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Difesa e innovazione, a braccetto. Il modello (vincente) del Pentagono

Dallo Spazio alla digitalizzazione, passando per l’intelligenza artificiale e la robotica. Il Pentagono spinge sulle tecnologie all’avanguardia per la Difesa per affrontare le minacce alla sicurezza internazionale e aumentare l’efficacia delle sue Forze armate. Fa il punto Kathleen Hicks, vice segretaria della Difesa, sottolineando come sarà fondamentale la collaborazione con il settore privato

Per affrontare le sfide del futuro, dalle minacce strategiche internazionali alle problematiche globali e interne, il Pentagono intende fare leva sull’innovazione e la tecnologia. A spiegarlo è stata la vice segretaria della Difesa americana, Kathleen Hicks, intervenendo alla Tech & National Security Conference organizzata dalla Harvard Business School insieme al MIT Sloan School of Management. Per Hicks, fondamentale per raggiungere l’obiettivo sarà la collaborazione con il settore privato americano, definito “uno dei maggiori vantaggi” degli Stati Uniti rispetto ai suoi competitor globali.

Le minacce

“Gli Stati Uniti oggi affrontano una serie di sfide alla sicurezza”, ha spiegato la vice segretaria, riferendosi in primo luogo alla minaccia posta dalla Russia dopo l’invasione dell’Ucraina. Tuttavia, per la numero due del dipartimento della Difesa (DoD), la vera sfida di lungo periodo e la Cina, definita “il nostro concorrente strategico più importante”. Secondo Hicks, la Repubblica Popolare ha il potenziale militare, tecnologico ed economico per sfidare il sistema internazionale e gli interessi degli Stati Uniti “per decenni”. Oltre a Mosca e Pechino, poi, permangono tutte le minacce regionali e transnazionali, dalla Corea del Nord, all’Iran, fino alle organizzazioni terroristiche.

Innovazione per la difesa

Per affrontare questa sfida, dunque, sarà vitale per la Difesa a stelle e strisce l’innovazione a tutto campo, che metta insieme concetti, tecnologie e tattiche all’avanguardia per affrontare anche le questioni militari. “La richiesta di bilancio per l’anno fiscale 2023, appena rilasciata, mira proprio a questo” ha spiegato Hicks. Il Pentagono, infatti, ha appena richiesto al Congresso oltre 130 miliardi di dollari da investire nel programma di ricerca, sviluppo, test e valutazione (RDT&E), “Il più grande investimento di sempre in questa categoria”. L’RDT&E è lo strumento con il quale il dipartimento della Difesa sviluppa il “warfighter toolkit”, cioè gli strumenti e le capacità del futuro per i soldati americani.

Spazio e digitale

Di questi fondi, circa 28 miliardi saranno destinati allo sviluppo di capacità spaziali, rafforzando la resilienza delle architetture extra-atmosferiche e potenziando ulteriormente i sistemi di comando e controllo. Un impegno sostanzioso, con 11 miliardi, andrà poi alle attività del cyber-spazio, con l’implementazione di tecnologie all’avanguardia per proteggere i sistemi informativi del Pentagono e le infrastrutture critiche della Difesa americana. Particolare attenzione è stata posta allo sviluppo dell’intelligenza artificiale, con l’istituzione dell’ufficio del chief Digital and artificial intelligence officer, una posizione che assicurerà al Pentagono “i giusti processi e l’organizzazione per sfruttare l’AI in profondità”. Spingere sulle tecnologie digitali servirà al DoD anche per gestire i propri processi interni.

Gestire le Forze

“Con una forza lavoro di oltre 2,9 milioni di persone, che operano in circa 4800 siti in 160 Paesi, il DoD è un’entità grande e complessa – ha spiegato Hicks – e per gestire un’organizzazione di queste dimensioni stiamo investendo con decisione nelle soluzioni digitali”. Questo significherà anche affrontare quelle sfide trasversali a partire dal cambiamento climatico. Secondo la vice segretaria, la digitalizzazione del Dipartimento permetterà una migliore gestione dell’energia, che non servirà solo ad aumentare i livelli di sostenibilità della macchina militare americana “ma abbasserà anche i costi e renderà le nostre forze più agili sul campo”.

Collaborazione con i privati

Per raggiungere questi obiettivi, il Pentagono dovrà fare affidamento sempre più su una forza lavoro civile e militare altamente qualificata e specializzata, per mantenere il passo nelle aree tecnologiche in rapida evoluzione, dalla robotica alla nanotecnologia, passando dai Big data, l’IA e il machine learning. Al di là delle singole competenze del personale, però, a fare la differenza sarà per Hicks la collaborazione con il settore privato americano “uno dei maggiori vantaggi competitivi degli Stati Uniti”.

Per facilitare questa collaborazione il Pentagono ha messo in campo una serie di iniziative per ridurre gli ostacoli alla partecipazione delle aziende con il settore della Difesa, alleggerendo i requisiti burocratici e riducendo i canali di comunicazione per diffondere informazioni e requisiti chiari e univoci. Uno sforzo importante è poi diretto verso le piccole realtà innovative che non hanno mai lavorato con la sicurezza nazionale. Attraverso programmi come lo Small Business Innovation Research e lo Small Business Technology Transfer, il Pentagono spera di stimolare l’acquisizione di nuove capacità allargando il suo tradizionale bacino di collaborazioni.



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