L’Europa sospende tutti i lanci di Soyuz, sia quelli dal centro spaziale europeo di Kourou in Guyana francese gestiti da Arianespace, sia quelli dalla base di Baikonur in Kazakistan operati da Starsem. La frattura tra i Paesi occidentali e la Russia di Putin si fa più profonda, anche nello spazio. Ecco i dettagli
Le conseguenze dell’invasione russa in Ucraina impattano anche lo spazio. Roscosmos ha, infatti, deciso unilateralmente di revocare tutti i lanci del razzo Soyuz dalle basi in Guyana francese e in Kazakistan, portando alla sospensione dei lanci del vettore operati sia da Arianespace sia da Starsem.
❗ Прямая трансляция с космодрома Байконур
Снятие ракеты-носителя «Союз-2.1б» с космическими аппаратами OneWeb со стартового комплекса площадки № 31 и её транспортирование в монтажно-испытательный корпус. https://t.co/UvoKLKAHSx
— РОСКОСМОС (@roscosmos) March 4, 2022
In un tweet l’agenzia spaziale russa ha infatti reso noto che nella base kazaka si sta rimuovendo dalla rampa di lancio il razzo Soyuz con a bordo 36 satelliti della costellazione per le telecomunicazioni OneWeb il cui lancio era previsto per oggi. I lanci del vettore russo dallo spazioporto di Kourou in Guyana francese e dal cosmodromo russo di Baikonur in Kazakistan sono regolati da una serie di accordi intergovernativi tra Francia e Russia e tra l’Agenzia spaziale europea (Esa) e Roscosmos, intese siglate subito dopo il crollo dell’Unione Sovietica con il nuovo stato russo. Le operazioni tecniche erano gestite da Arianespace per quanto riguarda i lanci dalla Guyana e da Starsem per quelli in Kazakistan, tramite mandati conferiti dall’Esa.
Vettore Soyuz
Con quasi duemila voli all’attivo dal proprio debutto nel 1966, il Sojuz è il lanciatore più utilizzato al mondo. La prima capsula con equipaggio fu infatti messa in orbita il 23 aprile del 1967, e da allora furono numerosissime le missioni portate a termine, tra cui quelle per portare gli astronauti a bordo dell’Iss dopo il pensionamento dello statunitense Space Shuttle nel 2011. Dal 2007 è entrato a far parte dei lanciatori utilizzati dall’Esa, effettuando il primo volo nel 2011 con due satelliti del programma Galileo, il sistema globale di navigazione satellitare (Gnss) dell’Ue.
Tensioni spaziali
Pochi giorni fa, in risposta alle sanzioni, Mosca aveva già deciso di ritirare la propria partecipazione a progetti spaziali comuni. Rimandando in questo modo la missione ExoMars che era già nella fase di test finale prima della spedizione in Kazakistan prevista questo mese. L’Esa e Roscosmos si stavano infatti preparando per il lancio del rover Rosalind sul pianeta rosso, previsto per quest’estate, e che alla luce della situazione attuale appare altamente improbabile. Le tensioni che si stanno delineando a livello geopolitico in Europa orientale potrebbero avere ripercussioni non soltanto nell’esplorazione di Marte, ma anche nel ruolo russo di partner della Stazione spaziale internazionale (Iss). Non solo, ieri l’agenzia spaziale tedesca, la Dlr, ha annunciato la cessazione di tutte le attività di collaborazione con le istituzioni russe sui progetti pianificati e in corso, ulteriore riprova della frattura che sta andando delinearsi anche nel quarto domino tra Paesi occidentali e la Russia di Vladimir Putin che si ritrova sempre più isolata.
La risposta europea
L’Europa perde un vettore ma la preparazione delle prossime campagne di Ariane e Vega previste per quest’anno procede secondo i piani. È infatti tutto pronto per i lanci inaugurali di Vega C e Ariane 6 (che prenderanno il posto dei loro predecessori Ariane 5 e Vega), previsti rispettivamente a maggio e nella seconda metà del 2022. I due razzi sono ora chiamati a costituire la nuova generazione di vettori europei che dovrà garantire al Vecchio continente un accesso sostenibile e autonomo alle orbite, anche per competere sia con i campioni americani sia con l’ascesa di Pechino. Sul tema era anche intervenuto l’esperto spaziale Marcello Spagnulo su Airpress, rimarcando il concetto e osservando che “A fronte della crisi attuale e anche ammesso che rientri nell’arco di qualche mese, forse sarebbe il caso per l’Europa di focalizzare bene la sua strategia, sia commerciale che tecnologica, nei lanciatori per il prossimo decennio”.
(Foto: Nasa, Bill Ingalls)