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Attivata per la prima volta la Nato Response force. Primi assetti in Romania

La Nato ha attivato per la prima volta nella sua storia la Response force, una forza multinazionale a disposizione dell’Alleanza formata da 40mila militari. Guidata da Parigi, un primo contingente di 500 unità è arrivato in Romania, dove anche l’Italia ha rafforzato la protezione aerea con ulteriori caccia Eurofighter

Le unità della Nato Response force arrivano in Romania per rafforzare la posizione difensiva dell’Alleanza Atlantica al suo fianco orientale. Si tratta di cinquecento militari francesi, arrivati a Bucarest come parte del primo scaglione delle forze alleate. È la prima volta che la Nato attiva la Response force per la difesa e la deterrenza collettiva. Una decisione presa all’interno dei cinque piani di risposta attivati dall’Alleanza per affrontare la crisi innescata dall’invasione russa dell’Ucraina.

La Nato Response force

Parigi è stata scelta per guidare la formazione in Romania, e i suoi militari sono la punta avanzata della forza multinazionale a disposizione della Nato, formata da circa 40mila militari, di terra, mare, aria e operazioni spaziali, che l’Alleanza è in grado di schierare in qualunque momento se necessario. “Le truppe francesi sono arrivate in Romania come elemento principale di questa forza”, ha spiegato il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, aggiungendo che “per la prima volta nella nostra storia, stiamo schierando la Response force: il nostro impegno all’articolo 5 è di ferro, proteggeremo e difenderemo ogni centimetro del territorio della Nato”.

Air policing italiano in Romania

Nel frattempo, è salito a otto il numero di Eurofighter rischierati in Romania dal nostro Paese nell’ambito della Task force aerea Black Storm, che al momento guida l’operazione di Air policing rinforzata della Nato. Oltre ai due caccia, l’Italia ha anche inviato un C-130J della 46ª Brigata Aerea e altre quaranta militari di supporto. Il gruppo italiano è impegnato nei cieli romeni fin da dicembre 2021, contribuendo alle attività di sorveglianza e sicurezza aeree del fianco sud-est dell’Alleanza. Con l’escalation della crisi in Ucraina, i nostri caccia negli ultimi mesi hanno effettuato oltre 14 scramble, decolli rapidi per intercettare intrusioni e potenziali minacce allo spazio aereo euro-atlantico.

La partecipazione italiana

Anche l’Italia, del resto, è pronta a mettere in campo 3.400 militari per rinforzare le difese del fianco orientale dell’Alleanza Atlantica, come confermato dallo stesso presidente del Consiglio, Mario Draghi, al Parlamento. Circa 1.400 militari di Esercito, Marina e Aeronautica, e ulteriori duemila disponibili, si aggiungeranno alle agli assetti della Difesa già schierati nell’ambito di diverse missioni Nato, dal Baltico al Mediterraneo, anche a ridosso del confine con la Federazione russa. I prossimi impegni per i nostri militari potrebbero prevedere anche lo schieramento a fianco della Nato response force rumena.

Foto: Nato



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