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Riforma dei partiti, Mirabelli: “Nella giusta direzione”

La costituzione considera i partiti uno strumento che consente ai cittadini, liberamente associati, di “concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale”. Questa funzione non si esaurisce nel pur rilevantissimo momento della competizione elettorale e della selezione delle candidature per la rappresentanza nelle istituzioni, ma offre un prezioso strumento di permanente raccordo tra la dinamica espressione politica della comunità e le istituzioni. Libertà e democraticità ne sono i capisaldi, che vanno assicurati contro ogni distorsione, ad evitare il rischio di una progressivo e profondo distacco tra i cittadini e chi ne pretende la rappresentanza.
 
Un ruolo così rilevante presuppone ed esige che al metodo democratico, ed alla trasparenza che esso richiede, sia improntata la stessa struttura e la vita del partito, pur nella libertà delle sue forme organizzative. Quando, poi, il partito assume un ruolo pubblico ed istituzionale, ricevendo finanziamenti giustificati dall’essere elemento indispensabile per il funzionamento dei meccanismi elettorali, è necessario che l’organizzazione e la gestione finanziaria del partito siano assolutamente trasparenti.
 
Tutto ciò non può essere lasciato senza pur minime regole e controlli non invasivi. A questa esigenza risponde opportunamente il disegno di legge che intende regolare alcuni elementi essenziali dello statuto, della gestione e dei controlli, e che apre ad un approfondimento auspicabilmente sollecito e concludente.
 
Cesare Mirabelli
Presidente emerito della Corte costituzionale
Professore di Diritto ecclesiastico presso l´Università di Roma Tor vergata


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