Gli Stati Uniti riattivano la legge “affitti e prestiti” del 1941 per agevolare il rifornimento di armi all’Ucraina, mentre il presidente Biden richiede ulteriori 33 miliardi di dollari per sostenere ancora la resistenza di Kiev. Per il generale Camporini è anche un messaggio politico rivolto a Mosca: “Sappiamo che sarà lunga, ma siamo pronti a spendere”
Mentre il Congresso approva la legge per agevolare le forniture militari all’Ucraina, il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, ha richiesto ulteriori 33 miliardi di dollari per supportare lo sforzo bellico di Kiev. “Al di là dell’aspetto finanziario, c’è un segnale politico”, ha commentato ad Airpress Vincenzo Camporini, consigliere scientifico dello Iai e già capo di stato maggiore della Difesa. Secondo il generale, Washington ha voluto lanciare un messaggio a Mosca: “Sappiamo che la guerra sarà lunga, ma siamo disposti a spendere per far sì che alla fine Kiev prevalga”.
La legge Affitti-Prestiti del 1941
La legge approvata dalla Camera dei rappresentanti, con 417 voti a favore e solo 10 contrari, prevede una serie di agevolazioni e di procedure accelerate per il prestito o il noleggio di forniture militari all’Ucraina e alle nazioni dell’est Europa. Definito “Ukraine Democracy Defense Lend-Lease Act”, il provvedimento invoca la legge del 1941 che consente di fornire armi a qualsiasi governo straniero qualora la sua protezione “sia valutata vitale per la difesa degli Stati Uniti”, utilizzata durante la Seconda guerra mondiale per rifornire il Regno Unito, in lotta contro la Germania nazista. Il provvedimento era già stato approvato dal Senato degli Stati Uniti, e grazie al voto della Camera è diventato ufficialmente operativo.
Altri 33 miliardi per l’Ucraina
Contestualmente alla legge, il presidente Biden ha anche richiesto a Capitol Hill un ulteriore finanziamento per 33 miliardi di dollari. Il nuovo pacchetto di aiuti militari, secondo quanto affermato dalla stessa Casa Bianca, comprenderebbe “più artiglieria, veicoli blindati e mezzi anti carro e anti aerei”, oltre all’assistenza umanitaria “come cibo, acqua, medicine, rifugi e altri aiuti”. Il nuovo set di aiuti si aggiungerebbe a quello di 16,6 miliardi richiesti dal presidente Usa a marzo.
La gratitudine di Kiev
“Sono grato al popolo americano e personalmente al presidente Biden”, ha commentato la notizia il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, precisando in che modo saranno distribuiti i fondi messi a disposizione da Washington: “Venti miliardi di dollari potranno andare alla difesa, otto miliardi al sostegno economico e altri tre agli aiuti umanitari”. Secondo Zelensky, quello americano è sicuramente un passo molto importante: “Insieme, possiamo certamente fermare l’aggressione russa e difendere la libertà in Europa”.
Un messaggio per Mosca
“Sarà richiesto un grande sforzo finanziario per ricostruire l’Ucraina, dal ripristino delle infrastrutture, ai centri decisionali, fino alle case, per questo non ci si deve stupire dell’entità della cifra richiesta da Biden”, ha spiegato ad Airpress il generale Camporini, aggiungendo che a Washington “c’è la consapevolezza che questa operazione non finirà domani, ci vorranno tempo e risorse”. Ma, oltre al livello economico-operativo, c’è un elemento politico di queste dichiarazioni che arrivano d’oltreoceano: “Washington ha inviato un segnale diretto a Mosca: sappiamo benissimo che la guerra sarà lunga, ma guardate quanto siamo disposti a spendere per far sì che alla fine Kiev prevalga”.