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Chiude Novaya Gazeta, ultimo baluardo dell’informazione indipendente russa

La testata, guidata dal Premio Nobel per la Pace Dmitry Muratov, ha ricevuto un nuovo avvertimento dalle autorità, ed è stata costretta ad adeguarsi al linguaggio della non-guerra. E al Parlamento europeo…

“Abbiamo ricevuto un altro avviso da Roskomnadzor. A seguito di questo, sospendiamo la pubblicazione del giornale nelle reti e sulla carta fino alla fine della ‘operazione speciale sul territorio dell’Ucraina’”.

Con queste parole, affidate all’account Twitter, i redattori del giornale indipendente russo Novaya Gazeta salutano temporaneamente i lettori. Il direttore della testata, Dmitry Muratov (nella foto), è stato premiato lo scorso anno con il Premio Nobel per la Pace.

Novaya Gazeta si vede così costretta a sospendere le sue attività, dopo avere ricevuto il secondo avvertimento ufficiale dalla Roskomnadzor, l’autorità russa per il controllo dei media. L’accusa contro il giornale è di non avere etichettato in uno dei suoi articoli un’organizzazione non governativa come “agente straniero”, in base alla legislazione russa sulla comunicazione e l’informazione.

Nella comunicazione della chiusura Novaya Gazeta usa il termine “operazione speciale”, come da indicazione del presidente Vladimir Putin durante l’annuncio dell’inizio della guerra lo scorso 24 febbraio. Il governo russo, infatti, ha chiesto ai media di adeguarsi a questa terminologia per non essere oscurati o multati.

La pubblicazione seguiva già una copertura molto limitata della guerra, dopo avere spiegato pubblicamente che voleva evitare imposizioni o censure da parte del Cremlino. Il fondatore Muratov aveva annunciato la scorsa settimana la sua intenzione di donare la medaglia del Nobel per aiutare i rifugiati ucraini.

“Oggi in Russia la libertà di stampa è sostanzialmente imbavagliata, dall’inizio dell’invasione tendenze inquietanti hanno preso corpo in più occasioni come la denigrazione, la stigmatizzazione e l’intimidazione di media e giornalisti da parte delle autorità”, ha dichiarato Teresa Ribeiro, rappresentante per la libertà dei media dell’Organizzazione per la sicurezza e cooperazione in Europa (Osce) durante un intervento al Parlamento europeo.

“Nella Russia odierna c’è spazio soltanto per informazione di Stato – ha aggiunto -, stiamo assistendo ad vera e propria censura. Durante le ultime settimane abbiamo assistito a un rapido deterioramento della situazione della libertà di stampa nella Federazione russa. Le misure assunte dalle autorità lasciano i media senza alcuna tutela e danneggiano gravemente la sicurezza dei giornalisti”.

“Purtroppo, il vecchio adagio sul fatto che la prima vittima di una guerra sia la verità viene ancora una volta confermato e il popolo, lasciato senza informazioni, cade così in una bolla controllata dallo Stato”, ha concluso Ribeiro.



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