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E Monte dei Paschi finì in prima sul Financial Times

Ce la farà il Monte dei Paschi? La banca senese finisce sotto la lente ipercritica del Financial Times, che vede nel suo complesso piano di ribilanciamento un “microcosmo delle tensioni in gioco nella società italiana”. La soluzione di governance e di assetti che si darà a questa crisi aziendale fornirà, viene detto, un’indicazione del grado di cambiamento effettivo dell’Italia.
 
La testata della City non si limita a contestare specifiche scelte aziendali, come l’acquisizione di Antonveneta nel 2007, la cui valutazione appare “eccessiva anche per i tempi in cui fu effettuata”. È sotto accusa l’insieme delle relazioni territoriali e politiche tra fondazione e banca conferitaria emersa dalla riforma degli anni Novanta. Un modello che ha garantito stabilità alla clientela privata radicata sul territorio, ma avrebbe diffuso “pigrizia economica” e penalizzato “meritocrazia e innovazione”, secondo il quotidiano londinese.
 
Il giudizio appare drastico, forse troppo. Per una banca fondata nel 1473 un momento di difficoltà ci sta tutto. Anche il ripensamento dell´azionariato e del ruolo della fondazione non è una eresia. Attenzione però a non esagerare. Il modello senese e italiano è tutt´altro che da buttar via. In questi decenni ha garantito sviluppo, equità (per i dividendi redistribuiti sul territorio tramite le fondazioni) e stabilità. Non risulta che performance altrettanto positive siano giunte dagli istituti finanziari venerati dal Financial Times e non meno vulnerabili della banca italiana.


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