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Italia chiama Europa (Washington piace poco)

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Lo spirito europeo può generare frutti positivi, pur sulle macerie della guerra? Senz’altro sì e qualcosa di buono già si vede. Sempre che a Parigi vinca Macron, perché in caso contrario inizia un’altra storia. I numeri della rilevazione di Swg analizzati da Roberto Arditti

La guerra è sempre una tragedia, generatrice di morte e miseria. Proprio per questo è doppiamente doveroso fare tesoro di eventuali ricadute “positive”, avendo cura di prendere l’aggettivo nella giusta ed accettabile accezione (che mai è poi mai è quella di tifare per l’uso delle armi). Dobbiamo quindi osservare con attenzione quanto sta accadendo nell’opinione pubblica a seguito dello scombussolamento internazionale figlio dall’aggressione russa all’Ucraina, perché stanno accadendo cose importanti nelle menti e nei cuori degli italiani (cittadini liberi di una nazione libera).

Lo mostrano plasticamente questi dati Swg, interessanti anche perché ci danno la fotografia di oggi comparata con quella di ieri e dell’altro ieri.

Emerge in modo prepotente un ritorno alla fiducia verso l’Europa e i suoi protagonisti (Francia e Germania in testa) che sono oggi le nazioni considerate più “amiche” al mondo. Un dato politicamente assai importante, soprattutto se confrontato con quello di giugno 2020, quando, imperante la prima fase della pandemia, proprio quei due paesi erano in fondo alla classifica, sopravanzati da tutti ed in particolare da Cina e Russia.

Frutto delle scelte coordinate in materia di lotta al Covid-19? Senz’altro, almeno un po’. Effetto del piano straordinario di fondi europei per rispondere alla crisi economica da lockdown e riduzione dei commerci? Anche il Recovery Plan ha giocato un ruolo non da poco. Conseguenza dell’evidente coordinamento in risposta alla guerra scatenata da Putin? Di certo si è vista nelle ultime settimane un’Europa sconosciuta, per unità d’intenti e rapidità d’azione. Fatto che sta che oggi la situazione si è ribaltata e i nostri vicini di casa sono tornati ad essere i nostri amici.

Guardiamo però i dati da un’altra prospettiva, utile per fare il punto su un altro tema di enorme rilevanza, quello del nostro rapporto con gli Usa.

Ecco emergere qui un crollo della fiducia verso Washington, oggi assai meno popolare di un anno fa. Perché accade questo? Non è facile rispondere, però è certamente vero che almeno tra fattori hanno influito non poco. C’è un passaggio di potere da destra a sinistra (da Trump a Biden) che non piace a metà degli italiani, c’è la devastante brutta figura americana dell’ignobile fuga da Kabul dell’estate scorsa e c’è anche un senso di più complessiva fragilità americana che ha avuto nella drammatica giornata degli scontri a Capitol Hill una palese dimostrazione.

Il tutto sommato a opinioni non lusinghieri sull’azione nel conflitto in Ucraina, come dimostra quest’altra rilevazione:

Qui emerge anche tutta la spaccatura politica tra gli italiani, spaccatura che altro non è se non l’antipasto della campagna elettorale del prossimo anno.

Lo spirito europeo può generare frutti positivi, pur sulle macerie della guerra? Senz’altro sì e qualcosa di buono già si vede. Sempre che a Parigi vinca Macron, perché in caso contrario inizia un’altra storia.

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