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L’addio di Abu Dhabi a Sheikh Khalifa. Parte l’era MBZ

L’inizio ufficiale dell’era di Mohammed bin Zayed non segnerà cambiamenti immediati nella politica estera emiratina, l’aspetto più interessante è vedere chi sarà il nuovo erede al trono, spiega Bianco (Ecfr)

È morto il presidente degli Emirati Arabi Uniti, Sheikh Khalifa bin Zayed Al Nahyan, figura chiave nella storia del Paese. Aveva 73 anni, le sue condizioni fisiche erano da tempo debilitate. La notizia è stata annunciata oggi, venerdì 13 maggio, dall’agenzia di stampa statale Wam.

Il ministero degli Affari Presidenziali ha annunciato che ci saranno 40 giorni di lutto ufficiale con bandiere a mezz’asta e tre giorni di chiusura di ministeri e uffici federali e privati.

“A Dio apparteniamo e a Lui torneremo”, ha scritto Mohammed bin Zayed, principe ereditario di Abu Dhabi, vice comandante supremo delle forze armate e già factotum del regno. “Khalifa bin Zayed, mio fratello, mio mentore e mio insegnante, che Dio abbia pietà di te con la sua vasta misericordia e ti conceda la sua soddisfazione e il suo paradiso”.

La morte dello sceicco Khalifa bin Zayed significa il trasferimento ufficiale del potere a Mohammed bin Zayed, noto anche con l’acronimo MBZ, a cui verrà dato l’incarico dal Consiglio supremo federale. Khalifa governa dal 2004 e nel 2014 ha subito un ictus che lo ha tenuto per larga parte fuori dalla vita pubblica. Non è previsto alcun cambiamento nelle politiche degli Emirati, ma l’inaugurazione dell’era di MBZ contribuirà a rafforzare le politiche esistenti.

Per lungo tempo Abu Dhabi ha guidato le dinamiche regionali, influenzando anche quelle mosse da Riad. Dinamiche che sono state un tempo aggressive, ma che nell’ultimo anno e mezzo hanno visto una serie di movimenti di distensione, anche con il rivale principale, l’Iran.

Le policy emiratine difficilmente cambieranno, mentre uno degli aspetti più interessanti è comprendere chi diventerà adesso principe ereditario, spiega Cinzia Bianco, esperta di Golfo dell’Ecfr. Tra i nomi potrebbe esserci quello di Tahoon bin Zayed, security zar del Paese e fratello di MBZ, oppure suo figlio Khalid bin Zayed, o ancora Mansour bin Zayed, il proprietario tra le altre cose del Manchester City. “A differenza dell’Arabia Saudita in cui la successione passa per la primogenitura, negli Emirati potrebbe andare diversamente” aggiunge Bianco ragionando con Formiche.net su come il ruolo di erede indichi aspetti della direzione del Paese.

Secondo l’esperta, “non cambierà molto nelle politiche estere degli Emirati, tranne che MBZ avrà ancora meno motivi per cercare consenso con Dubai e gli altri emirati; inoltre assisteremo a qualche rimpasto, consolidando le posizioni degli al Nayhan sul potere”. In sostanza, secondo Bianco, potrebbero non cambiare le azioni in politica estera ma è più probabile qualche modifica nelle questioni interne.

Gli Emirati Arabi Uniti sono una federazione di sette emirati guidata da Abu Dhabi che comprende anche Dubai, una città famosa per la sua architettura futuristica. Gran parte della ricchezza nazionale proviene da petrolio e gas, anche se hanno usato quella ricchezza meglio di altri ricchi paesi del Golfo Persico per diversificare l’economia rafforzando il turismo, i servizi finanziari e altri settori.



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