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Un week end di elezioni presidenziali, guerra e incubi nucleari

La probabile rielezione di Emmanuel Macron, il vertice Nato del 26 aprile e gli sviluppi della guerra in Ucraina nel racconto di Gianfranco D’Anna

C’è un filo rosso che lega gli sviluppi della guerra scatenata dalla Russia di Putin all’Ucraina all’esito delle elezioni francesi di domenica ed al senso del 77esimo anniversario della Liberazione in Italia. Le file rouge, direbbero a Parigi, della contrapposizione fra l’Europa delle libertà e della democrazia rispetto alla concezione populista, autocratica e fascista di un continente geografico senza una identità politica comune, terra di conquista borderline fra occidente e oriente.

I sondaggi favorevoli alla riconferma all’Eliseo di Emmanuel Macron lasciano intravedere una definitiva uscita di scena di Marine Le Pen alla quinta candidatura presidenziale, dopo le varie candidature del padre Jean Marie Le Pen, che iniziò già prima del 2000 a sfidare i leader gollisti e socialisti. Dichiaratamente filo putiniana, e secondo i commentatori internazionali sotterraneamente sostenuta sulla rete dagli influencer russi, l’esponente del Rassemblement Nationale rappresenterebbe, se eletta, una spina nel fianco dell’Europa e dell’occidente. Nella campagna elettorale francese avranno certamente un peso gli orrori della guerra in Ucraina e l’autorevole presidenza di turno dell’Unione europea retta da Macron.

Refluenze dell’appoggio europeo e occidentale all’Ucraina e dell’impatto del conflitto, “un film dell’orrore” l’hanno definito gli inviati dell’Onu che indagano sui crimini di guerra russi, che hanno innescato polemiche e accuse di putinismo ideologico e post comunismo anche in relazione alle celebrazioni del 25 Aprile, anniversario della liberazione dell’Italia dal nazifascismo.

Nonostante sul fronte sud lungo le direttrici del fiume Dniepr, del Donbass e di Odessa l’avanzata russa segni il passo, il premier britannico Boris Johnson, nel corso di una conferenza stampa a Nuova Delhi, ha affermato che sussiste la “realistica possibilità” che la Russia possa vincere la guerra in Ucraina. Commentando i rapporti delle intelligence occidentali Johnson ha aggiunto: “Putin ha un esercito enorme. Ha una posizione politica molto difficile perché ha commesso un errore catastrofico. L’unica opzione che ha ora è continuare a provare a usare il suo approccio spaventoso, guidato dall’artiglieria, per cercare di sbriciolare gli ucraini”.

Secondo gli analisti, in vista del vertice Nato del 26 Aprile nella base tedesca di Ramstein, le affermazioni del premier inglese sarebbero determinate da due preoccupazioni: mantenere, ed anzi aumentare, il continuo flusso di rifornimenti di armamenti a Kiev e soprattutto dal crescente timore che messo alle strette e vistosi perso, Putin possa precipitare nella cosiddetta sindrome del muoia Sansone con tutti i filistei ed ordinare l’uso di bombe atomiche tattiche di piccola dimensione contro l’Ucraina.

Una catastrofe che coinvolgerebbe buona parte del territorio russo e avrebbe devastanti ripercussioni per l’Europa. Basti pensare alle ancora gravissime conseguenze dell’incidente che provocò la fuoriuscita di radiazioni dalla centrale nucleare ucraina di Chernobyl, nell’aprile del 1986.

Sarà una coincidenza, ma proprio nei giorni scorsi mentre il ministro degli Esteri russo Lavrov escludeva il ricorso alle armi nucleari, Putin ha invece annunciato il successo dei collaudi di un nuovo missile strategico russo in grado di eludere ogni intercettazione e di sganciare contemporaneamente diversi ordigni nucleari “in grado di cancellare una intera nazione”, hanno specificato a Mosca.

Non ha avuto finora riscontri l’ennesimo tentativo di mediazione. Dopo la visita a Kiev dell’altro ieri, il presidente del Consiglio Europeo Charles Michel ha avuto un colloquio telefonico con Vladimir Putin. Colloquio che si è focalizzato su questioni “umanitarie” con Michel che ha chiesto un cessate il fuoco in occasione dell’imminente Pasqua ortodossa.

Il politico belga – sottolineano gli ambienti europei – ha reiterato la posizione dell’Ue in modo “franco” e “diretto”, ribadendo “l’inaccettabilità” della guerra condotta dalla Russia, “dettagliando” i costi che l’Ue sta imponendo alla Russia con le sanzioni per l’aggressione a Kiev e “confermando” il sostegno “incrollabile” all’Ucraina e alla sua “integrità territoriale”. Michel ha anche esposto a Putin la sua visione delle “perdite e degli errori di valutazione commessi dalla Russia”, anche per “penetrare il vuoto informativo che potrebbe esistere intorno a Putin”.

Michel ha sottolineato tra l’altro la necessità di creare corridoi umanitari per consentire il deflusso dei civili dalle città occupate, “in particolare a Mariupol”. Vladimir Putin da parte sua ha replicato denunciando, come riferisce la Tass che cita il Cremlino: “le dichiarazioni irresponsabili dei rappresentanti del Consiglio europeo relativamente alla necessità di una soluzione militare del conflitto in Ucraina”. Come ha evidenziato il filmato col ministro della Difesa russo Sergej Shoigu, l’unica forma di dialogo che Putin mostra di accettare é il soliloquio. Il suo.

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