Intervista alla deputata e responsabile Esteri del Pd. Niente corsa al riarmo, in ballo c’è la Difesa europea e la credibilità del Paese. Cinque Stelle? Patti chiari, sulla politica estera si regge un’alleanza. Una crisi ora è irresponsabile
“L’ultima parola spetta agli elettori”. Per Lia Quartapelle, deputata del Pd e responsabile per gli Esteri nella segreteria di Enrico Letta, il dibattito sulla spesa nella Difesa e il sostegno all’Ucraina pone un grande tema politico. Ma aprire una crisi di governo in questo momento sarebbe “un grave errore”.
Draghi è stato chiaro: in ballo c’è la tenuta del governo.
Secondo me in ballo c’è anzitutto la credibilità dell’Italia. Dobbiamo rispettare gli impegni presi. Non perché ce lo chiede l’Europa, ma per ribadire che il Paese è maturato e non è più in balia delle instabilità politiche.
In Europa c’è una guerra e in Italia si parla di crisi di governo. Che immagine ne viene fuori?
L’immagine di un Paese molto più fragile di come è in realtà. Da un lato ci siamo attivati con uno sforzo di solidarietà straordinario. Dall’altro continuiamo a garantire stabilità in tanti scenari difficili, penso al Libano. Dare un messaggio del genere sarebbe controproducente.
Giusto mettere la fiducia sul dl Ucraina?
Non credo e spero non succeda, alla Camera non c’è stato bisogno. Anche perché speriamo che la maggioranza, su questi temi, sia più ampia del governo.
Questo è il punto. Fdi sembra più in linea con voi e il governo dei Cinque Stelle.
Ci stiamo perdendo in un bicchiere d’acqua. L’idea di tener fede agli impegni del 2014 è stata ribadita da tutti i governi successivi, anche di segno opposto. Chiariamo un punto.
Prego.
Nessuno parla di corsa al riarmo, è un impegno per un investimento graduale nel tempo e l’obiettivo è rafforzare la difesa europea. Tutto quel che è successo dal 2014 ad oggi dovrebbe convincerci di questa road map. Mi sembra invece che il dibattito sia di corto respiro.
C’è un tema politico: Conte, il vostro alleato, dice no. E la base del Movimento lo ha appena riconfermato leader.
Abbiamo costruito l’alleanza con i Cinque Stelle nel 2019, quando ha votato per Ursula von der Leyen in Ue. In questi anni c’è stata un’evoluzione importante da movimento di protesta a movimento di governo. Credo che queste virate facciano male a loro e al Paese.
Manca un anno alle politiche. Nel patto di alleanza con i Cinque Stelle si dovrà definire una linea comune sulla politica estera?
Certo, le alleanze si fanno a partire da una visione comune sulla posizione dell’Italia nel mondo. E questi punti si chiariscono prima, non dopo le elezioni.
Appunto: il partito filorusso è ancora molto forte nel Movimento. Come se ne esce?
Il partito filorusso interessa molte forze politiche. La società italiana è sempre un passo avanti ai partiti, l’ultima parola spetterà agli elettori. Fino a qualche mese fa una parte di loro credeva che Putin fosse un buon presidente, oggi in pochi o nessuno.