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Bombe di Putin sull’economia globale. Italia e Germania le più colpite

L’ultimo Wolrd economic outlook, il primo dall’inizio dell’invasione, getta ombre oscure sulle prospettive di crescita globali. Pil mondiale crollerà al 3,6% quest’anno, mentre tra le grandi manifatture Germania e Italia pagheranno il conto più salato, a causa della dipendenza energetica da Mosca. La Russia lascerà sul terreno l’8,5%, sempre che non vada in default prima

 

Un terremoto, di magnitudo oltre i 9 gradi, le cui onde sismiche si propagano per tutto il mondo, con effetti catastrofici. La guerra in Ucraina scatenata da Vladimir Putin fa male alle grandi economie globali, nell’attesa di capire se e quando la Russia sprofonderà davvero in un default. Lo dice, senza mezzi termini, l’ultimo World economic outlook del Fondo monetario internazionale, il primo dall’inizio dell’invasione russa.

“Gli effetti della guerra si stanno propagando in maniera ampia e a distanza, come onde sismiche che dall’epicentro di un terremoto si diffondono prevalentemente tramite i mercati delle materie prime, il commercio e i collegamenti finanziari”, è la premessa del capo economista del Fmi, Pierre-Olivier Gourinchas. “Dato che la Russia è un fornitore primario di petrolio, gas naturale e metalli, e che assieme all’Ucraina lo è di grano e mais, l’attuale atteso calo delle forniture di queste materie prime ha già causato notevoli aumenti dei prezzi. Europa, Caucaso, Asia centrale, Medioriente, Nordafrica e Africa sub sahariana sono le regioni più colpite. I prezzi di alimentari e carburanti colpiranno le famiglie a basso reddito”.

Insomma, lo stato di salute delle economie di tutto il mondo ha iniziato a fare i conti con le conseguenze della guerra innescata dalla Russia con l’invasione dell’Ucraina. I danni economici, è il messaggio di fondo, legati al conflitto contribuiranno a un significativo rallentamento della crescita globale nel 2022 e aumenteranno l’inflazione su scala planetaria.

Nel dettaglio, Washington prevede che la crescita globale rallenterà da una stima del 6,1% nel 2021 al 3,6% nel 2022 e nel 2023. Si tratta di 0,8 e 0,2 punti percentuali in meno per il 2022 e il 2023 rispetto alle previsioni del gennaio scorso. Dopo il 2023 gli esperti prevedono che la crescita mondiale scenderà al 3,3% nel medio termine. Attenzione però, c’è chi ci rimetterà più degli altri. Per esempio, Germania e Italia, rispettivamente prima e seconda manifattura d’Europa.

La Germania, con 1,7 punti di crescita prevista in meno sul 2022, e l’Italia, con 1,5 punti in meno, sono infatti tra le economie avanzate quelle oggetto delle maggiori revisioni al ribasso a causa delle ricadute della guerra in Ucraina e delle sanzioni alla Russia. “Su Germania e Italia ci sono state tra le revisioni più rilevanti”, ha confermato Petya Koeva Brooks, vicedirettrice del dipartimento ricerca del Fmi, durante la conferenza stampa di presentazione del World economic outlook.

Sulla Francia, invece, meno esposta alle forniture di energia dalla Russia la revisione è stata più tenue: 0,6 punti in meno sulla crescita 2022. Tornando all’Italia, le previsioni per il Pil tricolore nel 2022 sono scese dal 3,8% di tre mesi fa al 2,3%, mentre la proiezione di crescita per il 2023 è stata rivista dal 2,2% all’1,7%. La colpa? Nemmeno a dirlo, “la dipendenza energetica dalla Russia”.

E la Russia? Le previsioni dell’Fmi vedono una riduzione del Pil della Russia dell’8,5% nel 2022 e di un ulteriore calo del 2,3% nel 2023. Per l’Ucraina, “anche se una misura precisa dei danni alla sua economia è impossibile da ottenere, la guerra causerà una contrazione molto forte. Per il 2022 l’economia ucraina è attesa in contrazione del 35%. “E anche se la guerra dovesse terminare presto, la perdita di vite, la distruzione e l’esodo della popolazione ostacolerà duramente l’attività economica per molti anni”.

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