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Usa-Cina. Verso la pace calda?

Wang Jisi, professore alla School of International Studies e Presidente de Institute of International and Strategic Studies presso la Peking University, ha pubblicato a gennaio un saggio dove sostiene che nonostante i sospetti reciproci tra le due leadership, Usa e Cina hanno la capacità di trovare un punto di convergenza tra i propri interessi, se questi sono funzionali e concedono benefici ad entrambi. Che lettura darne con i recenti fatti?

L’incontro tra Jack Sullivan e Yang Jiechi, rispettivamente Consigliere per la Sicurezza Nazionale e membro del Politburo e capo del Dipartimento degli affari esteri del Partito Comunista Cinese nonché consigliere stretto del presidente cinese XI Jinping, mostra che le due maggiori potenze del Pacifico e globali hanno un dialogo stretto e ad alto livello. L’incontro tenutosi a Roma mette in evidenza che esiste e persiste un canale di comunicazione tra Washington e Pechino, concentrato soprattutto sulla questione Ucraina.

Non mancano fuga di notizie, secondo alcuni volute dalla stessa amministrazione, riportate dal Financial Times che affermano una richiesta di armamenti da parte di Mosca alla controparte cinese. Secondo il Pentagono, citato dal quotidiano britannico, il Cremlino avrebbe chiesto alla Repubblica Popolare Cinese equipaggiamenti come droni e mezzi. Pechino, dal suo canto, ha smentito categoricamente le indiscrezioni del FT, bollandole come fake mirate a danneggiare la Repubblica Popolare Cinese. La Crisi Ucraina sta concedendo ad esse la necessità di tornare a comunicare, spinti dall’invasione russa che secondo il direttore della Cia avrebbe reso preoccupato Xi Jinping.

Secondo il capo dell’Agenzia di Langley Xi Jinping se la sarebbe presa con i vertici dei suoi servizi d’intelligence, colpevoli secondo il Presidente cinese di non essere stati in grado di prevedere con certezza l’invasione. Con la guerra l’economia russa sta pesantemente subendo le sanzioni economiche occidentali e la Cina, nei piani russi di Vladimir Putin, diverrebbe un salvagente economico e finanziario. Ma il dilemma di una maggiore integrazione russa nel sistema economico cinese porrebbe Mosca definitivamente come junior partner concedendo a Pechino accesso alle risorse e alle materie prime( gas e petrolio) necessarie per l’apparato economico cinese. Altro punto sarà legato ad un ipotizzabile accesso di Pechino alla tecnologia militare della Federazione Russa, che al momento però sembra escluso.

Un punto importante però è che le relazioni sino-statunitensi, nonostante le diffidenze politiche, mantengono un canale di comunicazione tra le alte sfere istituzionali e politico-militari, mostrando una volontà di riprendere il dialogo dopo gli anni dell’amministrazione Trump, però con le opportune distanze. Ad inizio gennaio Wang Jisi, professore alla School of International Studies e Presidente de Institute of International and Strategic Studies presso la Peking University (Università di Pechino) ha pubblicato un saggio denominato A Hot Peace: Is a Paradigm in U.S.-China Relations Emerging?

Nel saggio l’accademico afferma che nonostante i sospetti reciproci tra le due leadership, Usa e Cina hanno la capacità di trovare un punto di convergenza tra i propri interessi, se questi sono funzionali e concedono benefici ad entrambi. Quindi Pechino e Washington possono convivere pacificamente, secondo quanto affermato nel saggio di Wang Jisi, quando hanno la necessità di risolvere dossier comuni come l’emergenza climatica. Wang Jisi ha definito questo rapporto delle relazioni sino-statunitensi come “Pace Calda”, che nonostante la competizione forse si può convivere. Le due potenze del Pacifico hanno divergenze sulle principali questioni bilaterali, come Taiwan, Hong Kong, i diritti umani e la visione dell’ordine internazionale e delle relazioni internazionali; ma poiché Pechino e Washington sono le principali potenze con una forte influenza globale è prioritario mantenere un canale di comunicazione tra le due leadership e tra funzionari ad alto livello, continuando ad avere diversità di vedute.


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