Skip to main content

Ue più forte, ma con la Nato. Draghi detta la linea

In vista del prossimo Consiglio europeo, che dovrà adottare in via definitiva lo Strategic compass, il presidente del Consiglio è intervenuto in Parlamento sottolineando la necessità di proseguire verso il rafforzamento della Difesa europea “in complementarità con l’Alleanza Atlantica”

Un’Europa più forte per una Nato più forte. È questo il nodo centrale dell’intervento del presidente del Consiglio dei ministri, Mario Draghi, nella sua informativa alla Camera dei deputati in vista del Consiglio europeo previsto per il 24 e il 25 marzo, al quale parteciperà anche il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, con cui si dovrà adottare definitivamente la Bussola strategica adottata dai ministri della Difesa europei. “Abbiamo tutti da guadagnare da un miglior coordinamento anche nell’ambito della difesa”, ha affermato il Premier, sottolineando, però, che prima di parlare di un esercito comune, l’Ue debba sviluppare capacità militari adeguate a essere un fornitore di sicurezza credibile. “Ciò può avvenire soltanto se rafforziamo la nostra industria della difesa e la rendiamo più competitiva e integrata a livello europeo”.

La complementarietà con la Nato

Secondo quanto affermato da Draghi, la guerra in Ucraina ha messo in evidenza l’importanza di rafforzare la sicurezza e la Difesa europea “in complementarità con l’Alleanza Atlantica: un’Europa più forte nella difesa rende anche la Nato più forte”. È in questo senso che il presidente del Consiglio è tornato sulla necessità per il Paese di raggiungere le previsioni di spesa per la Difesa previste al summit dell’Alleanza Atlantica del 2014 in Galles: “Per questo vogliamo adeguarci all’obiettivo del 2% del Pil, come promesso nella Nato”.

La Bussola strategica

“I fondatori dell’Unione europea, fra cui De Gasperi, avevano come obiettivo la pace nel continente europeo, e proprio per questo abbiamo progettato la comunità europea di Difesa e vogliamo creare una difesa europea”, ha detto Draghi nel suo intervento, registrando come l’adozione della Bussola arrivi in un momento di grave crisi internazionale alla luce della guerra in Ucraina. Nel corso dell’informativa, il premier ha dato conto delle previsioni inserite nel documento, con la Forza di reazione rapida di 5mila soldati e gli investimenti nell’Intelligence, nella cyber-sicurezza e nello spazio.

Serve fare di più

Non mancano, però, le criticità: “La Bussola strategica dell’Ue è un primo ma piccolo passo”. A deludere è in particolare la consistenza numerica della Forza di reazione rapida, le cui 5mila unità sono giudicate insufficienti per le esigenze di difesa continentali. “Quando il nostro presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, era ministro della Difesa all’inizio degli anni Duemila si parlava di una forza di 150mila unità: ci sono delle sproporzioni”, ha detto Draghi. “Quello che serve è una difesa coordinata”, ha proseguito il premier, sottolineando le difficoltà inerenti al compito, nonostante l’Europa spenda in Difesa tre volte quello che spende la Russia.

A sostegno dell’Ucraina

Draghi è intervenuto anche per quanto riguarda l’evoluzione della situazione in Ucraina, dove l’Italia è impegnata, insieme ai partner europei a spingere per la realizzazione di tregue umanitarie e nell’invio a Kiev di beni di prima necessità. “La nostra volontà di pace si scontra però con quella di Putin – ha detto il presidente del Consiglio – che non mostra interesse ad arrivare a una tregua che permetta ai negoziati di procedere con successo”. Di fronte all’intensificarsi delle offensive e dei bombardamenti, inoltre, il Premier ha ribadito il suo sostegno alle sanzioni imposte dalla comunità internazionale. Il presidente, inoltre, ha riaffermato il suo impegno a sostenere il percorso di adesione dell’Ucraina all’Unione europea. “Questo processo ha tempi lunghi, necessari a permettere un’integrazione reale e funzionante – ha avvertito Draghi – ma come ribadito anche ieri in Parlamento, l’Italia è al fianco del Ucraina”.



×

Iscriviti alla newsletter