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Missili e mitra. Così la Nato rifornisce Kiev

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I Paesi occidentali continuano a inviare mezzi, materiali e sistemi d’arma a Kiev per sostenerne la resistenza contro l’invasione russa. Intanto, la Nato potenzia la sua postura di deterrenza, con Parigi che ha deciso di inviare la sua portaerei De Gaulle a difesa dei cieli romeni, dov’è già attiva l’Aeronautica militare italiana

Mentre l’offensiva russa prosegue, l’Europa e la Nato continuano a mobilitare risorse a favore di Kiev, rafforzando al contempo la propria postura di deterrenza. Sempre più Paesi stanno inviando sistemi d’arma a sostegno delle Forze armate ucraine, dalle armi individuali ai sistemi anticarro e antiaerei, strumenti che si sono rivelati essenziali per rallentare la macchina bellica di Mosca. Nel frattempo la Francia ha inviato i primi 500 militari in Romania, dov’è attiva anche la nostra aeronautica, come parte della Nato Response force. Inoltre, Parigi ha annunciato che invierà nelle acque dell’Egeo la sua portaerei De Gaulle in funzione di deterrenza.

Sistemi d’arma all’Ucraina

Dai mitragliatori agli elmetti, il sostegno occidentale si allarga andando a coprire le esigenze di difesa sempre più urgenti di Kiev. A partire dalle armi e i mezzi di protezione individuali, con circa diecimila fucili d’assalto e trentamila pistole inviate da Repubblica Ceca e Finlandia, e settemila giubbetti antiproiettile inviati da Danimarca e Svezia. Ottomila mitragliatrici arrivano dal Bruxelles e da Praga, che invierà anche cento fucili di precisione. Il Canada sta inviando anche settemila granate. A sostegno dell’Ucraina, inoltre, arrivano anche dodici droni Bayraktar turchi.

Armi anticarro e antiaeree

A preoccupare è soprattutto il poderoso strumento meccanizzato e corazzato russo, tradizionalmente una delle punte d’eccellenza delle Forze armate di Mosca. Per questo quasi tutti i Paesi occidentali stanno inviando a Kiev oltre ventimila armi anticarro di vario genere, tra cui un migliaio di Panzerfaust-3 da Germania e Paesi Bassi. Molti anche i missili terra-aria Stinger, i cui invii, nell’ordine delle migliaia. Infine, Berlino ha deciso di consegnare alle Forze armate ucraine 2.700 lanciamissili terra-aria Strela di produzione sovietica, depositi dell’esercito della Repubblica democratica tedesca.

Parigi mobilita la sua portaerei

Nel frattempo, la Francia ha deciso di mobilitare la sua portaerei nucleare Charles de Gaulle, l’unica unità di questo genere in servizio in Europa, in una porzione del Mediterraneo più vicina al fianco orientale della Nato. Ad annunciarlo la stessa ministra della Difesa di Parigi, Florence Parly, secondo cui la de Gaulle ha lasciato Cipro per dirigersi a nord, dove i suoi caccia potranno “fare missioni di Air policing e di Intelligence verso il territorio della Romania e avranno la capacità di osservare e di dissuadere”. La stessa ministra, che il 6 marzo si recherà in Romania per incontrare i 500 soldati francesi presenti a Bucarest nell’ambito della Nato Response force, ha precisato che lo schieramento aeronavale “è strettamente dissuasiva” e non c’è “nessuna intenzione bellicosa”.

A difesa dei cieli euro-atlantici

In Romania, inoltre, sono già attivi gli otto Eurofighter dell’Aeronautica militare italiana, che in questi ultimi giorni hanno effettuato ben venti scramble, decolli rapidi d’emergenza, e accumulato oltre 400 ore di volo. Il nostro Paese guida la missione Nato di Air policing potenziato, coordinando anche i sei Eurofighter della Luftwaffe tedesca. Il gruppo aereo è stato visitato anche dal capo di Stato maggiore dell’Aeronautica, generale Luca Goretti, insieme al suo omologo tedesco Ingo Gerhartz, che si sono recati alla base aerea Kogălniceanu di Costanza. Durante la visita i due generali hanno anche incontrato il capo delle forze aeree rumene, generale Viorel Pană, a cui hanno portato la solidarietà per gli otto militari che, mercoledì 2 marzo, hanno perso la vita in due incidenti di volo. Rivolgendosi ai militari italiani schierati nel Paese, Goretti ha sottolineato che è stato “grazie alla vostra professionalità e competenza che la Forza armata ha potuto rispondere rapidamente a quanto richiesto dal governo per la difesa dei cieli euro-atlantici”.

Il sostegno unanime della Politica alla Difesa

Le Forze armate italiane, inoltre, hanno ricevuto il “sostegno unanime” del Parlamento per gli sforzi compiuti per assicurare la difesa e la sicurezza anche in momenti di tensione come questi. È quanto è emerso dall’audizione del capo di Stato maggiore della Difesa, ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone, di fronte alle commissioni Difesa riunite di Camera e Senato. “Un game changer” l’ha definito lo stesso ammiraglio, “come mai avvenuto prima in altri scenari di guerra, questa volta abbiamo sentito il sostegno di tutti i partiti”.



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