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L’attacco di Putin contro la base simbolo della collaborazione Nato-Ucraina

Putin scatena i suoi missili contro diverse città nell’ovest ucraino. Colpita una base a un passo dalla Polonia, forse ospitante soldati stranieri. Ucciso un giornalista del New York Times

C’erano indicazioni sulla possibilità che la Russia iniziasse ad allargare l’attacco contro l’Ucraina alle porzioni orientali, quelle verso i confini europei. E stanotte c’è stata l’amara conferma: un attacco missilistico contro la città di Leopoli ha prodotto almeno 35 morti e oltre cento feriti (secondo i dati forniti dal governatorato locale, potenzialmente destinato a crescere).

Raid aerei hanno colpito anche Zhytomyr, a ovest di Kiev, e Ternopil, Rivne e Ivano-Frankivsk più a ovest; inoltre nella regione di Volyn nel nord-ovest. Gli attacchi sono stati condotti con missili da crociera. A Leopoli (Lviv) è stata colpita una base militare a a Yavoriv, a pochi chilometri dal confine polacco – un’escalation lungo quelle aree è rischiosissima, dato che la Polonia è un paese membro della Nato.

Si tratta dell’International Center for Peacekeeping and Security del Joint Multinational Training Group-Ukraine (JMTG-U) dove l’addestramento di guardie di confine ucraino è stato gestito da forze statunitensi ed europee. Più di 30 missili da crociera russi hanno preso di mira la struttura di addestramento tentacolare che è a meno di 25 chilometri dal punto di confine più vicino con la Polonia.

La Polonia è un luogo chiave per instradare gli aiuti militari occidentali all’Ucraina. Sabato, mentre nuovi tentativi di contatto per cercare di raggiungere il cessate il fuoco sono falliti, il viceministro degli Esteri russo ha definito “obiettivi legittimi” i convogli che trasportano gli armamenti occidentali in Ucraina.

I soldati russi hanno anche saccheggiato un convoglio umanitario che stava cercando di raggiungere la martoriata e accerchiata città portuale di Mariupol, dove sono morte più di 1.500 persone, ha detto un funzionario ucraino, mentre le presidenza ucraina ha chiesto la liberazione del sindaco, arrestato dai miitari russi.

Secondo il governo di Kiev all’interno della base colpita dai russi nella notte tra sabato e domenica 13 marzo ci sarebbero stati anche degli istruttori militari stranieri.

Da quando la Russia ha invaso l’Ucraina, Leopoli è stata in gran parte risparmiata dagli attacchi russi. Il centro di addestramento di Yavoriv sembra essere l’obiettivo più a ovest colpito finora nei 18 giorni di invasione. La struttura ha anche ospitato esercitazioni internazionali della Nato. Come tale, il sito simboleggia quello che è stato a lungo la preoccupazione o forse il pretesto di Mosca: l’alleanza si sta muovendo sempre più vicino ai confini della Russia e sta cercando di inglobare l’Ucraina. La Russia spinge perché Kiev abbandoni le sue ambizioni di entrare nella Nato tra le sue richieste avanzate anche prima dell’invasione.

Il governatore di Leopoli ha detto che la maggior parte dei missili sparati domenica “sono stati abbattuti perché il sistema di difesa aerea ha funzionato”. Questi missili spesso vengono lanciati anche dai bombardieri fermi sullo spazio aereo russo o in questo caso bielorusso, perché da un po’ di giorni per risparmiare tempo, carburante e per evitare di finire sotto li fuoco della contraerea ucraina, la Difesa di Mosca evita di ingolfare lo spazio aereo nemico per non finire facile bersaglio.

Leopoli è una città dove vive una delle più importanti comunità ebraiche ucraine: come raccontato in un reportage dell’Ansa, la sinagoga sopravvissuta alla brutalità di Hitler sta dando ospitalità ai rifugiati scappati da Kharkiv, un altro centro martoriato nell’est ucraino. Questo è un aspetto importante se si considera che la narrativa putiniana descrive l’attacco in Ucraina – che chiama “operazione speciale” – come una missione per liberare il paese dai nazisti che la amministrano.

I caccia russi hanno anche sparato all’aeroporto della città occidentale di Ivano-Frankivsk, a 250 chilometri dal confine dell’Ucraina con la Slovacchia e l’Ungheria, un attacco che il sindaco della città ha detto essere destinato a “seminare panico e paura”. Anche l’aeroporto, che comprende un campo d’aviazione militare e una pista per i voli civili, è stato preso di mira venerdì.

Un altro attacco aereo ha colpito (nell’area di Donestk fuori dal controllo dei separatisti) un treno diretto a ovest che evacuava persone dall’est, uccidendo una persona e ferendone un’altra. A nord est di Kiev, a Chernihiv, una persona è stata uccisa e un’altra ferita in un attacco aereo russo che ha distrutto un blocco residenziale. Intorno alla capitale, il più importante obiettivo politico e strategico per l’invasione, i combattimenti si sono anche intensificati, con bombardamenti notturni nella periferia nord-occidentale e un attacco missilistico oggi che ha distrutto un magazzino a est.

I soldati russi hanno anche saccheggiato un convoglio umanitario che stava cercando di raggiungere la martoriata e accerchiata città portuale di Mariupol, dove sono morte più di 1.500 persone, ha detto un funzionario ucraino.

Nei bombardamenti di oggi è rimasto ucciso anche un giornalista americano (che lavorava per il News York Times) colpito al collo a un checkpoint a Irpin, nella fascia occidentale di Kiev, dove da giorni gli attacchi della Russia sono spietati.


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