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Bonifiche e rifiuti tra trasparenza e legalità

Chi c’era e cosa si è detto durante la firma del protocollo d’intesa tra il Commissario Unico per la bonifica delle discariche, Giuseppe Vadalà e il presidente dell’Associazione Libera, don Luigi Ciotti, presso il Comando Unità Forestali Ambientali e Agroalimentari dei Carabinieri

Realizzare una collaborazione sinergica per promuovere la sostenibilità nelle bonifiche attraverso il miglioramento degli standard di trasparenza alla luce dei valori etici di legalità. È questo il senso e lo scopo del protocollo d’intesa sottoscritto ieri tra il Commissario Unico per la bonifica delle discariche, Giuseppe Vadalà e il presidente dell’Associazione Libera, don Luigi Ciotti,

La firma si è svolta presso il Comando Unità Forestali Ambientali e Agroalimentari Carabinieri (CUFA), alla presenza del Comandante dell’Unità Antonio Marzo; del capo dipartimento della Transizione Ecologica e degli Investimenti Verdi del Mite Laura D’Aprile;  del Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri Roberto Garofoli.

“Seguo da anni le lotte e le azioni portate avanti da Libera e ho trovato corretto e prezioso che, anche nell’incarico da Commissario, si debba cercare un’unione di intenti per la promozione della cultura della legalità – ha detto Giuseppe Valdalà – Libera è un’entità inestimabile per il nostro Paese ed è per questo che abbiamo concordato di condividere percorsi mirati alla salvaguardia ambientale  e alla legalità, con lo scopo di sconfiggere qualsiasi tipologia di mafia e di comportamento mafioso”.

È accertato da tempo, anche grazie alle numerose inchieste giudiziarie, che il settore dei rifiuti, dei lavori e movimenti terra e delle bonifiche, è uno di quelli a maggior rischio per le infiltrazioni da parte della criminalità organizzata, soprattutto nelle aree del Sud del Paese. Negli ultimi decenni del secolo scorso la questione delle discariche abusive e della loro messa in sicurezza è al centro del dibattito politico nazionale e nel mirino dell’Unione Europea.

Nel 2003 l’Europa ha avviato una procedura di infrazione contro l’Italia prescrivendo di bonificare “celermente” le circa 500 discariche censite dal ministero dell’Ambiente in collaborazione con i Carabinieri Forestali. Nel 2014 la Corte di Giustizia Europea, scaduti i tempi della procedura, ha sanzionato il nostro Paese con una multa di 120 milioni di euro. Nel 2017 il governo, per chiudere definitivamente la pratica e la sanzione economica, nomina un Commissario per bonificare le aree ancora “irregolari”.

In questi primi anni di attività l’Ufficio del Commissario ha svolto la propria attività in coordinamento con le Regioni e i Comuni interessati e con l’autorità giudiziaria, avvalendosi di una task force creata appositamente dall’Arma dei Carabinieri. Per quanto riguarda gli illeciti riscontrati, sono stati predisposti e avviati alla Magistratura 28 rapporti per 19 differenti Procure, individuando 130 reati contro la Pubblica amministrazione, 15 per inquinamento ambientale, 14 per omessa bonifica e 4 per traffico illecito di rifiuti. Le operazioni di bonifica fin qui effettuate hanno prodotto un risparmio per le casse dello Stato di oltre 24 milioni di euro l’anno.

“Rifiuti e bonifiche sono ambiti in cui più che in altri emergono profili di carattere ambientale, sociale ed economico – ha sottolineato Laura D’Aprile – E la legalità è centrale. C’è una governance complessa e il coinvolgimento degli enti territoriali e nazionali è una soluzione vincente. Sono temi compresi nel PNRR. Siamo tra i pochi Paesi in Europa ad avere una normative sulle bonifiche, quindi abbiamo un’expertise specifica che ci può consentire di riqualificare almeno il 70% del territorio occupato da aree dismesse”.

“Occorre avere la capacità di distinguere la sacralità delle istituzioni dalle persone che le governano. Noi oggi abbiamo delle persone stupende nel nostro Paese, uomini che fanno onore alle istituzioni e portano avanti il loro impegno a servizio del bene comune e nella dimensione etica – è stato il commento del fondatore di Libera Don Luigi Ciotti – Ma abbiamo anche, e a volte fa più notizia, persone che non fanno onore alle istituzioni. La società consapevole e responsabile deve collaborare con le istituzioni se fanno le cose bene, creare un rapporto di corresponsabilità ed essere una spina nel fianco se chi ci governa non fa le cose che devono essere fatte”.

“Questo accordo vuole essere  un esempio virtuoso di educazione civica perché prevede anche percorsi formativi sulla cultura della legalità – ha detto il sottosegretario Garofoli – Un modello di come istituzioni e società civile possono fare fronte comune sui temi della tutela ambientale, della gestione dei rifiuti e del contrasto alla infiltrazioni criminali. Le istituzioni sono impegnate su questi problemi anche attraverso le risorse che il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza destina a questo scopo. Occorre – ha concluso Garofoli – risolvere la questione delle vecchie discariche, evitando che ne sorgano di nuove, rafforzando gli interventi già in atto nel nostro Paese”.

 

 

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