L’invasione dell’Ucraina è una minaccia all’equilibrio internazionale e chiama in causa direttamente l’Europa. Le incognite e le possibili soluzioni di un conflitto che rischia di destabilizzare le relazioni fra potenze nucleari. Il commento dell’ambasciatore Giovanni Castellaneta
La decisione del presidente russo Vladimir Putin di ricorrere all’uso della forza militare ha scatenato un nuovo e drammatico conflitto nel cuore del continente europeo. L’invasione di uno Stato sovrano come l’Ucraina costituisce una gravissima violazione del diritto internazionale di cui Mosca è direttamente responsabile. È doveroso, dunque, condannare senza se e senza ma un’azione sconsiderata che, come dimostrano i raid di questi giorni su scuole e ospedali, sta avendo conseguenze drammatiche sulla popolazione civile. Pericolosi revisionismi storici e distinguo finirebbero soltanto per giustificare una guerra che, è importante ribadire, non riguarda soltanto un singolo territorio ma rischia di compromettere la stabilità e la sicurezza a livello internazionale.
La risposta dell’Occidente all’aggressione russa
La risposta dei Paesi occidentali in questo frangente è di natura duplice: da un lato le sanzioni economiche e finanziarie aumentano la pressione sulla Russia, dall’altro la fornitura di armi all’esercito ucraino sta mettendo in seria difficoltà un’avanzata che potrebbe trasformarsi in un conflitto casa per casa. Il rischio di un’escalation nucleare, tuttavia, non deve essere sottovalutato. Per tale ragione, la prospettiva di disporre una no-fly zone sopra l’Ucraina a opera della Nato appare irrealizzabile.
Il peso della diplomazia
Nonostante i numerosi tentativi non siano riusciti a far tacere il fragore delle armi, la diplomazia non ha ancora esaurito le sue carte. È compito dell’Europa mostrarsi unita e operare una mediazione nel formato Troika, con ex primi ministri di Francia, Germania e Italia, per evitare conseguenze catastrofiche, attivando subito il cessate il fuoco e corridoi umanitari effettivi sotto il controllo dell’Osce. A ogni modo, la linea della fermezza adottata finora, appare indispensabile sebbene dobbiamo essere consapevoli che ci troveremo a pagare un prezzo. La soluzione a questa crisi non sarà indolore considerata la nostra dipendenza dalle forniture energetiche russe.
Il ruolo dell’Italia nel contesto geopolitico
Nel libro dal titolo In prima fila ho delineato alcune priorità e linee di azione che potrebbero consentire all’Italia di ritagliarsi un proprio ruolo nello scenario internazionale dal punto di vista della geopolitica del XXI secolo. Penso, in particolare, alla creazione di un organo, già esistente negli Stati Uniti, come il Consiglio nazionale per la politica estera in grado di coordinare e mettere in campo iniziative concrete, volte a fronteggiare situazioni di crisi ed emergenze che minacciano di impattare sulla sicurezza del Paese. Il Consiglio nazionale, da incardinare presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, sarebbe un ente di raccordo fra tutti i ministeri, in primo luogo gli Affari Esteri, capace di porre le basi per un’efficace tutela degli interessi nazionali e una maggiore autonomia strategica anche in campo energetico.