Mai come oggi la moneta digitale ha bisogno di regole precise per tutelare se stessa e chi vi investe. Spunti e riflessioni dal live talk organizzato dalla rivista Formiche con Paolo Ciocca, Federica Rocco, Stefano Quintarelli e Moreno Zani
Criptovalute, istruzioni per l’uso. Nelle settimane della grande crisi delle monete digitali, partendo da Bitcoin per arrivare alle stablecoin (asset teoricamente concepiti per rimanere stabili, come dice il nome, e non essere soggette alle forte oscillazioni delle valute digitali tradizionali come ad esempio il Bitcoin), torna di attualità il dibattito circa una regolamentazione il più verticale possibile dei criptoasset.
Oggi, nel mondo, esistono circa 18mila criptovalute anche se solo poche di esse raggiungono capitalizzazioni consistenti e diffusione. In questo Far West, oggi più che mai, è necessario un intervento normativo per tutelare gli investitori e disciplinare eventuali abusi. Di tutto questo si è parlato in occasione del live talk organizzato dalla rivista Formiche, dal titolo evocativo “Criptovalute. Il futuro della moneta?” al quale hanno preso parte Paolo Ciocca, commissario Consob, Stefano Quintarelli, membro del Comitato guida del Sustainable development solutions network, Federica Rocco, ceo di Cryptovalues, Moreno Zani, ceo di Tender Capital. Tutti moderati dal direttore della rivista, Flavia Giacobbe.
Il là ai lavori lo ha dato Federica Rocco, la quale ha sottolineato la “distinzione tra tre tipi di chain, prima, seconda e terza generazione. Nella prima generazione considero Bitcoin che ha dimostrato resistenza alle volatilità del settore, la seconda generazione ethereum e poi la terza generazione che è quella delle stable coin. “Sono la responsabile di un consorzio nato per esigenza di volersi affiancare a istituzioni e coloro che regolamentano per portare a un processo di regolamentazione necessario per fare chiarezza e aiutare gli investitori”.
Diverso l’approccio alla questione del commissario Ciocca. “Dobbiamo intanto partire da un punto, questo è il momento di svolta cruciale che come ogni momento ha luci e ombre. Oggi stiamo vedendo una correzione importante, non abbiamo capito se è sistemica. Gli Stati Uniti sono più avanti rispetto all’Europa, l’assetto di regole è diverso quindi i due sistemi non sono paragonabili, la situazione sul mercato è differente. La posizione europea però è a un punto di svolta, il regolamento Mica (Markets in cripto assest, ndr) si sta chiudendo con alcuni punti importanti come quelli relativi a Nft dentro o fuori. Nel momento in cui si chiude abbiamo 27 Paesi e un’unica regola, il che rappresenta una forte innovazione”.
Allargando il discorso al mercato americano, come interagire con gli Usa? Su questo punto Ciocca ha ricordato come “ieri è stato chiuso l’accordo politico sul regolamento sulla cyber security del sistema finanziario, tra due anni al più tardi tutto il sistema finanziario inteso in senso ampio applicherà regole di cyber security cruciali. Questo è un vantaggio geostrategico europeo molto forte”.
In scia a Ciocca anche il ragionamento di Stefano Quintarelli. “L’Europa se la gioca bene grazie al fatto di avere un sistema in arrivo tra Mica e Dora, un terreno di gioco anticipato, ha delle carte da giocarsi. Tante persone che lavorano in questo spazio stanno venendo in Europa in qualche modo. Il 100% delle organizzazioni criminali usano dollari ed euro e non per questo evitiamo dollari ed euro. C’è da costruire una capacità nelle nostre istituzioni per riuscire a fare l’enforcement, sorveglianza”.
Secondo Quintarelli, alla fine quello che conta è il controllo del sistema dei pagamenti che permette di identificare le persone. Bisognerà cercare di contrastare il fatto che rimangono delle zone che rimangono fuori dal controllo. Il tema è dove finisce l’attività di analisi dei dati e dove comincia l’indagine, perché questa deve essere fatta da autorità preposte. Stiamo andando nella direzione giusta sia dal punto di vista regolamentare che degli strumenti dobbiamo riuscire a usare questi strumenti e andare a negoziare come mantenere più sano il perimetro all’interno del quale si muovono le cripto”.
E c’è anche chi, come Moreno Zani, prevede una selezione naturale delle criptomonete, presto o tardi. “Se guardiamo alle valute digitali come forma di investimento potremmo dire che sono stata una bella forma di investimento negli ultimi cinque anni viste le performance che hanno ottenuto. Considerarlo oggi un asset di investimento al pari di tutti gli altri che utilizziamo per la gestione del portafoglio e dei clienti dal nostro punto di vista è ancora prematuro. La volatilità che noi vediamo sulle principali criptovalute diventa un problema nella gestione del portafoglio nella sua interezza e soprattutto diventa un problema rispetto al target di clientela a cui ci rivolgiamo”.
“L’altro punto di vista, sempre dal lato gestione, è il problema generale dei controlli perché noi come gestori siamo soggetti a una serie infinita di controlli quindi dobbiamo sempre avere la massima attenzione sulla provenienza degli investimenti. Questo ha comportato soprattutto nel passato qualche difficoltà. Siamo di fronte a un mercato che sicuramente avremo in futuro, perché il mondo va in quella direzione, però nel momento in cui ci sono queste grandi novità ci sono i lati positivi e quelli negativi. A un certo punto ci sarà una selezione naturale delle criptovalute ma soprattutto dovrà esserci un quadro regolamentare preciso entro il quale muoversi”.