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Francia e Spagna rinnovano gli elicotteri, senza visione europea. Parola di Alegi

Lanciato l’ammodernamento del Tiger. L’Occar sblocca i fondi per il progetto franco-spagnolo (e forse tedesco) per aggiornare i propri elicotteri d’attacco. Un programma di cooperazione industriale europea che però tradisce in parte una mancanza di visione comune continentale. La vera sfida, ora, sarà lo sviluppo del caccia di sesta generazione

L’elicottero d’attacco Tiger verrà completamente aggiornato nei suoi sistemi. L’Organizzazione per la cooperazione congiunta in materia di armamento (Occar), l’ente europea che gestisce programmi europei di cooperazione nel campo degli armamenti, ha infatti assegnato un contratto ad Airbus Helicopters per lo sviluppo, la produzione e il supporto iniziale in servizio del programma di aggiornamento degli elicotteri d’attacco Tiger MkIII. Il contratto, dal valore complessivo di otto miliardi di euro, include l’aggiornamento di 42 aerei per la Francia (con la possibilità di aggiungere altri 25 elicotteri) e 18 per la Spagna, oltre a prevedere la possibilità per la Germania di unirsi successivamente al programma Tiger MkIII.

L’elicottero Tiger

Il Tiger è un elicottero d’attacco quadripala, bimotore, entrato in servizio nel 2003. Dall’introduzione in servizio, i Tiger sono stati utilizzati in combattimento in Afghanistan, Libia e Mali. L’aggiornamento MkIII permetterà alla piattaforma di essere connessa al campo di battaglia digitale, condividendo in tempo reale le informazioni tattiche tra equipaggio, centro di controllo e le altre unità sul campo. Verranno anche rinnovate le capacità di rilevamento e puntamento e verrà aggiunta un’avionica all’avanguardia, pensata per ridurre il carico di lavoro dell’equipaggio.

Il nuovo sistema MkIII

Il Tiger MkIII includerà i mirini Strix NG di Safran, la suite avionica FlytX di Thales, il display Topowl DD montato sul casco, un aggiornamento Indra IFF, il sistema satellitare globale di navigazione di Thales e il sistema di navigazione inerziale di Safran. La suite di comunicazione sarà aggiornata da Thales. Il Tiger MkIII, inoltre, sarà equipaggiato con un sistema di gestione del campo di battaglia e contromisure fornite da Indra per la versione spagnola e da Atos per quella francese. La versione transalpina sarà equipaggiata con i missili di MBDA Mast-F e Mistral 3, quella spagnola da razzi guidati da 70 mm e un nuovo missile aria-terra.

I fondi dell’Occar

I fondi sono stati stanziati per conto delle direzioni generali dell’armamento francese (Dga) e spagnola (Dgam). Il primo prototipo dell’elicottero ammodernato è previsto per il 2025. La prima consegna alla Francia avverrà alla fine del 2029, seguita da una prima consegna alla Spagna nel 2030. Il lavoro di sviluppo e di aggiornamento sarà condotto nelle strutture di Airbus Helicopters ad Albacete (Spagna), Marignane (Francia) e Donauwörth (Germania).

Il punto di Alegi

Il programma di ammodernamento del Tiger, però, rivela la permanenza di una mancanza di visione comune strategica a livello europeo. “Manca una visione organica, e questo non contribuisce a sviluppare una visione comune delle Difesa e dell’industria europee”, ha spiegato ad Airpress Gregory Alegi, storico militare ed esperto di aviazione: “La logica segue lo schema consolidato, con ciascuno Stato che gestisce autonomamente i propri programmi, ma finché non avremo una visione complessiva, continueremo ad avere duplicazioni, sovrapposizioni e spechi”.

La vera sfida è un’altra

Per il futuro, insomma, bisognerà che a livello politico si trovi un accordo che prenda in considerazione l’interesse dell’intero continente, e non solo quello dei singoli Paesi membri. “Bisognerà però accettare la logica secondo cui non tutti potranno fare tutto, ma a ciascuno dovrà essere riconosciuta la propria leadership in determinati settori, con una cabina di regia che coordini gli sforzi comuni”, ha continuato Alegi, che ha anche sottolineato come “la vera sfida industriale per il Vecchio continente non è il Tiger, ma far convergere i due caccia europei di sesta generazione in uno solo, con spazio e soddisfazione per tutti. Quella sarà la vera partita strategica dell’Europa della Difesa”.



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