega che cosa è successo basandosi su documenti originali dell’intelligence russa messi a disposizione dalle autorità ucraine. La decisione di invadere l’Ucraina è stata presa sulla base di un’indagine effettuata nelle scorse settimane sulla situazione economica, sociale e politica commissionata dal Nono direttorato del Quinto servizio del Federal Security Service (Fsb), quello che si occupa dei Paesi confinanti.

All’inizio di febbraio, secondo questo sondaggio, larga parte degli ucraini era pessimista sul futuro, non aveva fiducia nei politici e nelle istituzioni ed era  preoccupata dall’aumento dell’inflazione e del costo della vita. Il presidente Volodymyr Zelensky aveva solo il 27 per cento di gradimento e ne diffidava il 67 per cento dei cittadini, a differenza della fiducia del 68 per cento nei confronti dell’esercito. Scarsa fiducia nella polizia e nei servizi di sicurezza interni. Pessimo il giudizio nei confronti del Parlamento e dei partiti, che raccoglievano rispettivamente l’11 per cento e l’8 per cento del gradimento. Addirittura, il 40 per cento dei cittadini rispose al sondaggio che non avrebbe difeso l’Ucraina se fosse stata invasa.

La maggioranza aveva fiducia nei confronti delle forze armate in caso di invasione nonostante l’inferiorità rispetto ai russi di cui gli ucraini erano consapevoli: il 90 per cento sapeva che Mosca stava dispiegando un gran numero di uomini e mezzi ai confini, ma non credeva che questo avrebbe comportato la guerra. Altri elementi hanno tratto in inganno il Cremlino. Per esempio, più della metà degli ucraini aveva una buona opinione della Chiesa nonostante la consapevolezza che essere parte del Patriarcato di Mosca significa essere infiltrati dall’intelligence russa. Da una punto di vista regionale, l’Ucraina sud-orientale aveva molta meno fiducia nello Stato.

C’era tutto questo e altro dietro al discorso televisivo di Putin alla vigilia dell’invasione, quando parlò dell’Ucraina disegnando la fotografia scattata dal suo Fsb e le istituzioni più sostenute dagli ucraini, come le forze armate, sono quelle contro le quali i russi contavano di attaccare rapidamente e in modo decisivo. Le cose finora stanno andando diversamente. I russi hanno sottovalutato la mobilitazione popolare e il fatto che solo nell’Ucraina sud-orientale non c’era voglia di difendersi. Nello stesso tempo l’analisi dell’Fsb avvertiva che la guerra si vince o si perde a Kiev e che le forze speciali avrebbero colpito duramente le organizzazioni civili. In poche parole, sottolinea il report del Rusi, chi ha pianificato l’invasione ha preso sul serio quel documento dell’Fsb, convincendosi che la Russia avrebbe avuto buone possibilità di distruggere le istituzioni ucraine. Si pensava anche di convincere gli ucraini sulla propria buona amministrazione contro la corruzione nonostante questo sia un problema endemico in Russia, oltre all’impoverimento dei territori di Donetsk e di Lugansk dal 2014.

Dunque, seppure l’Fsb avesse tutti i dati sui mutamenti sociali e sull’opinione dei cittadini ucraini dal 2006, non ha considerato quanto avrebbe inciso un cambiamento epocale come un’invasione. Gli attacchi aerei, ai quali finora Putin non sta facendo ricorso massicciamente, vengono percepiti negativamente anche se fossero indirizzati solo su obiettivi militari. Le conseguenze sono l’odio contro chi attacca e una più forte resistenza. Il mestiere dei Servizi è anche ipotizzare le conseguenze di un’azione e fornire il consiglio migliore al “decisore politico”: un conto era la situazione al momento delle rilevazioni statistiche, un altro dopo l’invasione. A quanto pare, il Nono direttorato dell’Fsb si è limitato a scandagliare gli umori a est del Dnepr senza considerare come la pensavano a ovest del fiume e nella capitale. Questi clamorosi errori di pianificazione stanno mettendo in enorme difficoltà Putin e gli autori del report del Rusi scrivono che dalla promessa di buon governo il leader russo potrebbe passare a una spietata repressione. Il titolo del report è “L’Ucraina attraverso gli occhi della Russia”. All’Fsb devono cambiare oculista.



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