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Cyberwar, la minaccia di un 11 settembre informatico

Cosa sappiamo veramente dei conflitti informatici? A chiedercelo dalle pagine de La Stampa , Joseph S. Nye, ex assistente del segretario alla Difesa statunitense.
“Due anni fa – scrive Nye – un pezzo di codice informatico difettoso infettò il programma nucleare iraniano e distrusse molte delle centrifughe utilizzate per arricchire l’uranio. Alcuni osservatori definirono questo evidente sabotaggio come il precursore di una nuova forma di guerra e il segretario alla Difesa degli Stati Uniti, Leon Panetta, mise in guardia gli americani dal pericolo di una «Pearl Harbor cibernetica» contro gli Stati Uniti”.
 
Ma cosa si intende per attacco informatico?
Il termine  “copre una vasta gamma di azioni, che vanno dalle semplici incursioni al sabotaggio di siti, cancellazione dei servizi, spionaggio e distruzione. Allo stesso modo, il termine «guerra informatica» è usato impropriamente per coprire una vasta gamma di comportamenti, riflettendo le definizioni del dizionario di guerra che vanno dal conflitto armato a qualsiasi contesto ostile (per esempio «la guerra tra i sessi», o «la guerra alla droga»).
All’estremo opposto alcuni esperti utilizzano una definizione ristretta di cyberguerra: una «guerra senza spargimento di sangue» tra gli stati che consiste esclusivamente in un conflitto elettronico nel ciberspazio. Ma questo elude le importanti interconnessioni tra gli effetti fisici e virtuali del cyberspazio. Perché come ha dimostrato il virus Stuxnet che ha infettato il programma nucleare iraniano, gli attacchi al software possono avere effetti fisici reali”.
 
Stiamo iniziando a scorgere i primi barlumi di guerra informatica che si palesano “negli attacchi di oscuramento dei siti che hanno accompagnato la guerra convenzionale in Georgia nel 2008, o nel recente sabotaggio delle centrifughe iraniano. Gli Stati hanno le capacità maggiori ma gli attori non statali hanno più probabilità di dare il via a un attacco catastrofico”.
 
Le probabilità che si verifichi  un «11 settembre» informatico sembra essere maggiore della spesso citata «cyber Pearl Harbor». ” È tempo che gli stati si siedano a discutere su come eliminare questa minaccia alla pace mondiale”, conclude Joseph S. Nye.
 
v.c.

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