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Tra molotov e blindati. Dentro l’assedio di Kiev

John Spencer, esperto di guerriglia urbana del Modern War Institute: ora i russi scateneranno tutto il fuoco, il peggio deve venire. Zelensky deve sperare nel generale fango. Dalle molotov alle trincee, perché la guerriglia in città può far male a Putin

“Prima regola di una guerriglia urbana: l’aggressore è sempre in svantaggio”. John Spencer, maggiore dell’esercito americano in congedo, direttore degli “Studi di guerriglia urbana” al Modern War Institute, è tra i massimi esperti nella materia. L’invasione russa in Ucraina rischia di trasformarsi a breve da guerra in guerriglia. Se il convoglio russo di sessanta chilometri dovesse entrare a Kiev, la capitale cinta d’assedio, inizierà la fase due del conflitto. “Si combatterà casa per casa. A quel punto nulla è scontato”.

Come procede l’avanzata russa?

Difficile dirlo con certezza. L’operazione non sta andando secondo i piani di Mosca. Un convoglio chilometrico con artiglieria pesante è ormai a pochi chilometri da Kiev, alcuni di quei missili sono ancora troppo distanti per colpire la città.

Il suo bilancio?

La situazione si sta riequilibrando: i russi ora fanno un uso più frequente di bombardamenti e colpi di artiglieria contro le aree urbane, alcune ancora abitate da civili. Non stanno ancora accelerando su Kiev. Aspettano di ammassare le truppe e si preparano a ingaggiare una battaglia da Seconda Guerra Mondiale.

Il comando russo ha annunciato di aver conquistato la superiorità aerea.

Fake news. Sappiamo che gli ucraini hanno un enorme numero di Stinger. Con quell’arsenale nessun aereo russo è al sicuro.

Anche l’esercito russo però può abbattere gli aerei ucraini.

Certamente, i convogli includono la difesa aerea. Sistemi missilistici di terra per la soppressione delle difese anti aeree, missili terra-aria, più un ampio ventaglio di equipaggiamento per la guerra elettronica.

Le immagini satellitari fotografano un convoglio militare russo in avvicinamento a Kiev lungo quasi 60 chilometri. Mettersi in fila è un rischio?

È una pessima idea. Probabilmente temono di impantanare nel fango i carri armati e il resto del convoglio e dunque rimangono sulla strada principale, rallentando di molto l’avanzata. Il fattore tempo però è l’arma segreta degli ucraini, sta frustrando le truppe russe. Si vocifera che una parte dei mezzi sia a corto di gasolio e artiglieria. In ogni caso, mettersi in fila indiana è una delle peggiori idee possibili e infatti finora hanno subito perdite pesanti.

È vero che i reparti dell’esercito russo più pericolosi non sono ancora entrati in battaglia?

Verissimo. Nelle retrovie, come da manuale, ci sono le unità meglio addestrate. Hanno mandato avanti piccoli gruppi in esplorazione. Non abbiamo ancora visto la vera potenza di fuoco.

Quanto conta il “fattore fango” per decidere le sorti della guerra? Se il ghiaccio si scioglie è un problema per i russi?

Il fattore fango è fondamentale. Le condizioni climatiche possono sempre cambiare le sorti di una guerra. Puoi avere tutta la tecnologia che vuoi, ma con una nebbia impenetrabile i tuoi elicotteri non possono volare o si schiantano. Poi, ripeto, c’è il fattore tempo: ogni giorno che passa gli ucraini strappano una piccola vittoria, i russi si spazientiscono.

I bombardamenti russi sulle città hanno visto un’impennata. Kharkiv, Kiev, Mariupol.

Era nei piani. La dottrina russa prevede bombardamenti a tappeto e una potenza di fuoco aereo scatenata già nelle prime fasi del conflitto per aprire la strada alle truppe. Gli ucraini devono prepararsi: il peggio deve ancora arrivare.

Si parla molto degli aiuti militari inviati dall’Ue. Da dove passeranno e quanto tempo c’è prima che gli sforzi si rivelino inutili?

Anche questa è una corsa contro il tempo. Se non si sbrigano non arriveranno a destinazione. Se comandassi l’armata russa, chiederei di colpire tutti i rifornimenti occidentali non appena varcano il confine ed è quello che faranno. Taglieranno fuori tutte le città, chiuderanno lo spazio aereo e le vie d’uscita dai centri abitati. Spero solo lascino un corridoio per i civili.

Kiev e le città intanto si preparano alla guerriglia. Barricate, posti di blocco, mitragliatrici.

La verità è che gli ucraini non hanno grande esperienza di guerriglia urbana. L’hanno sperimentata in parte nel Donbas otto anni fa: ne è un esempio l’assedio e la difesa strenua dell’aeroporto di Donetsk, trasformato dagli ucraini in un vero inferno. Questa volta sarà diversa: esaurita la copertura delle forze armate si combatterà strada per strada, casa per casa.

Poi sarà il turno delle molotov: in città ne producono a migliaia. Sono efficaci?

Possono fare molto male, soprattutto se colpiscono i camion di rifornimento. Bisogna farlo nel modo giusto: ho visto il video di una donna che ne lancia una dal finestrino di un’auto e si brucia, così sarà un massacro.

Come possono tornare utili alla causa?

Devono colpire punti precisi dei carri, dove c’è il motore o dentro l’abitacolo, e devono essere lanciate in un’area urbana, non in una strada aperto, dove si è sotto tiro. In quel convoglio verso Kiev ci sono molti veicoli che possono essere neutralizzati con le molotov. Forse non distruggeranno i carri armati, ma li possono fermare. Il tempo è un’arma preziosa.


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